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Eugenio Murrali - Città del Vaticano

鈥淪iate Santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono Santo鈥�, prende spunto dalla Liturgia della Parola, da questo invito del Levitico, il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, per ricordare nella sua omelia a Santa Maria Maggiore la figura di don Luigi Giussani. Il fondatore della Fraternità di Comunione e Liberazione, di cui ricorre il 38simo anniversario dal riconoscimento pontificio, tornava infatti alla Casa del Padre quindici anni fa.

鈥淒on Gius鈥�, cuore inquieto, in cerca di Cristo

Con questo richiamo alla ricerca della santità, sottolineato anche attraverso le parole di Sant鈥橝gostino - 鈥淭u ci hai fatti per te e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te鈥� -, il cardinale ha voluto ricordare la 鈥渕eta di ogni vocazione cristiana鈥� e sottolineare il senso stesso della vita del Servo di Dio, Luigi Giussani. Il cradinale Parolin lo descrive così: 鈥淯n cuore inquieto era il cuore del 鈥榙on Gius', come veniva affettuosamente chiamato, continuamente proteso alla ricerca della bellezza e della verità. Un cuore inquieto e mendicante dell鈥檃more del Signore Gesù鈥�. E riporta all鈥檃ssemblea le parole di Giussani stesso: 鈥淚l vero protagonista della storia è il mendicante: Cristo mendicante del cuore dell鈥檜omo e il cuore dell鈥檜omo mendicante di Cristo鈥�.

Don Giussani e la novità del cristianesimo

鈥淟a vera ed evidente novità del cristianesimo per don Giussani è che il mistero stesso di Dio ci viene incontro, si fa carne鈥�, spiega Parolin. E fa riferimento all鈥檌ncontro personale con Cristo che è stato al centro della vita del sacerdote, già durante l鈥檌nfanzia in famiglia, per poi perfezionarsi negli anni del seminario e trovare piena espressione nella nascita e diffusione di Comunione e Liberazione. Il cristianesimo è 鈥渓鈥檃nnuncio di un avvenimento accaduto, che sorprende gli uomini allo stesso modo in cui, duemila anni fa, l鈥檃nnuncio degli angeli a Betlemme sorprese dei poveri pastori鈥�, sono ancora parole del Fondatore di CL, riportate dal porporato per spiegare come questa sorpresa sia un avvenimento che sgorga dalla presenza di Cristo nella storia.

L鈥檌mpegno per la non scristianizzazione

Dietro la fondazione di Comunione e Liberazione c鈥檈ra l鈥檌ntuizione di don Giussani che il mondo andava scristianizzandosi, che si abbandonava e diventava 鈥渋ndifferente e ignorante della fede鈥�. 鈥淥ccorreva - spiega il cardinale dando conto della ricerca di don Luigi - riportare la vitalità del cristianesimo negli ambienti della vita quotidiana鈥�. Per questo chiese al suo Arcivescovo, il Beato Alfredo Ildefonso Schuster, di lasciare l鈥檌nsegnamento in seminario per quello alle scuole superiori. Sono gli anni al Liceo classico Berchet di Milano, che il cardinale Parolin ricorda attraverso le parole di Benedetto XVI, pronunciate nel 2007 in occasione dell鈥檜dienza concessa al Movimento: 鈥淪鈥檌mpegnò a ridestare nei giovani l鈥檃more verso Cristo 鈥榁ia, Verità e Vita鈥�, ripetendo che solo Lui è la strada verso la realizzazione dei desideri più profondi del cuore dell'uomo, e che Cristo non ci salva a dispetto della nostra umanità, ma attraverso di essa鈥�.

La capacità di ascoltare lo spirito

鈥淒ocile a quello che Dio suscitava in lui - continua il cardinale nell鈥檕melia - don Giussani aveva l鈥檌ndubbio dono di saper ridestare le domande più vere e profonde che albergano nel cuore di ogni essere umano, consapevole com鈥檈ra che se la domanda esiste è perché la risposta esiste: attende solo di poter essere conosciuta, incontrata鈥�. Per Parolin, questo Servo di Dio era capace di 鈥渢rovare il terreno comune attraverso il quale agganciare l鈥檜manità dell鈥檃ltro鈥�, fosse credente o ateo, ebreo o buddista, con la consapevolezza che 鈥渋l Signore Gesù suscita nell鈥檜omo un鈥檃ttrattiva profonda dinanzi alla quale non può rimanere indifferente鈥�. E nuovamente Parolin torna al Levitico: 鈥淟a santità, cui oggi la liturgia ci richiama è precisamente la nostra risposta affermativa alla dirompente novità di Dio che ci precede e ci raggiunge, cambiando la nostra vita鈥�.

