Giovanni Paolo II e il rapporto speciale con la Filmoteca
Eugenio Bonanata – Città del Vaticano
Andare a vedere un film. Per Giovanni Paolo II era una consuetudine che si concedeva soprattutto nel periodo natalizio. “Veniva in Filmoteca almeno una volta l’anno”, precisa la delegata della Filmoteca Vaticana, Claudia di Giovanni, nella quarta puntata del Web Doc dedicato al sessantesimo compleanno dell’istituzione.
Il ricordo di mons. Planas
Di questo rapporto speciale, così come delle tante anteprime, più volte ha parlato anche mons. Enrique Planas, vera e propria colonna portante della Filmoteca assieme al cardinale polacco Andrzej Maria Deskur, che ebbe un ruolo chiave fin dalle fasi di gestazione della Filmoteca. Il card. Deskur, al quale è intitolata la sala di visione, era anche grande amico e consigliere di Wojtyla. E c’era anche lui quando il Papa si recava a Palazzo San Carlo.
Discrezione
Giovanni Paolo II arrivava solitamente in compagnia delle suore, dei segretari e di alcuni collaboratori della curia romana. A volte c’erano anche i registi, come Roberto Benigni. Assieme a lui, e a poche altre persone, vide ‘La Vita e Bella’. “L’evento – racconta di Giovanni – si è svolto nella più totale riservatezza”. I nostri capi ce lo dissero soltanto il giorno dopo. Nessuno ha saputo nulla finché la proiezione non si è realizzata. E non ce ne siamo accorti neanche i giorni prima. Non c’è stato alcun fermento”.
Il clima
I presenti hanno riferito che nell’occasione il Papa e il regista ebbero un colloquio intenso con accenti profondi, ci fu un momento di vicinanza spirituale e uno scambio di doni. “Giovanni Paolo ha mostrato molto interesse per il film”, afferma mons. Planas che ricorda la commozione di Benigni il quale arrivò appositamente da Los Angeles dove si trovava per la cerimonia di consegna degli oscar.
Le donazioni
Il Pontefice polacco, che definì il cinema “un dono di Dio”, con la regista Liliana Cavani, ha visto anche il film ‘Francesco’. È una delle pellicole contenute nello scrigno della Filmoteca, come molte altre che provengono dall’appartamento pontificio. Si tratta di doni che venivano fatti ai pontefici. “L’istituzione – aggiunge di Giovanni – si regge unicamente sulle donazioni”. Un percorso che ha visto in primo piano mons. Planas. “All’inizio – precisa - la Filmoteca era solo sulla carta. Poi abbiamo allestito la sala di visione, un piccolo centro studi al piano superiore ed esteso i fondi in modo tale che non mancassero i grandi classici”.
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