Briefing del Sinodo: Foresta amazzonica al collasso ed Eucaristia al primo posto
Alessandro Di Bussolo â Città del Vaticano
Il grido dâallarme della scienza, che per bocca del premio Nobel per la pace 2007 Carlos Alfonso Nobre ricorda che siamo molto vicini ad un collasso della Foresta amazzonica, e quello della Chiesa, rappresentata dal vescovo emerito di Altamira Xingu, in Brasile, monsignor Erwin Kräutler, che denuncia come la centrale idroelettrica di Belo Monte, la terza più grande del mondo, sia unâaggressione a tutto lâecosistema, risuonano con forza nella Sala stampa della Santa Sede durante il terzo briefing del Sinodo dei vescovi per lâAmazzonia. Poco prima, sintetizzando i lavori della qunta congregazione generale, tenuta al mattino, il prefetto del Dicastero per la Comunicazione Paolo Ruffini, aveva sottolineato che alcuni padri sinodali hanno parlato di âecocidioâ e di peccati ecologici, a danno della creazione e dellâarmonia del Creato, che andrebbero riconosciuti e confessati, perché âpeccati contro Dio, contro il prossimo e le future generazioniâ.
Kräutler, l'Eucaristia è un obbligo per il cristiano
Lâ80 enne vescovo Kräutler, originario dellâAustria, che vive nella Foresta amazzonica da quando ne aveva 26, e da 30 anni è sotto scorta perché sostiene gli indios e difende la Foresta, ricorda che il Papa, nellâannunciare il Sinodo, âha chiesto unâattenzione speciale per i popoli indigeni, che sono a rischioâ. Sollecitato sulla proposta dellâordinazione di uomini sposati, monsignor Kräutler sottolinea che migliaia di comunità, in Amazzonia, ricevono lâEucaristia una o due volte lâanno âe lâEucaristia è fondamentale per il cristianoâ. âVogliamo che questi fratelli non abbiano solo la Parola, ma anche lâEucaristia, prosegue il vescovo. Câè il rischio di porre il celibato al di sopra dellâEucaristia. Ma il Signore, nellâUltima cena, ha detto: âFate questo in memoria di meâ, quindi per noi lâEucaristia è un obbligoâ.
Non bastano visite, nelle comunità isolate serve presenza
E ricordiamo, aggiunge, che âdue terzi di queste comunità cristiane senza sacerdoti sono coordinate da donne! Si parla tanto della valorizzazione della donna, ma abbiamo bisogno di cose concrete. Stiamo pensando al diaconato femminile, perché no, e anche questo è un argomento del Sinodoâ. Lâemigrazione rurale ha gonfiato le città in modo innaturale, commenta Kräutler rispondendo ad unâaltra domanda âe oggi per la Chiesa la sfida è riuscire a raggiungere tutta questa gente. Le chiese pentecostali sono arrivate prima di noi, e noi non siamo proprio presenti per la mancanza di sacerdoti, o di religiosi e religiose. Non basta visitare una comunità, la Chiesa devâessere presente sempre, con la celebrazione dellâEucaristia e lâamministrazione dei sacramentiâ.
Gli indigeni non capiscono il celibato dei presbiteri
Quindi, per il vescovo emerito di Altamita Xingu, "non c'è altra possibilità" che l'ordinazione sacerdotale di uomini sposati, âperché i popoli indigeni non capiscono il celibato. Le prime volte che arrivavo in un villaggio mi domandavano: âDove è tua moglie?â. Io dovevo dire che non lâavevo moglie, e loro sentivano una pena enorme per me. Per i popoli indigeni, almeno quelli che io conosco, lâuomo bianco forse può vivere celibatario, ma per loro è come nella Lettera di San Paolo a Timoteo: âChe lâ uomo abbia una donna e che per primo si prenda cura della casa'. Allora, con questa qualità, sarà pronto per prendersi cura di una casa più grande che è la comunità.
