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Santa Sede all'Osce sulla libertà di espressione: i media siano inclusivi e rispettosi

Pluralità di punti di vista, partecipazione ai dibattiti pubblici, controllo sulla correttezza e trasparenza dell'informazione anche sui social media: l'auspicio della delegazione della Santa Sede in tema di libertà di espressione si intreccia con la libertà di religione e il rispetto delle comunità

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano

Protezione e responsabilità dei media: su questi due punti la delegazione della Santa Sede all'Osce, Organizzazione per la sicurezza e la Cooperazione in Europa, ha aperto il suo intervento nell'ambito della seconda riunione supplementare sulla Dimensione umana del 2020 dedicata ai temi della libertà di espressione, media e informazione."Per far progredire la verità, la libertà, la giustizia e la solidarietà nella società, i media - in qualsiasi forma - devono essere protetti e deve essere garantita la libertà che la comunità internazionale ha riconosciuto. Allo stesso tempo  bisogna riconoscere che la libertà di espressione, come ogni diritto umano, ha delle responsabilità che non possono essere ignorate".

Media e etica

La Santa Sede ribadisce il fondamento etico dei media nella società, centrati su "persona e comunità" fine e misura dell'uso dei mezzi di comunicazione per lo sviluppo umano integrale, perché "i media non fanno nulla da soli; sono strumenti, strumenti, usati come le persone scelgono di usarli".

Libertà di espressione e di religione

Non è accettabile - ribadisce inoltre la Santa Sede - nascondersi dietro la libertà di espressione come giustificazione per la discriminazione, l'ostilità o la violenza contro una religione o i suoi membri. La libertà di espressione deve includere rispetto e spazi per le opinioni, anche se differenti, senza precludere dibattiti critici o discussioni serie sulla religione. La Santa Sede richiama quindi i media alla responsabilità di dare, delle questioni religiose, resoconti "equi e accurati" permettendo ai membri delle comunità di esprimere le proprie opinioni e incoraggiando in merito lo sviluppo di  linee guida specifiche.

Partecipazione delle comunità religiose alla vita pubblica

Nell'intervento della rappresentanza pontificia anche l'auspicio che i mezzi di comunicazione di massa siano inclusivi e incoraggino scambi di idee e punti di vista ricchi e ampi e che le Istituzioni coinvolgano nei dibattiti pubblici i rappresentanti delle comunità religiose perché possano esprimere il loro punto di vista sulla base delle convinzioni morali derivanti dalla loro fede e dare così il loro contributo alla vita dei rispettivi Paesi. 

Un'attenzione particolare, poi la Santa Sede la pone sull'uso di Internet, e in particolare sui social network, che possono diventare strumenti lesivi e veicoli di messaggi di odio e denigrazione. Per evitare questo i fornitori di servizi Internet e i servizi di social network dovrebbero, secondo la Santa Sede, essere incoraggiati ad adottare standard chiari, trasparenti e non discriminatori, che impediscano ogni forma o comportamento segnato da intolleranza.

Il divario digitale e i suoi effetti negativi

In conclusione, una riflessione su quanto accaduto in tempo di pandemia, laddove le disuguaglianze nell'accesso all'informazione hanno posto ancor di più le persone in situazioni di vulnerabilità e a maggior rischio di sofferenza, in particolare in società e contesti di povertà. Il divario digitale tra ricchi e poveri - afferma la Santa Sede - potrebbe costare delle vite, soprattutto quando le informazioni cruciali non sono tempestive. Senza l'accesso a informazioni responsabili, trasparenti e aggiornate,si creano infatti disuguaglianze ancora più ampie in mezzo a sofferenze già estese. Dunque l'appello finale è di fare ogni sforzo per garantire l'accesso all'informazione pieno ed effettivo a tutti percorrendo le strade del diritto e dello sviluppo economico.

 

 

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23 giugno 2020, 07:54