Il Vaticano e la Sapienza siglano un accordo di collaborazione culturale e scientifica
Andrea De Angelis - Città del Vaticano
Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura ed Antonella Polimeni, rettrice della Sapienza Università di Roma hanno firmato oggi un memorandum per la collaborazione culturale e scientifica tra le due istituzioni: è la prima volta che un ateneo italiano stipula un accordo di collaborazione con il dicastero vaticano. Insieme, dunque, per favorire la ricerca culturale e scientifica.
Un memorandum composto da 13 articoli
Le prime attività riguarderanno collaborazioni sullo sport, la cultura digitale, l’umanesimo post-pandemico, la biofabbricazione. Il coordinamento scientifico dell’accordo quinquennale è stato affidato per il Pontificio Consiglio della Cultura al sottosegretario monsignor Carlo Maria Polvani e per la Sapienza ad Alessandra Talamo del Dipartimento di Psicologia dei processi di sviluppo e socializzazione. Antropologia, scienza, cultura, modelli sociali: sono numerosi gli ambiti in cui si svilupperà l'accordo firmato oggi. "Le parti - si legge nel primo articolo del memorandum - si impegnano a realizzare forme di collaborazione culturale e scientifica in settori di reciproco interesse su basi di uguaglianza e reciproco vantaggio". La collaborazione si attuerà in varie modalità: dai "progetti congiunti di ricerca" allo "scambio di informazioni, documenti e pubblicazioni scientifiche", fino alla "progettazione di incontri di studio, seminari ed eventi. "Entrambe le istituzioni - si specifica all'articolo 9 - perseguono una politica di pari opportunitaÌ€ e di non discriminazione".
I giovani e il digitale
Nel suo intervento per la celebrazione della firma del protocollo, il cardinale Ravasi ha sottolineato come esso sia frutto di un percorso fecondo che ha portato ad una storica prima volta nei rapporti tra Italia e Città del Vaticano. "Sono già in corso alcune collaborazioni - ha aggiunto - in campi che magari alcuni non credevano possibili, come ad esempio l'archeologia". Tra i temi oggetto della partnership ci sono lo studio delle nuove forme di comunicazione digitale e dei nuovi linguaggi, la valorizzazione del ruolo delle donne e dei giovani in ambito sociale, la collaborazione sui temi d’interesse artistico e archeologico e sulle tematiche scientifiche. "Ho sempre ben a mente quella che definisco essere la quarta missione dell'Università, ovvero la riduzione delle disuguaglianze", ha affermato poi la rettrice Polimeni, aggiungendo come "ai giovani va rivolto uno sguardo particolare nella ripresa delle attività post-pandemia".
La ricerca è ascolto e dialogo
Nell'intervista a Radio Vaticana - Pope, il cardinale Gianfranco Ravasi sottolinea l'importanza della ricerca che è fatta anche di ascolto dell'altro. "Credo sia giunto il tempo - afferma - di abbattere la siepe tra la cultura laica e quella cattolica".
Eminenza, quella di oggi è una firma storica. Quale percorso ha portato fin qui?
Questo effettivamente è il primo protocollo in assoluto che noi firmiamo con una Università italiana. Ne abbiamo firmati altri con Università soprattutto americane ed europee. Il percorso è stato abbastanza semplice, frutto del contatto avuto con la rettrice Polimeni che ha espresso il desiderio di un dialogo. Allora ho suggerito in maniera più concreta la formulazione di un dialogo istituzionale che è stato accolto ed approvato dal Senato Accademico, rendendolo così una scelta approvata da tutta l'istituzione. Parliamo di un ateneo tra i maggiori in Europa per numero di studenti, che ultimamente ha avuto degli importanti riconoscimenti nel campo umanistico da parte delle grandi istituzioni internazionali.
Lei qualche anno fa, citando il Socrate platonico, disse che "una vita senza ricerca non merita di essere vissuta". Le chiedo allora se non merita di essere vissuta una vita che non sia fatta di ricerca insieme, di collaborazioni e se è questo uno dei punti chiave di questo accordo?
La ricerca è fondamentale perché appunto come diceva Socrate è la struttura stessa dell'esistere. Lo è anche della fede, che è sempre un ingresso nell'interno del mistero, quindi un itinerario che va di luce in luce, come dice la Bibbia. Per questa ragione è importante che all'interno della ricerca ci sia anche l'ascolto delle altre voci. Una sorta di percorso corale che nella cultura ha bisogno di quella realtà che ai nostri giorni è tante volte assente nei rapporti sociali e politici, cioè il dialogo. L'incontro, l'intreccio, l'incrocio tra due discorsi autentici, fondati. Questo è anche lo scopo della siglatura di questo memorandum di collaborazione, cioè due istituzioni che sono diverse tra loro per finalità, ma che si incontrano attraverso il dialogo, cercando e ricercando il più possibile la verità ed i grandi valori permanenti dell'essere e dell'esistere umano.
Quali gli scenari futuri che si possono aprire? Altre collaborazioni?
I temi di questo protocollo sono di indole universale, che toccano soprattutto l'antropologia nelle sue svariate forme, dall'arte alla scienza, dallo sport all'archeologia fino alla cultura digitale. Gli ambiti sono molto ampi e questo permette di allargare il modello anche ad altri. Posso annunciare, anche se non è ufficiale ancora, che altre due Università hanno chiesto di poter firmare un protocollo analogo. Mi riferisco a Roma Tre, dove c'è già l'approvazione del Consiglio accademico, e l'Università Cattolica. Penso che come è avvenuta una ramificazione all'estero, anche in Italia la siepe che divide la cultura laica e la cultura cattolica debba essere abbattuta, pur rispettando la diversità delle prospettive in un vero e proprio dialogo.
Una storica prima volta
La rettrice Antonella Polimeni, nel ribadire la storicità di questa firma, sottolinea ai nostri microfoni come sia nell'essenza della Sapienza un dialogo con istituzioni altre ed esprime tutta la soddisfazione per l'accordo siglato oggi con il Pontificio Consiglio della Cultura.
Qual è il sentimento che prova oggi nel firmare questo storico accordo? Possiamo definirlo solo l'inizio di un percorso più lungo?
Assolutamente. Questo è un percorso iniziato da tempo che oggi, con questa firma, sanciamo come storica prima volta per una Università italiana con questa prestigiosissima istituzione che è il Pontificio Consiglio della Cultura. Dunque quello di oggi è l'inizio di un percorso di lavoro comune, con iniziative future già ben innestate nella nostra programmazione e che toccherà numerosi temi, dall'archeologia all'etica fino all'innovazione.
La persona come essere unico, ma anche insieme di interessi, di discipline. C'è anche questo nell'essenza di un grande ateneo come la Sapienza?
La Sapienza, come Università generalista, ha in sé tutte le branche del sapere, quindi può ben rappresentare - in un'integrazione con realtà ed istituzioni altre - l'espressione della transdisciplinarietà.
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