Sinodo, padre Yáñez: l’Amazzonia è un laboratorio
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
In Amazzonia le grandi compagnie estrattive perseguono solo interessi mercantilistici. La via da intraprendere è invece quella indicato nell’enciclica di Papa Francesco che propone di conciliare lo sviluppo ecologico con quello umano. È quanto sottolinea padre Humberto Miguel Yáñez, professore ordinario di Teologia morale presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. L’attuale sistema di sviluppo e di consumo, aggiunge padre Yáñez che partecipa al Sinodo come esperto, segue un “paradigma tecnocratico” che impone modelli di sviluppo e di consumo.
Il modello di sviluppo mercantilistico in Amazzonia, ricorda padre Yáñez, si ripete anche in altri Paesi del mondo, dove lo sfruttamento della natura non tiene conto dell’uomo:
R. – L’Amazzonia è un caso tipico. Possiamo dire che è un laboratorio dove si confronta la proposta del Papa per un’ecologia integrale e ciò che nella Laudato si’ viene denunciato come “paradigma tecnocratico”. Cosa vuol dire questo? Secondo le voci delle comunità arrivate qui alla Segreteria del Sinodo, c’è un’aggressione sia verso la madre terra, la casa comune, sia verso gli abitanti dell’Amazzonia. Questa regione vuole svilupparsi, però questo sviluppo non sempre si configura come indicato da Papa Paolo VI nella lettera enciclica : uno sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. Ciò che si riscontra in Amazzonia è l’arrivo delle grandi compagnie estrattive che vanno lì a cercare risorse naturali per un motivo economico, mercantilistico. Questa ricchezza che si trasforma in soldi, non rimane in Amazzonia e forse neanche nei Paesi che aprono le porte a queste per queste attività estrattive che avvengono in un modo non regolato.
Arrivano segni di allarme per l’intero pianeta. Al Sinodo si parla dell’Amazzonia ma lo sguardo è rivolto all’intero pianeta. Le preoccupazioni sono rivolte a tutta la Terra …
R. - Sì, certo sono rivolte a tutta la Terra, perché quello che succede in Amazzonia capita anche in altri posti del pianeta. È uno stile di sfruttamento della natura che non tiene conto dell’uomo. In Amazzonia abitano diversi popoli indigeni, e non indigeni, che hanno diritto anche all’autodeterminazione. In che senso? Hanno diritto ad essere ascoltati quando arrivano delle proposte di cosiddetto “sviluppo”. Quindi ecologia integrale vuol dire un’ecologia che mira non solo al profitto come unico scopo, ma che guarda a tutti gli aspetti della vita: non sono soltanto materiali, sono anche spirituali, culturali. Ci sono delle tradizioni culturali all’intero di questi popoli che vengono modificate a causa di questo paradigma tecnocratico.
C’è un paradigma che può sostituire questo paradigma tecnocratico e rendere concretamente possibile e conciliabile uno sviluppo rispettando la dignità della persona, quindi unendo sviluppo ed ecologia?
R. - Il modello è quello dell’ecologia integrale che viene spiegato nell’enciclica Laudato si’, ma c’è anche tutta una tradizione della Dottrina sociale della Chiesa che non si oppone allo sviluppo dell’uomo. Anzi, propone un autentico sviluppo. Poi ci sono delle realtà, già in atto in Amazzonia, di economia solidale che rispetta la natura e che permettono anche alle comunità di crescere e svilupparsi.
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