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La bomba atomica di Hiroshima La bomba atomica di Hiroshima 

Gallagher all'Onu: l'umanità vuole un mondo senza armi nucleari

In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione totale delle armi nucleari, il Segretario per i rapporti con gli Stati della Santa Sede interviene all'Onu e ricorda come le spese militari occupino risorse che potrebbero essere convertite in aiuto

Michele Raviart – Città del Vaticano

L’umanità chiede insistentemente l’abolizione delle armi nucleari e la comunità internazionale deve continuare il suo impegno per liberare il mondo dalla minaccia di una guerra atomica, rivolgendosi in particolare ai leader dei Paesi che possiedono un arsenale nucleare. Lo ha sottolineato, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione delle armi nucleari, che si è celebrata ieri in tutto il mondo, monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, intervenuto all’Assemblea Generale riunita a New York in un incontro per commemorare e promuovere i temi della nuclearizzazione.

La deterrenza contribuisce allo status quo

Due per la Santa Sede sono i fattori che contribuiscono al mantenimento dello status quo nucleare e allontanano il disarmo. Da un lato, c’è la politica della deterrenza, “che porta a una corsa agli armamenti e genera una tecnologia disumanizzante che sostiene e aggrava la sfiducia tra le nazioni”. Come scriveva Papa Giovanni XXIII nella Pacem in terris, infatti, la pace non consiste in equa distribuzione degli armamenti, ma solo nella fiducia reciproca.

Ridurre le spese militari e aumentare lo sviluppo

Dall’altro c’è l’esorbitante spesa di pochi Stati nello sviluppo e nella produzione degli arsenali nucleari, “fonte di una crescente inuguaglianza sia all’interno che tra le altre nazioni”.  "Mentre si affronta una pandemia globale dalla natura incerta e peggiorano gli effetti del cambiamento climatico globale”, afferma Gallagher, “gli Stati devono ridurre le loro spese militari, nell’interesse di soddisfare i bisogni umanitari e le esigenze della nostra casa comune”. Come ricordato nella Fratelli Tutti di Papa Francesco, l’obiettivo dovrebbe essere quello di far convergere queste spese militari in un fondo globale per favorire lo sviluppo dei Paesi più poveri.

Gli strumenti diplomatici per il disarmo

La Santa Sede, inoltre, si congratula con i 122 Paesi membri che, quattro anni fa, hanno votato per l’adozione del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, entrato in vigore lo scorso gennaio, e incoraggia gli Stati ancora riluttanti a firmare questo importante accordo. Si ribadisce poi ai Paesi dotati di armi nucleare di sostenere lo sforzo al disarmo sulla base del Trattato di Non-proliferazione.

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29 settembre 2021, 08:00