Josquin, cinquecento anni fa la morte del “Michelangelo della musica"
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Quando muore, il 27 agosto del 1521, a Condé-sur-L’Escaut, nella Francia settentrionale, vicino all’attuale confine col Belgio, Josquin Desprez ha circa 70 anni, è il prevosto della collegiata di Notre Dame, ma soprattutto è il più famoso musicista dell’epoca. Nel suo lungo viaggio a tappe nelle corti di Francia, Italia e Stato Pontificio, è diventato “il Michelangelo della musica”, secondo il maestro Walter Testolin, direttore dell’ensemble “De labyrinto”, tra i massimi conoscitori dell’opera del compositore fiammingo.
Innovatore della musica, prepara la strada al madrigale
“Josquin opera una svolta radicale nella storia della musica – chiarisce Testolin - è il primo musicista che mette il significato della parola cantata davanti a tutte le altre cose. Nella sua opera c’è una totale coesistenza della parola e della musica, e questo ne farà il motore della grande rivoluzione che avverrà un paio di generazioni dopo la sua morte in Italia, e che vedrà la nascita del madrigale. Da quella musica nascerà poi l'opera”.
Martin Lutero: Josquin è “Il padrone delle note”
Martin Lutero, suo contemporaneo, lo definisce “padrone delle note”, per la sua capacità di sintetizzare la dottrina fiamminga del contrappunto e il principio italiano dell’armonia totale. “Gli altri maestri devono fare come vogliono le note – spiega il monaco tedesco, padre della Riforma protestante - ma Josquin è il padrone delle note, che hanno dovuto fare come vuole lui”.
In Vaticano tra il 1489 e il 1495
Tra il 1489 e il 1495 il musicista, nato nelle Fiandre intorno alla metà del XV secolo, ma adottato dagli zii che vivevano a Condé-sur-L’Escaut, è nel Collegio dei cappellani cantori del Papa, l’attuale Cappella Musicale Pontificia Sistina prima con Innocenzo VIII e poi con Alessandro VI Borgia, e per loro compone alcune delle sue Messe più famose.
Pavan: una musica molto più orecchiabile
“Josquin diventa il musicista più famoso e conosciuto di tutto l'Occidente grazie alla sua genialità – spiega il maestro Marcos Pavan, direttore della Cappella Musicale Pontificia - perché fa fare un grande passo in avanti allo stile polifonico del suo tempo, fino a quel momento un po' intellettualistico. I brani erano composti infatti più per la vista e per l'intelletto che non per l'orecchio. Josquin ha saputo dare alla polifonia classica la nuova dimensione dell’espressione dei sentimenti”.
Il graffito “Josquin” nella cantoria della Cappella Sistina
Come altri cantori della Sistina, Josquin ha voluto quasi certamente lasciare il suo nome inciso sul muro della piccola cantoria della Cappella Sistina, un graffito scoperto dopo i restauri della fine del secolo scorso. “Molto probabilmente è la sua firma – ci dice il monsignor Pavan - perché per i cantori che erano anche compositori sicuramente era un privilegio poter partecipare alla Cappella pontificia e dunque in questo modo lasciavano un loro ricordo in Sistina”.
Il concerto della Cappella Pontificia e del coro “De labyrintho”
I maestri Pavan e Testolin, con le corali da loro dirette, saranno protagonisti del concerto celebrativo per i 500 anni della morte di Josquin, registrato nella Cappella Sistina e frutto della collaborazione tra Vatican Media, Radio Vaticana e Pope, Cappella Musicale Pontificia e Musei Vaticani, e che sarà diffuso in autunno.
Arriva a Roma con il cardinale milanese Ascanio Sforza
Quando diventa cantore e compositore del Papa, portato a Roma dal cardinale milanese Ascanio Sforza, che lo aveva assunto come musico nella sua “corte”, Josquin è nel pieno della sua maturità. In quel periodo, ricorda monsignor Pavan, “La Cappella pontificia era a livello delle migliori d’Europa, e Josquin non solo dà il meglio di sé con la sua genialità, ma viene anche viene influenzato dagli altri grandi musicisti del Papa. Uno fra tutti Marbrianus De Orto, con cui lui ha vissuto veramente una fratellanza musicale e che sicuramente ha influito sulla sua opera e ha subito anche la sua influenza. Questo lo sappiamo dai manoscritti di quel periodo, che sono conservati nella Biblioteca Apostolica Vaticana”.
Per le Ceneri, il “Domine, non secundum peccata nostra”
Nei suoi anni in Vaticano, prosegue il direttore brasiliano della Cappella pontificia, Josquin “fa molte cose di valore, come i mottetti ‘Ave Maris Stella’ e il tractus ‘Domine, non secundum peccata nostra’, col quale partecipiamo a questo concerto celebrativo, eseguito sicuramente per la prima volta nella cantoria della Cappella Sistina, nella celebrazione del Mercoledì delle ceneri presieduta dal Papa”. Nel testo si canta: “Signore, che io non sia giudicato secondo i miei peccati”, e questo ci ricorda il Giudizio Universale dipinto da Michelangelo che abbiamo in Sistina”.
Testolin: a Roma diventa il principale compositore d’Europa
Quando è al servizio del Papa, sottolinea il maestro Testolin, il compositore fiammingo compone “alcune delle sue opere più importanti: tra tutte la Messa ‘L’homme armé super voces musicales’, forse la sua prima messa totalmente umanistica”, e che, per il direttore vicentino, “darà vita anche al nuovo Josquin, perché durante gli anni romani lui cambierà radicalmente e crescerà in maniera notevolissima. Diventerà in pochi anni, da uno dei tanti compositori, al principale compositore europeo”.
Il primo grande umanista nella storia della musica
Josquin, prosegue Testolin, “è considerato il primo grande umanista nella storia della musica, nel senso che la sua opera sembra prendere a cuore le sorti anche dell'uomo, esprimerne le sofferenze, le aspirazioni, le preghiere”. Nella scelta dei brani da eseguire nel concerto celebrativo, il maestro e i suoi collaboratori dell’ensemble “De labyrinto” hanno optato per quattro mottetti “che potessero descrivere il percorso di Josquin, ma che soprattutto avessero un legame diretto con Roma”.
I mottetti scelti per il concerto celebrativo in Sistina
Infatti, dopo il “Praeter rerum seriem”, mottetto a sei voci scritto negli ultimi anni di vita a Condé, e “culmine della sua espansione musicale”, hanno inserito nel programma del concerto “Illibata Dei virgo nutrix”, composto a Roma, nel quale “Josquin si firma. E’ una specie di autoritratto, nel senso che pone il suo nome come acrostico sui versi della prima pars”. Quindi, dopo il Gloria della “Missa Gaudeamus”, “Messa di straordinaria bellezza scritta a Roma, abbiamo scelto due mottetti che hanno un preciso riferimento alla Cappella Sistina.
“Factum est autem” e “Liber generationis”
Uno è il ‘Factum est autem’, che descrive la scena del Battesimo di Cristo tratta dal Vangelo di Luca. L'idea è quella di eseguirla sotto l'affresco di Perugino che descrive la stessa scena, e poi questo enorme mottetto, il ‘Liber generationis Jesu Cristi’, il cui testo è tratto dalla genealogia di Cristo con la quale Matteo apre il suo Vangelo”. Sono i nomi degli antenati e familiari di Cristo, da Abramo fino a Giuseppe, “che Josquin ha messo in musica e che Michelangelo, pochissimi anni dopo, ha dipinto nelle lunette della Sistina”.
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