La centrale di Belo Monte è "un'aggressione all'ecosistema"
Prima di rispondere ai giornalisti, nel suo intervento, monsignor Kräutler aveva denunciato che âlâAmazzonia è vista sempre come una provincia per depredare, prima dal legno e dai minerali, oggi dallâenergia. Presto avremo 1000 centrali idroelettriche, alcune sono già in costruzione, altre lo saranno. Ma non ne abbiamo più bisogno. In Amazzonia abbiamo il sole dalle 6 alle 18, sfruttiamo lâenergia solare e sostituiamola allâidroelettrico, che è unâaggressione allâecosistema, anche per la centrale di Belo Monte lo hanno sempre negatoâ. Il presule austro-brasiliano è un testimone diretto: âIo ci vivo e sento le conseguenze: il fiume Xingu non è più lo stesso, aree allagate, foreste disboscate, tonnellate di pesce morto, abitanti spostati in case prefabbricate, minuscole. Il popolo locale non è mai stato consultato! Era tutto già preparato a Brasilia, ci siamo trovati di fronte al fatto compiutoâ. Altamira poi âè una delle città più violente del Brasile. Tanti giovani sono senza prospettive, e cadono nella trappola delle drogheâ. La Chiesa, per Kräutler, deve continuare a "richiamare lâattenzione su tutto quello che sta succedendo, dando informazioni scientifiche". Nel corso della storia, ricorda, "abbiamo sempre difeso i popoli indigeni, e nel 1988 la Chiesa cattolica è riuscita ad inserire i loro diritti nella costituzione federale. Oggi è in corso una campagna anti indigena dei politici, incluso il governo, perchè sono visti come un ostacolo al progresso. Noi non li guardiamo come oggetto di carità, ma ci mettiamo al fianco degli indigeni per la difesa della loro vita".
Nobre: la Foresta è vicina al punto di non ritorno
Prima di lui, il brasiliano Carlos Alfonso Nobre, premio Nobel per la pace 2007, climatologo, uno dei massimi esperti di riscaldamento globale, che studia lâAmazzonia da 40 anni, sintetizza i temi di un documento realizzato appositamente per il Sinodo. Ricorda che lâAmazzonia è il cuore ecologico del pianeta, con unâimmensa socio e bio-diversità. Ma, denuncia, âsiamo molto vicini al collasso della Foresta amazzonica, la scienza lo dice con assoluto rigore. Come la dice che è vicino il crollo della Casa Comuneâ. Se si arriva a distruggere il 20-25 per cento della foresta, è lâallarme di Nobre, âpoco dopo la savana coprirà il 60 per cento dellâarea. Oggi la foresta è stata distrutta al 15 per cento. Siamo vicini al punto di non ritornoâ.
L' aiuto può venire dalla tecnologia e dalla bioeconomia
Che fare? Si domanda lo scienziato. âLe tecnologie - spiega - possono aiutare a trovare soluzioni, se non vengono utilizzate per lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturaliâ. La tecnologia può dare più potere alle popolazioni, "grazie alla bioeconomia, ad un nuovo modello di economia sostenibile, decentrata, sostenuta da energia proveniente da fonti rinnovabili, che rispettino la qualità di vita delle comunità. Perché lâAmazzonia possa continuare ad essere la foresta che è da 30 milioni di anniâ.
"La scienza è compatta sui rischi del riscaldamento globale"
Rispondendo poi ai giornalisti, il climatologo Nobre sottolinea che âla maggioranza della popolazione mondiale non è affatto negazionista, a proposito dei rischi ambientali derivanti dal riscaldamento globale, denunciati in modo compatto dagli scienziatiâ e gli unici negazionisti sono âi fautori e i difensori del modello economico dominante nel ventesimo secolo e ancora oggiâ. LâAmazzonia, grazie alla sua foresta, ricorda il premio Nobel âimmagazzina unâenorme quantità di anidride carbonica. Se non ci fosse la Foresta amazzonica il riscaldamento globale sarebbe ancora più veloce e drammatico. Dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere e ridurre drasticamente la produzione di anidride carbonicaâ.
