蜜桃交友

Debora Donnini 鈥� Città del Vaticano

Sono le voci dei rappresentanti dell鈥橝mazzonia protagoniste di questo briefing sul Sinodo, dove intanto stanno continuando i circoli minori e si stanno elaborando le relazioni, ha spiegato il prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Paolo Ruffini. Leah Rose Casimero, proviene dalla Guyana e appartiene al popolo Wapichan. Racconta la sua esperienza di coordinatrice del programma del corso bilingue per bambini Wapichan, popolo indigeno locale. Un programma che prevede una formazione nelle due lingue, quella della popolazione indigena e l鈥檌nglese. 鈥淎bbiamo i nostri materiali per i bambini鈥�, racconta, e 鈥渋ncorporiamo le nostre conoscenze e la nostra vita tradizionale鈥�. Un鈥檈sperienza d鈥檃vanguardia, dunque, per aiutare il popolo Wapichan con un programma nato da un dialogo con i Gesuiti, con le altre Chiese, con altri consulenti e che ha il sostegno delle autorità.

Dai popoli indigeni proviene anche Patricia Gualinga, leader nella difesa dei diritti umani delle comunità Kichwa di Sarayaku, in Ecuador. Il suo è un forte appello in difesa dell鈥橝mazzonia, gravemente minacciata con conseguenze, dice, per tutta l鈥檜manità. Un appello anche per un鈥檃lleanza degli indigeni, che sono perseguitati e anche assassinati, con la Chiesa.

A focalizzare al briefing l鈥檃ttenzione sulla difesa dei diritti delle popolazioni dell鈥橝mazzonia e anche su quelle dei discendenti degli afroamericani è stato senz鈥檃ltro anche Felicio de Araujo Pontes Junior. Viene dal Brasile ed è procuratore della Repubblica e specialista nel diritto dei popoli indigeni. Molte volte questi popoli entrano in conflitto con il modello di sviluppo imperante, spiega puntando l鈥檃ttenzione anche sull'incremento di allevamenti e monoculture e mettendo in evidenza come l鈥檜omo non abbia il diritto di eliminare gli ecosistemi sventolando la bandiera del progresso.

Molto forte anche l鈥檈sperienza del salesiano, padre Justino Sarmento Rezende, esperto di spiritualità indigena e pastorale inculturata. Viene dal popolo tuyuca del Brasile. La sua è una vocazione nata grazie ai missionari che insegnavano catechismo ai suoi nonni. Nasce anche dal desiderio di poter trasmettere la fede nella sua lingua madre, da quando la Chiesa ha capito che gli indigeni da evangelizzati potevano a loro volta divenire evangelizzatori. E鈥� sacerdote da 25 anni. Nel suo intervento risalta la gratitudine ai missionari per aver portato il Vangelo assieme al desiderio che si conoscano le culture indigene. Si tratta di portare avanti, con pazienza, il dialogo conoscendo la vita di quei popoli.

L'intervento di monsignor Roque Paloshi

Anche monsignor Roque Paloschi, arcivescovo di Porto Velho, in Brasile, e presidente del Consiglio Indigenista Missionario (CIMI), mette in luce i diritti delle popolazioni indigene che hanno subito discriminazioni riferendosi anche al problema delle terre tradizionali. 鈥淟a Costituzione del 1988 鈥� spiega 鈥� prevedeva che entro il 1993 tutte le terre dei popoli originari dovessero essere demarcate, omologate e registrate, mentre ne sono state demarcate nemmeno un terzo e quelle che non sono state demarcate sono state invase, prese di mira dai cercatori d鈥檕ro, dalle industrie minerarie, dalle industrie del petrolio e da quelle dello sfruttamento del legname鈥�.

Nel suo intervento sottolinea, in particolare, che 鈥渓鈥檌nculturazione non si fa con il proselitismo, ma con la testimonianza鈥�. Non si tratta di imporre una cultura dall鈥檃lto, di annullare la cultura altrui, prosegue monsignor Paloshi, ma di preservare i semi presenti in ogni cultura perché 鈥渘essuna cultura è perfetta鈥� e l鈥檃nnuncio del Vangelo è, infatti, un annuncio di vita nuova e tutti abbiamo bisogno di diventare una persona nuova nell鈥檌ncontro con Cristo.