Jurkovi?: tutelare il diritto al cibo e ridurre il debito dei Paesi pi¨´ poveri
Isabella Piro ¨C Città del Vaticano
Garantire il diritto all¡¯alimentazione a tutti, in particolare a chi vive in condizioni di vulnerabilità: è l¡¯appello lanciato da monsignor Ivan Jurkovi?, Osservatore permanente della Santa Sede all¡¯Onu di Ginevra, intervenuto il 2 marzo alla 46.ma sessione del Consiglio dei diritti umani. Nello specifico, il presule ha chiesto l¡¯adozione di ¡°un approccio coordinato, rafforzato da un dialogo sincero¡± a livello internazionale e nazionale, e ¡°basato sui diritti umani¡± per dare a tutti la possibilità di ¡°una nutrizione adeguata e sana¡±. A tal proposito, l¡¯Osservatore permanente, per conto della Santa Sede, ha ¡°deplorato la mancanza di tutele sociali per i lavoratori del settore agroalimentare, così come per i lavoratori migranti, durante la pandemia¡±. La loro ¡°intrinseca dignità umana¡±, invece, dovrebbe essere ¡°in primo piano nelle discussioni sullo sviluppo agricolo e nella promozione di condizioni di vita sostenibili¡±; per questo, ¡°è cruciale che le società forniscano protezione e stabilità ai lavoratori emarginati, che costituiscono quasi la metà della forza lavoro globale".
Proteggere le popolazioni indigene da agrobusiness
Un altro punto esaminato dal presule ha riguardato ¡°le sfide affrontate dai popoli indigeni¡±, sfide rappresentate da quei governi e quelle aziende che ¡°attraverso le leggi o la coercizione, stanno spingendo l¡¯acceleratore sull'agrobusiness, l'estrazione mineraria e i megaprogetti infrastrutturali su terre ancestrali¡±. Così facendo, essi esercitano ¡°pressioni¡± sulle popolazioni native affinché ¡°abbandonino le loro terre per fare spazio a programmi agricoli e minerari intrapresi senza tener conto del degrado ambientale e culturale¡± che possono provocare. Di fronte a tutto questo, dunque, monsignor Jurkovi? ha invocato risposte coerenti da parte dell¡¯intera comunità internazionale, perché ¡°nessuno si salva da solo¡±. ¡°La collaborazione tra Stati per cercare uno sviluppo sostenibile e integrale è necessaria¡±, ha ribadito il rappresentante vaticano, soprattutto per capire che ¡°l¡¯uomo è la fonte, il centro e il fine di ogni attività economica e sociale¡±.
Sistema finanziario sia incentrato sull¡¯uomo
La questione del debito estero è stata, invece, al centro di un secondo intervento dell¡¯Osservatore permanente, pronunciato il 3 marzo, nella medesima sede. ¡°La pandemia da Covid-19 - ha evidenziato il presule - ha esacerbato la vulnerabilità dei Paesi in via di sviluppo o meno sviluppati, dove l'onere del debito impedisce loro di garantire alla popolazione diritti fondamentali come la sicurezza alimentare e sociale, i servizi sanitari e l'accesso ai vaccini¡±. Per questo, il presule ha invocato ¡°la riduzione, lo sgravio o la cancellazione del debito¡± per questi Paesi, insieme a ¡°riforme costruttive¡± che li rendano in grado di prevenire il debito, anche grazie ad ¡°un'architettura finanziaria internazionale più efficace, incentrata sull'uomo¡±.
Alcuni criteri per evitare indebitamento dei Paesi
¡°La Santa Sede ritiene indispensabile adottare politiche orientate alla riduzione sostanziale, se non al condono, del debito dei Paesi meno sviluppati, come segno di vera solidarietà, corresponsabilità e cooperazione tra tutti coloro che sono coinvolti nella lotta contro la pandemia da coronavirus¡±, ha ribadito l¡¯Osservatore permanente. Riforme strutturali sagge, allocazione sensata delle spese, investimenti prudenti e sistemi di tassazione efficaci sono i criteri indicati dall¡¯arcivescovo per aiutare i Paesi ad evitare ¡°le perdite economiche create da singoli individui che le fanno poi ricadere sulle spalle del sistema pubblico¡±.
Giusto esigere pagamento debiti, no a sacrifici insopportabili
¡°È certamente giusto il principio che i debiti debbano essere pagati - ha concluso l¡¯Osservatore permanente, citando l¡¯enciclica ¡°Centesimus Annus¡± di San Giovanni Paolo II -. Non è lecito, però, chiedere o pretendere un pagamento, quando questo verrebbe ad imporre di fatto scelte politiche tali da spingere alla fame e alla disperazione intere popolazioni. Non si può pretendere che i debiti contratti siano pagati con insopportabili sacrifici¡±.
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