Le origini della Filmoteca Vaticana
Eugenio Bonanata – Città del Vaticano
Incontri, conferenze e presentazioni di film con grandi registi. In queste occasioni, giornalisti e addetti ai lavori hanno potuto conoscere la sala di visione della Filmoteca Vaticana. Negli ultimi tempi, ad esempio, da qui sono passati Martin Scorsese e Wim Wenders per ‘Silence’ e ‘Papa Francesco. Un uomo di parola’. Ma cosa c’è dietro questa sala?
Le radici
Alcuni documenti definiscono il luogo come ‘il cinema dei Papi’, ricordando che 15 anni prima in questi stessi locali era sorto l’Ufficio per i prigionieri di guerra con l’obiettivo di favorire i ricongiungimenti durante il conflitto grazie all’impiego della Radio Vaticana. Eppure, già prima del 1959, anche l’appartamento pontificio era dotato di una saletta di visione. Lo evidenziano le ultime ricerche citate nel primo episodio del Web Doc intitolato ‘Il Luogo’ da mons. Viganò, Vice-Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.
L’esigenza della conservazione
Dalle carte si evince anche che le bobine e i rulli provenienti dal Palazzo Apostolico venivano conservati all’interno di locali dati in custodia alla Gendarmeria Vaticana. In altri termini, quello sfociato nell’istituzione della Filmoteca da parte di Giovanni XXIII è un processo molto lungo che affonda le sue radici nel pontificato di Pio XII.
Chiesa e cinema
Il rapporto fra Pacelli e il cinema è noto (Pio XII ‘interpretò’ se stesso in ‘Pastor Angelicus’, la macchina da presa seguì il Papa nella sua giornata, fra vita pubblica e privata, utilizzando anche riprese datate e fotografie). Vale la pena sottolineare che per molto tempo il dibattito in seno alla Santa Sede si è soffermato sul coordinamento dell’attività dei cattolici nel mondo del cinema. Mons. Viganò precisa che alla fine, dopo una serie di commissioni che hanno cambiato continuamente denominazione durante il pontificato di Pio XII, prevalse la linea di concedere autonomia alle Chiese locali e alle istituzioni internazionali, mantenendo in Vaticano un luogo di attenzione sullo sviluppo della cultura del cinema.
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Giovanni XXIII, dunque, ha ereditato una storia che la Santa Sede aveva già avviato. E l’ha valorizzata con il varo della Filmoteca, definendo gli statuti di un’istituzione deputata a custodire i documenti filmici relativi alla storia della Chiesa e alla sua relazione con il mondo. Il tutto in un momento segnato dall’apertura di un dialogo con la modernità che ha trovato emblematica rappresentazione nell’annuncio del Concilio Vaticano II.
Vicino alla residenza di Papa Francesco
Siamo nel cuore del Vaticano a pochi passi da Casa Santa Marta all’interno di Palazzo San Carlo. Qui è situata la Filmoteca Vaticana che è composta da una sala di visione al piano terra e da un locale per la conservazione delle video cassette al piano superiore. Inoltre, nelle vicinanze, c’è un locale refrigerato per la custodia delle pellicole - chiamato ‘il cellario’ - che garantisce le stesse condizioni climatiche dei grandi musei.
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