I Papi di fronte alla telecamera. Da Pio XII a Papa Francesco
Debora Donnini – Città del Vaticano
“Un interessante viaggio tra passato e presente, da Papa Pio XII a Papa Francesco”. Così il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, nella Prefazione al libro "I Papi di fronte alla telecamera. Da Pio XII a Papa Francesco", di Martina Luise, edito dalle Edizioni Aracne. Un rapporto, quello fra Chiesa e immagini in movimento, che prende il via formalmente negli anni ’50 con Pio XII, “incamminandosi – ricorda il porporato – lungo un tracciato fatto, come sempre, di slanci di fiducia e frenate di precauzione, con una particolare attenzione agli aspetti educativi”. Ma già nel 1896 Papa Leone XIII si lasciò riprendere dal cinematografo nei Giardini vaticani.
Il cardinale Parolin richiama alcuni momenti paradigmatici del rapporto fra i Papi e la televisione: dal discorso televisivo del 1949 di Pio XII alla tv francese, in occasione della Pasqua, al celebre “discorso della Luna” di San Giovanni XXIII del 1962, irradiato poi nel mondo dalla tv; dal viaggio di Paolo VI in Terra Santa al cambio di passo con san Giovanni Paolo II che promuove la nascita del Centro Televisivo Vaticano nel 1983, con la scelta, poi, di non nascondere al mondo la propria sofferenza fisica. E, ancora di Benedetto XVI rimangono impresse le immagini del volo a Castel Gandolfo così come l’elezione di Papa Francesco che, nota il cardinale Parolin, “ha impresso da subito un cambio di passo nel modo di essere Chiesa”. Ricordando le sue parole dinanzi alla folla di Piazza San Pietro, il segretario di Stato sottolinea le scelte registiche del CTV con movimenti della macchina, che hanno permesso di fondere i due sguardi: quello dei fedeli in Piazza verso il Pontefice e quello del Papa e così si è instaurato “nella forma del racconto quello che è divenuto lo stile del Pontefice: l’incrocio di sguardi, preludio dell’abbraccio suo personale e della Chiesa per ogni uomo e ogni donna”.
Un percorso di oltre 60 anni
Il libro, che porta l'introduzione di Sergio Zavoli e la postfazione di Raniero La Valle, ripercorre dunque le orme di questa storia, analizzando dal 1954 - anno in cui la televisione arriva in Italia - come i Pontefici si siano confrontati con questo media. Un percorso che si snoda con le testimonianze di esperti e protagonisti nell’arco di oltre sessanta anni di storia della Santa Sede anche con attenzione al ruolo della RAI e successivamente di Tv 2000 e del Centro Televisivo Vaticano.
La comunicazione dei Papi in vista dell’annuncio del Vangelo
Apprezzamento è stato espresso dal cardinale Bassetti, intervenuto alla presentazione assieme al cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, al prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Paolo Ruffini, e a Valentina Alazraki, decana dei vaticanisti. Il cardinale Bassetti ha messo in rilievo come i Papi si siano aperti al mondo contemporaneo comprendendo la potenzialità dei nuovi media, testimoniando come la Chiesa sia una Chiesa in uscita. Un testo geniale e di facile lettura l’ha definito il cardinale Coccopalmerio, notando come parlare dei Papi offra l’opportunità di far conoscere ai lettori molti avvenimenti ecclesiali. La giornalista Valentina Alazakri si è soffermata in particolare sulla straordinaria capacità comunicativa sia di san Giovanni Paolo II sia di Papa Francesco. Ha ricordato le due prime conferenze stampa in aereo di entrambi, nelle quali era presente. In particolare a colpirla è stata quella che chiama “la potenza del silenzio” degli ultimi tempi di Papa Wojty?a come quando non gli uscì la voce. Nella comunicazione di Papa Francesco torna la verità dell’incontro, di guardare ed essere guardato, e così si testimonia la fede, ha evidenziato poi Ruffini mettendo in guardia dal rischio del nostro tempo di finire in un gioco di specchi, in cui alla fine si guarda solo sé stessi.
Il libro vuole racchiudere in sé il senso della Chiesa che si apre alla comunicazione per trasmettere il proprio messaggio, ha detto nell’intervista a Pope l’autrice del libro, Martina Luise, sottolineando l’importanza per i Papi di usare anche il mezzo televisivo per annunciare il Vangelo:
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