L'esperta Vieira: rispettare i popoli che scelgono l'isolamento
In Sala stampa interviene anche Ima Celia Guimarães Vieira, ecologista brasiliana membro della Commissione nazionale per il Medioambiente conama, al Sinodo come esperta, che da 30 anni studia la biodiversità dellâAmazzonia. E tocca la questione dei popoli isolati. âEâ importante â dice - garantire il territorio a questi popoli e rispettare il tipo di isolamento che hanno scelto. Ci sono 114 popoli isolati in Brasile già riconosciuti e 28 confermatiâ. E ringrazia il Papa e i padri sinodali per aver posto al centro dei lavori il tema dellâecologia integrale âmolto caro a noi brasilianiâ.
Ruffini: negli interventi la necessità di conversione ecologica
Nel suo resoconto dei lavori della quinta congregazione di mercoledì mattina, il prefetto il prefetto del Dicastero per la Comunicazione Paolo Ruffini, sottolinea innazitutto come negli inteventi si sia tornato a parlare, come nel pomeriggio di martedì, della necessità di una profonda conversione ecologica, e che esistino i peccati ecologici, di "ecocidio", riferendosi alle idolatrie del passato e del presente come la caccia all'Eldorado e all'oro bianco, il dio della gomma e oggi il capitalismo selvaggio. E' necessario iniziare a vivere non come signori e padroni della terra, ma come ospiti. Per i laici è stato proposto un ministero ecologico. Dio, è stato detto, si manifesta in chi è privato della vita per lo sfruttamento economico. E così Cristo è indio e anche seringuero.
La norma del celibato può avere eccezioni
All' opzione preferenziale per i poveri, c'è chi a chiesto di aggiungere, per la Chiesa, quelle per i giovani e la difesa del Creato. In molti hanno sottolineato ancora la mancanza di sacerdoti, con il risultato che in Amazzonia regioni più grandi di intere nazioni hanno pochissimi preti. Aprire ai âviri probatiâ, qualcuno ha chiarito, non significa cambiare la legge del celibato ecclesiastico, ma che questa legge come tutte le leggi umane può avere eccezioni per situazioni concrete. Per altri però, lâordinazione di uomini sposati potrebbe non risolvere il problema. Perché non ci sono vocazioni? Si sono chiesti altri padri sinodali. Per questo serve una formazione missionaria con una particolarità amazzonica. E va incrementato il diaconato permanente tra gli indigeni, per il ministero della parola, il battesimo e distribuzione della comunione. I riti vanno adattati, non tradotti. E câè chi ha chiesto di rilanciare il ruolo delle comunità di base.
Padre Costa: ministeri, dialogo, migrazioni e Sinodo
Al resoconto di Ruffini si è aggiunto quello di padre Giacomo Costa, segretario della commissione per lâinformazione, che ha sitentizzato in quattro punti altri temi di discussione. I ministeri ordinati, con la richiesta di creatività, per fare sorgere ministeri più partecipativi per laici, che devolo essere persone con una buona stabilità e riconosciuti pubblicamente. Secondo punto la formazione al dialogo interreligioso e interculturale, che va approcciato con un atteggiamento di rispetto e di ascolto, dimostrando di tenere agli altri, con empatia ma senza annacquare le identità. Terzo punto le migrazioni: i diversi flussi migratori che attraversano lâAmazzonia, richiedono attenzioni pastorali diverse. E infine il Sinodo, che deve fare cassa di risonanza per tutte le questioni di ecologia integrale emerse con la "Laudato sì" e questo per tutta la Chiesa, perchè non è un Sinodo solo per una regione particolare. Per questo bisogna avviare cammini per essere contemplativi: non vivere da padroni ma da ospiti .
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