Dieci anni fa la Caritas in Veritate, un ponte tra Paolo VI e Francesco
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Dieci anni dopo la pubblicazione, la Lettera enciclica continua a parlare al presente con insegnamenti sullo sviluppo dell’uomo in un’ottica integrale: il fondamento, più che mai attuale, è il rispetto della persona, al di là dei meri aspetti economici e materiali. A questa enciclica è stato dedicato oggi il Convegno internazionale organizzato nella Casina Pio IV, in Vaticano, dal Dicastero per la Promozione dello Sviluppo umano integrale e incentrato sul tema: “Caritas in Veritate – 10.mo anniversario. Teoria e prassi dello sviluppo”.
Dalla Populorum Progressio alla Caritas in Veritate
La Lettera enciclica “Caritas in Veritate” affonda le proprie radici nel magistero di Papa Paolo VI, in particolare nella lettera enciclica , pubblicata immediatamente dopo la conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II
L’autentico sviluppo riguarda l’intera persona
Riferendosi all’enciclica di Papa Montini, Benedetto XVI sottolinea che “l'autentico sviluppo dell'uomo riguarda unitariamente la totalità della persona in ogni sua dimensione”. “Senza la prospettiva di una vita eterna - si legge nella Caritas in Veritate - il progresso umano in questo mondo rimane privo di respiro. Chiuso dentro la storia, esso è esposto al rischio di ridursi al solo incremento dell'avere; l'umanità perde così il coraggio di essere disponibile per i beni più alti, per le grandi e disinteressate iniziative sollecitate dalla carità universale”.
Dalla Caritas in Veritate alla Laudato si’
La Caritas in Veritate di Benedetto XVI viene ripetutamente citata nella Lettera enciclica sulla cura della casa comune.
Attualità della Caritas in Veritate
Lo sviluppo dell’uomo nella sua integralità è la missione centrale del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Per tale ragione, durante il Convegno internazionale nella Casina Pio IV, si è cercato di approfondire con rappresentanti della Chiesa, esperti del mondo dell’economia, accademici, ed esponenti delle organizzazioni internazionali e non governative, l’impatto che l’enciclica stessa riserva ancora per la società contemporanea.
Zamagni: la Caritas in Veritate è un punto di svolta
La grande novità del magistero di Papa Benedetto XVI "risiede nel metodo, cioè letteralmente nella via adottata per leggere le res novae di un tempo, quale è l’attuale, connotato da due eventi assolutamente inediti: la globalizzazione dell’economia e soprattutto della finanza e la rivoluzione delle nuove tecnologie, che hanno modificato alla radice non solo i modi di produzione nelle imprese, ma pure l’organizzazione stessa della società". È quanto ha sottolineato Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, intervenendo nella Casina Pio IV al convegno internazionale sulla Caritas in Veritate.
R. – 10 anni fa la Caritas in Veritate ha segnato un punto di svolta nella Dottrina sociale della Chiesa per alcuni elementi di novità che meritano di essere sottolineati. Il primo è l’enfasi che viene data al concetto di impresa e di imprenditore, cosa che non era mai successo prima nei documenti di Dottrina sociale della Chiesa. Nella Caritas in Veritate, queste due parole ricorrono tantissime volte perché il Papa ha voluto sottolineare che l’impresa non è soltanto l’impresa di tipo capitalistico. Ci sono altre forme di impresa, per esempio le imprese cooperative, le imprese di comunione, le imprese sociali... Fino ad allora si dava per scontato che l’unico tipo di impresa, titolato ad operare nel mercato, fosse l’impresa for profit, cioè di tipo capitalistico. Benedetto XVI sottolinea che questa "è una forma di riduzionismo inaccettabile”. La seconda novità è quella che allora scandalizzò. Benedetto dice: “Il principio del dono come gratuità deve entrare dentro la vita economica ordinaria e non deve, invece, essere lasciato a parte per la sfera del sociale”. Questo scandalizzò. Oggi, finalmente, questo concetto è accettato. In altre parole, non si può continuare con la logica dei due tempi: prima i profitti ad ogni costo, anche violando principi e diritti umani fondamentali, poi dopo la filantropia. Questo non è accettabile. La terza novità è lo spazio che in questa enciclica viene dato al principio di fraternità. In nessuna altra enciclica veniva dato al principio di fraternità una valenza sul piano economico e sociale. Infine, una parola importante e direi decisiva: la sottolineatura del sottotitolo dell’enciclica "per uno sviluppo umano integrale". Nella Caritas in Veritate, Papa Ratzinger chiarisce a tutto tondo cosa deve intendersi per sviluppo umano integrale. E queste sono novità di non poco conto.