Un continuo 鈥渟ì鈥� a Cristo

Don Giussani ha ripetuto tutta la vita quel 鈥渟ì鈥� che aveva pronunciato il giorno della sua ordinazione sacerdotale. Il cardinale Parolin ne è convinto e richiama : donando la sua vita, "ha trovato la vita non solo per sé, ma per tanti altri", poiché ha condotto "non a sé ma a Cristo".

Comunione e Liberazione: dono di Dio alla Chiesa

鈥淒all鈥檃desione libera e consapevole al Signore da parte di don Giussani - continua il cardinale Parolin - è nato il Movimento di Comunione e Liberazione, dono di Dio alla Chiesa, di cui è parte viva ed integrante鈥�. Dono dal carattere universale, come ogni dono di Dio, Comunione e Liberazione deve, secondo il Segretario di Stato, 鈥渃ontinuare a offrire il suo contributo ecclesiale mostrando - oggi forse ancor più che in passato - la ragionevolezza della fede e la sua pertinenza alla vita quotidiana鈥�. E deve offrire la testimonianza di Cristo in ogni ambito.

No a un museo di ricordi e alle divisioni

Citando le parole di Papa Francesco in occasione di un , il Segretario di Stato invita a non ridurre la fecondità spirituale di Don Giussani 鈥渁 un museo di ricordi, di decisioni prese, di norme di condotta鈥�. Ognuno deve infatti rinnovare il proprio 鈥渟ì鈥� personale al Signore. Il cardinale esorta poi a tenere presente il monito di San Paolo presente nella seconda lettura della liturgia: 鈥淣essuno ponga il suo vanto negli uomini鈥�. Aggiunge Parolin : 鈥淥gni volta che si perde di vista il cuore dell鈥檃vvenimento cristiano, sorgono facilmente lotte e contese. Ciò che ci è stato donato può diventare oggetto di pretesa e di dominio. E allora ci si ritrova divisi: chi è di Cefa, chi è di Paolo, chi di Apollo. Invece, don Giussani ha insegnato che solo rimanendo attaccati al Signore e alla Chiesa si è veramente fecondi鈥�.

Don Giussani e il legame speciale con Pietro

Il fondatore di Comunione e Liberazione muore il 22 febbraio 2005, festa della Cattedra di San Pietro. A partire da questa corrispondenza il Segretario di Stato descrive la relazione speciale tra don Giussani e San Pietro: 鈥淐鈥檈ra una particolare consonanza umana fra l鈥橝postolo Pietro e lo stesso don Giussani. Nella vita di Pietro - continua il cardinale -, don Giussani vedeva riflessa tutta l鈥檈fficacia della pedagogia di Cristo鈥�. Secondo Parolin 鈥渘ell鈥檌rruenza, nel generoso slancio ideale, come pure nella fragilità di Pietro鈥�, don Giussani vedeva 鈥渓鈥檈mblema della creatura redenta鈥�. Una relazione quella con l鈥檃postolo Pietro che si può riassumere in tre punti: la forza dell鈥檌ncontro con Cristo, il dramma del peccato, la potenza della misericordia divina.

Un abbraccio di misericordia

Il cardinale Parolin, in conclusione della sua omelia, si riferisce nuovamente alle parole di Papa Francesco, per spiegare la vita cristiana come risposta alla sorprendente misericordia di Dio: 鈥�È grazie a questo abbraccio di misericordia 鈥� sono le parole di Papa Francesco 鈥� che viene voglia di rispondere e di cambiare, e che può scaturire una vita diversa鈥�. Nel suo discorso il Papa ricordava ancora che 鈥渓a morale cristiana non è lo sforzo titanico, volontaristico, di chi decide di essere coerente e ci riesce, una sorta di sfida solitaria di fronte al mondo, bensì la risposta commossa di fronte a una misericordia sorprendente, imprevedibile, addirittura 'ingiusta' secondo i criteri umani, di Uno che mi conosce, conosce i miei tradimenti e mi vuole bene lo stesso鈥�.

L鈥檃ffidamento a Maria

Ricordando infine la consapevolezza di Don Giussani, il suo vincolo profondo con Pietro e i suoi successori, 鈥渞occia sulla quale il Signore ha scelto di edificare la Chiesa suo popolo鈥�, il cardinale Parolin si affida a 鈥淢aria , Madre della Chiesa e madre nostra鈥�, cui è dedicata la Basilica dove la Messa è celebrata: 鈥淓lla, che con il suo 鈥榮ì鈥� ci ha aperto le porte dell鈥檈terna salvezza - conclude il Segretario di Stato - ci sostenga nelle fragilità e nelle debolezze della vita quotidiana e ci ottenga di rinnovare fiduciosi il nostro personale 鈥榮ì鈥� al Signore per spargere in tutto il mondo il profumo del suo Figlio, Gesù Cristo nostro Signore鈥�.