Sinodo: in Amazzonia evangelizzare in dialogo con i popoli indigeni
Federico Piana- Città del Vaticano
“Vuole sapere quel è lo sbaglio che noi occidentali abbiamo fatto? Quello di andare tra gli indigeni con l’idea di imporre il nostro stile di vita, credendo di avere la civilizzazione. Supponendo di sapere tutto, senza voler imparare nulla. Un errore fatto anche dalla Chiesaâ€. La voce del vescovo di Cayenna, capoluogo della Guyana francese, terra di confine con Brasile, Suriname e Oceano Atlantico, si leva pacata ma ferma. Monsignor Emmanuel Lafont è un padre sinodale che prende sul serio l’invito di Papa Francesco a parlare con ‘parresia’, il diritto-dovere di dire la verità con franchezza: “Di questi popoli abbiamo ignorato la cultura, la spiritualità, il loro modo di vivere ed educare. Li abbiamo considerati popoli senza nulla…â€.
Quale dovrà essere allora il nuovo modo di evangelizzare che secondo lei il Sinodo dovrà indicare?
R. - Seguire il modello di Cristo. Lui si è incarnato. E’ arrivato come un bambino che non sapeva nulla, che doveva imparare tutto: mangiare, vestirsi, parlare. L’incarnazione di Dio è il modello concreto per farsi prossimi della gente imparando la sua cultura, le sue esigenze, le sue malattie, la sua speranza. E poi mettere in dialogo il Vangelo con le loro richieste e i loro desideri.
Il saccheggio sistematico delle risorse dell’Amazzonia, altro motivo per cui lei chiede un urgente cambio di atteggiamento, è un ulteriore argomento forte. Il Sinodo che risposta può dare?
R. - Gli indigeni stessi hanno la risposta. Loro non consumano più di quello di cui hanno bisogno, rispettano i cicli vitali della propria terra. Sanno tutto. Hanno un modo di vivere che non prevede l’accumulo dei beni e che non strizza l’occhio al modello consumistico occidentale. Dobbiamo imparare da loro.
Nel Sinodo si parlerà del ruolo delle donne?
R. - Senza le donne non c’è la Chiesa, non esiste la comunità. Le donne magari non hanno il potere ma hanno la forza per educare, di aiutare la vita di tutti. Dobbiamo riconoscerlo e dare loro un ruolo decisivo maggiore.
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