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Suor Nathalie Becquart, sottosegretario del Sinodo dei vescovi Suor Nathalie Becquart, sottosegretario del Sinodo dei vescovi 

Suor Becquart: "Un segno di fiducia per le donne nella Chiesa"

La religiosa già responsabile della pastorale giovanile e vocazionale della Conferenza episcopale francese, commenta a Pope la sua nomina a sottosegretario del Sinodo dei vescovi

Marine Henriot- Città del Vaticano 

La nomina è di oggi: Papa Francesco ha scelto due nuovi sottosegretari al Sinodo dei vescovi tra i religiosi e in particolare ha voluto una saveriana, francese, suor Nathalie Becquart già responsabile della pastorale giovanile e vocazionale presso la Conferenza episcopale francese, e dal 2019 consulente per il Sinodo dei vescovi. La sua prima reazione a questa nomina è nel segno di una " chiamata al servizio", di "un'avventura" che inizia con la fiducia del Papa che non ha mai nascosto il suo desiderio dicoinvolgere le donne nelle decisioni e nel discernimento nella Chiesa:

R. - Non avrei mai immaginato questo; ho sperimentato che lo Spirito Santo è pieno di sorprese. Sono molto colpita e allo stesso tempo ricevo questa nomina come una chiamata da parte della Chiesa e di Papa Francesco che viene ad unirsi ad una chiamata interiore che sento ormai da parecchi anni a mettermi al servizio la sinodalità. Ho trascorso l’ultimo anno e mezzo facendo un lavoro di ricerca sulla sinodalità al Boston College e questa chiamata mi ricollega proprio a quel lavoro. C'è stata anche l'esperienza del Sinodo dei vescovi sulla gioventù. La mia esperienza alla conferenza episcopale sulla pastorale giovanile è stata un momento molto forte per me. Quindi, è con tutto questo che mi avvicino a questa nuova tappa che vedo davvero come una nuova avventura.

Come accoglie questo gesto di fiducia del Santo Padre?

R. - Sono molto sorpresa da questa fiducia da parte del Santo Padre che mi fa toccare concretamente un dono di Dio, come qualcosa che si dona di chiamata in chiamata; per me è una sorpresa anche entrare nel gruppo di lavoro del cardinale Mario Grech. Avevo già qualche legame con loro, essendo stata per due anni consultrice della Segreteria Generale del Sinodo.

Questo compito lo accolgo come un segno di fiducia verso le donne nella Chiesa, per le religiose, e più in generale anche per i laici e come risposta a tutto ciò che è stato detto durante gli ultimi Sinodi e su cui il Papa insiste molto: la sfida di coinvolgere le donne nelle decisioni e nel discernimento nella Chiesa.

Cosa significa precisamente per lei essere la prima donna a ricoprire questo incarico?

R. – Comporta un’esigenza spirituale maggiore: più responsabilità hai, più devi servire. Ciò che è buono e utile per me è il fatto di aver già visto delle sottosegretarie donne, poiché negli anni trascorsi alla Conferenza Episcopale, ho avuto l'opportunità di essere in contatto con alcuni dicasteri, vale a dire la Congregazione per la Vita Consacrata, la sezione Giovani del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita dove lavorano due sottosegretarie laiche. Aver visto queste figure femminili portare avanti questo tipo di missione, mi sarà certamente di aiuto.

Concretamente, quale sarà la vostra missione e quale contributo sperate di dare?

R. - La missione del sottosegretario, come definita nella Costituzione Apostolica Episcopalis communio, promulgata nel 2018, è proprio quella di essere l'assistente del Segretario Generale, accompagnandolo in tutte le sue missioni. Qui, la fortuna è che siamo in due ad essere nominati e lavoreremo insieme al cardinale Mario Grech. Mi piace lavorare in una squadra diversificata, come ho sempre fatto nelle mie diverse esperienze; e per me la sfida è questa: lavorare insieme nella Chiesa, uomini, donne, sacerdoti, vescovi, laici, religiosi, nella diversità delle vocazioni. 

Questa nomina arriva in un momento in cui la sua congregazione, quella dei saveriani, sta celebrando il centenario …

R. - Accolgo anche questa nomina come suora severiana, con tutta la mia comunità che lo scorso 4 febbraio è entrata nel suo centenario. Credo che questa chiamata alla sinodalità sia particolarmente in linea con il carisma saveriano, che è quello di essere un legame tra la Chiesa e coloro che sono lontani da essa, per lavorare per la riconciliazione e l'unità. Così è anche per questa vocazione saveriana che ho il desiderio di servire al meglio questa nuova missione per la sinodalità nella Chiesa.

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06 febbraio 2021, 15:00