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Una guardia armata in Libia Una guardia armata in Libia 

Sviluppo, diritto, unità per promuovere il disarmo nel mondo

Questi i temi e le soluzioni proposte nel webinar promosso daI Dicastero per la promozione dello Sviluppo umano integrale e la Commissione Covid-19 del Vaticano, al quale hanno partecpato studiosi, attivistii e di cinque cardinali

Devin Watkins – Città del Vaticano

La sicurezza integrale deve essere ancorata alla "solidarietà, alla giustizia, allo sviluppo umano integrale, al rispetto dei diritti umani fondamentali e alla cura del creato". Questo appello - lanciato dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin - potrebbe riassumere i discorsi e le riflessioni offerte dai partecipanti al webinar "Advancing integral disarmament in times of pandemic", che si è svolto questo pomeriggio con l'obiettivo di promuovere un cessate il fuoco globale.  L’evento è stato organizzato dal Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale (e dalla Commissione Vaticana Covid-19, in collaborazione con il Strategic Concept for the Removal of Arms and Proliferation (SCRAP) dell'Università SOAS di Londra. L'iniziativa è stata divisa in tre panel, e ha visto la partecipazione di personalità vaticane di alto livello e di leader di organizzazioni internazionali.

Liberare fondi per la ripresa economica

Il Cardinale Peter Turkson, Prefetto del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, ha dato il via all'evento con un appello ai leader nazionali affinché reindirizzino le risorse verso i problemi globali che l'umanità deve affrontare, come la fame e la perdita dei mezzi di sussistenza a causa della pandemia. Il porporato ha detto che la crisi sanitaria ed economica richiede uno sforzo concertato da parte dei governi, che dovrebbero cogliere l'opportunità di muoversi verso il disarmo per liberare fondi per la ripresa economica.

Sicurezza e solidarietà

Dopo l’intervento del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin è intervenuto il professor Dan Plesch, dell'Università SOAS di Londra, che ha sottolineato che basterebbe reindirizzare solo la metà dei 2.000 miliardi di dollari che il mondo spende per le spese militari per permettere ai governi di ridurre le tasse, finanziare l'assistenza sanitaria globale e contribuire a ridurre le emissioni di carbonio. Inoltre, ha notato, si eliminerebbero così "tante cause di guerra".

Lo sviluppo prevalga sulla distruzione

La seconda parte del webinar si è concentrata sul ruolo del diritto internazionale nel perseguire la sicurezza integrale. Tra i relatori, l'arcivescovo Ivan Jurkovič, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite e le altre organizzazioni internazionali a Ginevra. L'arcivescovo ha ringraziato il dicastero per aver organizzato l'evento nella sua sede di Roma, e ha sottolineato che il vero obiettivo del disarmo nucleare è quello di "promuovere lo sviluppo umano integrale". Il presule ha aggiunto che la Santa Sede è preoccupata per le nuove armi a "uccisione automatica" e ha espresso l'opposizione del Vaticano ai sistemi di armi che rimuovono gli esseri umani dal processo decisionale in guerra.

Più armi, meno assistenza sanitaria

Diversi relatori della seconda sessione hanno promosso una proposta concreta chiamata "SCRAP", a partire da una bozza che le nazioni potrebbero prendere come punto di partenza per i negoziati verso un accordo legalmente vincolante per il disarmo completo. Il dr. Olamide Samuel, professore alla SOAS, ha detto ai partecipanti che il suo team ha impiegato modelli statistici per scoprire una preoccupante relazione inversa: quando i governi spendono più fondi dei contribuenti per le armi nucleari, tendono anche a spendere meno per la sanità e i programmi sociali. Come ha sottolineato il dr. Samuel, "Non possiamo silenziare le armi se sulle armi rimaniamo in silenzio”. Un'altra relatrice, Susi Snyder, si è concentrata sull'impatto degli investimenti etici sulla produzione di armi. Ha detto che la pressione economica di istituzioni e attivisti ha costretto diverse società ad abbandonare le loro produzioni. "Insieme, possiamo costruire e sostenere le norme che rendono le armi illegittime e inaccettabili, per sradicarle per sempre e per concentrarci sulla ricostruzione dalla pandemia verso un mondo con meno profitti dovuti alle armi", ha detto Snyder.

Unire i cristiani in un obiettivo comune

Nella terza e ultima sessione si è dibattuto del ruolo vitale delle organizzazioni religiose nella promozione del disarmo e dello sviluppo integrale. Il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, ha detto che gli sforzi ecumenici verso il disarmo possono aiutare ad unire i cristiani nel perseguire un obiettivo comune. "Il nostro lavoro per l'unità dei cristiani", ha detto il porporato, "non è solo per la guarigione della Chiesa, ma promuove anche la guarigione del mondo". E quando i cristiani lavorano insieme per la causa della promozione della pace, ha concluso, "anche l'unità dei cristiani fa passi avanti".

Ascoltare il grido dei sofferenti

Il cardinale Miguel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ha sottolineato che il dialogo tra le religioni è essenziale per gli sforzi di disarmo, perché "la religione tocca il cuore dell'umanità". Ha aggiunto che le situazioni egualitarie possono essere create solo quando ci impegniamo nel dialogo e "deponiamo le armi" nelle nostre relazioni con gli altri. "Mentre continuiamo con questo importante lavoro di proporre strategie per promuovere il disarmo", ha concluso il cardinale Ayuso, "potremmo tenere a mente le grida di quei bambini, donne e uomini colpiti da guerre di ogni tipo".

Pace tra i popoli

Il cardinale Silvano Tomasi, Delegato Speciale del Sovrano Militare Ordine di Malta, ha descritto il lavoro dell'Ordine nella promozione della pace. Offrendo i suoi servizi a tutti senza discriminazioni, l'Ordine di Malta aiuta i popoli di diverse religioni a vivere in pace. Quindi, ha affermato, le soluzioni ai problemi globali come la guerra e i conflitti devono essere cercate concretamente sul campo nel dialogo tra i popoli e le comunità.

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23 marzo 2021, 19:36