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Il cardinale Parolin in visita al carcere di Opera a Milano Il cardinale Parolin in visita al carcere di Opera a Milano 

Parolin tra i detenuti di Opera per portare la vicinanza di Francesco

Una giornata a Milano per il cardinale Pietro Parolin, trascorsa tra i detenuti del carcere di Opera, nella periferia della città, e poi a Quarto Oggiaro dove il segretario di Stato vaticano ha inaugurato una struttura che ospiterà alcuni nuclei di mamme con bambini fuggiti da guerre e violenze. Un messaggio di solidarietà che contrasta con la globalizzazione dell'indifferenza, ha sottolineato

Adriana Masotti - Città del Vaticano

"Mi avete accolto come una persona importante, ma io vi porto la vicinanza di una persona più importante di me, di Gesù prima di tutto e poi di Papa Francesco". Lo ha detto il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin nella sua visita, ieri, al carcere di massima sicurezza di Opera, nella periferia di Milano, che conta 1300 detenuti. A riceverlo la vice direttrice dell’Istituto, Mariantonietta Tucci, il comandante del reparto della polizia penitenziaria, Amerigo Fusco e il cappellano, don Francesco Palumbo e poi i volontari e gli agenti.

"Il senso del pane": un'opportunità di riscatto

Il cardinale Parolin ha visitato i diversi laboratori sorti all’interno del carcere e parlato con i detenuti presenti, in particolare si è recato a vedere il laboratorio “Il senso del pane” che, allestito dalla Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, dal 2016 produce ostie destinate alle parrocchie di tutto il mondo. Benedicendo il laboratorio Parolin ha osservato che con questo lavoro, i detenuti collaborano con il Signore perché Lui possa dare la vita a tante persone. “Con questo lavoro - ha spiegato il presidente della Fondazione, Arnoldo Mosca Mondadori - vogliamo offrire un riscatto spirituale, umano e sociale a ragazzi che hanno compiuto reati, ma hanno intrapreso un percorso di cambiamento interiore".

Laboratori simili in diverse parti del mondo

Un’esperienza, quella milanese, che è già stata esportata in altre parti del mondo dove a produrre le ostie per la messa sono persone in condizione di marginalità: in Mozambico sono ex detenuti, in Spagna donne vittime della tratta; a Pompei persone con disabilità della Comunità Giovanni XXIII, in Sri Lanka giovani ragazze e prossimamente altri laboratori apriranno in Etiopia, con i bimbi di strada di Addis Abeba, in Ruanda e a Buenos Aires. Tra i presenti anche padre Giannicola Simone, barnabita, che ha confidato a Parolin l’intenzione di aprire un laboratorio analogo nel carcere di Merida in Messico, dove operano i suoi confratelli. Un gemellaggio eucaristico tra Opera e Merida, ha commentato il cardinale.

A Natale Cristo viene per ridarci la speranza 

Prima di recarsi nel reparto del carcere che ospita i laboratori artistici delle persone in Alta Sicurezza, il cardinale Parolin, ha fatto tappa nella cappella per un momento di preghiera con i detenuti. Stringendo loro le mani, li ha ringraziati per l’accoglienza semplice e fraterna e ha portato a tutti i saluti di Papa Francesco che, ha ricordato, ha a cuore la situazione di quanti vivono nelle carceri. Il segretario di Stato ha sottolineato che la vicinanza della Chiesa ai detenuti non è solo di un atteggiamento umano, ma un dovere se si vuol essere veri discepoli di Gesù. A Natale festeggiamo la nascita di Cristo, ha ricordato, e Gesù si è fatto vicino a noi, è venuto per condividere tutto di noi e per aprirci alla speranza. Il mistero del Natale è proprio questo, ha proseguito, un Dio che si è fatto vicino a noi, che fa sue le nostre sofferenze per darci la speranza di diventare persone nuove. E proprio ad Opera è stata lanciata ieri la proposta, ed è il primo carcere in Italia a ideare una iniziativa simile, di ritrovarsi in preghiera un giorno a settimana per il Papa.

L'inaugurazione del progetto di Arché, luogo di relazioni

La giornata del cardinale Parolin a Milano ha visto un altro momento significativo. Al termine della visita all’istituto di pena, il segretario di Stato ha voluto inaugurare il borgo solidale “La Corte di Quarto”, una casa per mamme e bambini con fragilità, aperta da Arché, onlus nata nel 1991, a Quarto Oggiaro. Il progetto intende accompagnare per un periodo donne in fuga da violenze e dalle guerre. Padre Giuseppe Bettoni, fondatore e presidente di Arché, ha presentato il progetto dicendo che “questo non è solo un tetto ma è un luogo di condivisione e di relazioni, perché le relazioni curano e aiutano moltissimo queste mamme a recuperare la voglia di futuro”. Il cardinale Parolin ha sottolineato l’importanza che lo Spirito del Signore continui a suscitare uomini e donne che sanno intercettare i bisogni e dare risposte. 

Tra gli ospiti donne e bambini con fragilità

La palazzina prevede 14 unità abitative per accogliere mamme con i loro bimbi, singoli o coppie che scelgono di vivere un’esperienza di vicinato solidale e una piccola fraternità di religiosi e laici. Allestito anche uno spazio aperto alla cittadinanza, dove sono previste varie iniziative tra cui un servizio di counseling per i genitori del territorio. Un messaggio di solidarietà per tutta Milano, ha detto il cardinale Parolin, perché testimonia che, di fronte a tante difficoltà e tanti disagi, non bisogna chiudere gli occhi.  

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18 dicembre 2019, 13:50