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Pubblicata la lettera del Papa sul trasferimento all'Apsa della gestione dei fondi della Segreteria di Stato Pubblicata la lettera del Papa sul trasferimento all'Apsa della gestione dei fondi della Segreteria di Stato 

La gestione dei fondi della Segreteria di Stato passa all’Apsa

Il Papa istituisce una commissione che in tre mesi dovrà portare a compimento quanto richiesto da lui stesso al Segretario di Stato con una lettera dello scorso agosto. I fondi saranno controllati dalla Segreteria per l’Economia

VATICAN NEWS

I fondi gestiti dalla Segreteria di Stato saranno entro breve tempo gestiti dall’APSA e controllati dalla Segreteria per l’Economia. Lo spiega il direttore della Sala Stampa Vaticana Matteo Bruni, informando che mercoledì 4 novembre il Papa ha presieduto una riunione alla quale hanno partecipato il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, il Sostituto della Segreteria di Stato mons. Edgar Peña Parra, il Segretario generale del Governatorato dello Stato Città del Vaticano mons. Fernando Vergez, il Presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA) mons. Nunzio Galantino, il Prefetto della Segreteria per l’Economia (SPE) padre Juan Antonio Guerrero. L’oggetto della riunione era promuovere l’attuazione di quanto Papa Francesco aveva chiesto con una lettera indirizzata al Segretario di Stato lo scorso 25 agosto sul passaggio della gestione amministrativa dei fondi della Segreteria di Stato all’APSA e sul loro controllo alla Spe.

“Nella stessa riunione - ha dichiarato Bruni - il Papa ha costituito la ‘Commissione di passaggio e controllo’, che entra in funzione con effetto immediato, per portare a compimento, nei prossimi tre mesi, quanto disposto nella lettera al Segretario di Stato”. La Commissione è costituita dal Sostituto della Segreteria di Stato, dal Presidente dell’APSA e dal Prefetto della Segreteria per l’Economia.

È stata anche diffusa la lettera indirizzata a Parolin con la quale lo scorso agosto Papa Francesco aveva disposto questo passaggio. “Nel quadro della riforma della Curia ho riflettuto e pregato sull’opportunità di dare un impulso che permetta una sempre migliore organizzazione delle attività economiche e finanziarie, continuando nella linea di una gestione che sia, secondo i desideri di tutti, più evangelica”. Francesco definisce “di somma importanza” che sia definita in maniera chiara la missione di ciascun ente economico e finanziario “al fine di evitare sovrapposizioni, frammentazioni o duplicazioni inutili e dannose”.

La lettera spiega che “la Segreteria di Stato è senza ombra di dubbio il Dicastero che sostiene più da vicino e direttamente l’azione” del Papa “nella sua missione, rappresentando un punto di riferimento essenziale nella vita della Curia e dei Dicasteri che ne fanno parte. Non sembra, però, necessario, né opportuno che la Segreteria di Stato debba eseguire tutte le funzioni che sono già attribuite ad altri Dicasteri. È preferibile, quindi, che anche in materia economica e finanziaria si attui il principio di sussidiarietà, fermo restando il ruolo specifico della Segreteria di Stato e il compito indispensabile che essa svolge”.

Alla luce di ciò, Francesco ha stabilito che la Segreteria di Stato “trasferisca all’APSA la gestione e l’amministrazione di tutti i fondi finanziari e del patrimonio immobiliare, i quali manterranno in ogni caso la propria finalità attuale. Una particolare attenzione - si legge nella lettera - meritano gli investimenti operati a Londra e il fondo Centurion, dai quali occorre uscire al più presto, o almeno, disporne in maniera tale da eliminarne tutti i rischi reputazionali”.

Ancora, il Papa ha stabilito che “tutti i fondi che finora sono stati amministrati dalla Segreteria di Stato siano incorporati nel bilancio consolidato della Santa Sede” e che in materia economica e finanziaria la Segreteria di Stato operi “per mezzo di un budget approvato attraverso i meccanismi abituali, con le procedure proprie richieste a qualsiasi Dicastero, salvo per ciò che riguarda le materie riservate che sono sottoposte a segreto, approvate dalla Commissione nominata a questo scopo”.

Il controllo e la vigilanza spettano alla Segreteria per l’Economia su tutti gli Enti della Curia Romana. La Segreteria di Stato, in materia di vigilanza economica e finanziaria. “non avrà responsabilità di vigilanza e controllo di nessun Ente della Santa Sede, né di quella ad essa collegati”. Tenendo conto che “La Segreteria di Stato non dovrà amministrare né gestire patrimoni, sarà opportuno che ridefinisca il proprio Ufficio amministrativo, oppure valuti la necessità della sua esistenza”.

 

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05 novembre 2020, 13:08