Un punto di svolta, quello impresso da Papa Benedetto proprio nella visione di un tessuto economico integrale. Papa Francesco raccoglie gli insegnamenti di Benedetto...
Papa Francesco è quello che, in una maniera del tutto sorprendente, non fa altro che sviluppare e portare a compimento queste intuizioni e questi suggerimenti. Papa Francesco non si limita a ricordare alcuni punti di quella enciclica, ma dice: “Dobbiamo dare ali” e i risultati li stiamo vedendo. Pensiamo all’iniziativa “Economia di Francesco” del prossimo mese di marzo ad Assisi. Si tratta, come in altri casi, di una specifica concretizzazione della Caritas in Veritate. Se prestiamo attenzione, il pontificato di Papa Francesco può essere letto come una concretizzazione, a livello operativo, di quelle intuizioni che la Caritas in Veritate aveva ospitato.
Becchetti: si passi dalla protesta alla proposta
La Dottrina sociale della Chiesa sta dando un contributo eccezionale alle scienze sociali. Così a Pope Il professor Leonardo Becchetti, ordinario di economia politica all’Università di Tor Vergata e membro del Comitato scientifico delle Settimane sociali dei cattolici italiani:
R. – Questa enciclica ha messo in luce una rivoluzione perché usa un approccio a 4 mani per la politica economica. Ci dice chiaramente che i problemi di una società così complessa non li possono risolvere solo il mercato e lo Stato. Abbiamo bisogno di un aiuto di una terza mano: quella della cittadinanza attiva, che vota con il portafoglio. Abbiamo bisogno anche di una quarta mano che è quella delle imprese responsabili. Questa è la grande rivoluzione della Caritas in Veritate. Realizzare questa rivoluzione è oltremodo urgente perché, come vediamo, i leader politici da soli oggi non ce la fanno: hanno una situazione troppo difficile da gestire sono prigionieri dei sondaggi del giorno dopo. Quindi, è assolutamente necessario un cambiamento dal basso.
Le radici della Caritas in Veritate affondano nella Populorum Progressio di Papa Paolo VI. Emerge nell’enciclica di Papa Montini con forza il concetto di sviluppo autentico dell’uomo. Papa Benedetto poi aggiorna questa enciclica parlando di uno sviluppo integrale che coinvolge ogni dimensione della persona umana. Nella Laudato si’ di Papa Francesco emerge il concetto di ecologia integrale. Quindi, attraverso la visione dei Papi, c’è uno sguardo d'insieme che completa quello che singolarmente non possono fare discipline come l’economia, la politica...
R. – La Dottrina sociale della Chiesa sta dando un contributo eccezionale alle scienze sociali perché sta facendo capire chiaramente che dietro la crisi della dignità del lavoro, la crisi ambientale, c’è una crisi più profonda che è di senso della vita, io la chiamerei di insostenibilità umana. Il primo problema alla radice di tutti quanti è quello della ricchezza di senso della vita. Risolvendo questo problema possiamo poi risolvere a monte tutti gli altri problemi di dignità del lavoro, di sostenibilità ambientale.
Avendo questa meta così alta davanti, come tradurre concretamente gli insegnamenti, la visione dei Papi?
R. – La questione fondamentale è che ci vuole un innesco, ci vuole una leva. Questa leva è chiaramente la capacità di trasformare questa energia che c’è oggi. Bisogna passare dalla protesta alla proposta. Se chi scende in piazza fosse consapevole del fatto che non sarà un governo perfetto a cambiare le cose, ma che può iniziare a cambiarle lui. Cambiando le abitudini di consumo, gli stili di vita come dice la Laudato si’ e la Caritas in Veritate, le scelte di consumo e di risparmio, il mondo veramente può cambiare perché cominciano a cambiare i rapporti di forza economici e la spinta che arriva verso governi e imprese che pure stanno cercando di fare qualcosa, diventa fondamentale.
La voce dei popoli è una leva imprescindibile e fondamentale affinché le azioni dei governanti siano il più possibile in linea con lo sviluppo umano integrale...
R. - Assolutamente sì, ma è una voce che deve passare dalle strade ai negozi perché è nei negozi che si decidono le sorti del mondo, i rapporti di forza tra imprese, Stati e popoli e facendo questo cambiamento le cose possono veramente modificarsi.
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