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#SinodoAmazonico. Valorizzare i carismi dei fedeli laici, lontani dal clericalismo

Con la 10° Congregazione generale, svoltasi nel pomeriggio del 14 ottobre, proseguono i lavori del Sinodo speciale panamazzonico, in programma in Vaticano fino al 27 ottobre. 177 i Padri Sinodali presenti in Aula, insieme a Papa Francesco

Pope – Città del Vaticano

Ripensare le ministerialità della Chiesa, alla luce dei parametri della sinodalità: questa una delle sfide della Chiesa in Amazzonia, affinché sia sempre più Chiesa della Parola. Ad evidenziarla, alcuni degli interventi pronunciati oggi pomeriggio nell’Aula del Sinodo. La Parola di Dio è presenza attiva e misericordiosa, educativa e profetica, formativa e performativa, interpellante nell’ambito dell’ecologia integrale e segno di impegno sociale, economico, culturale e politico per lo sviluppo di un nuovo umanesimo. Servono nuovi ministri della Parola, incluse le donne, per dare nuove risposte alle sfide contemporanee ed è necessario investire su laici ben preparati che, in spirito missionario, sappiano portare l’annuncio del Vangelo in ogni luogo dell’Amazzonia. Una formazione adeguata dei laici impegnati, inoltre, è fondamentale anche per la nascita di nuove vocazioni.

Il ruolo dei fedeli laici e delle donne

Una Chiesa ministeriale, si dice ancora in Aula, necessita che vengano meglio espressi e valorizzati i carismi dei fedeli laici, grazie ai quali si manifesta il volto della Chiesa in uscita, lontana dal clericalismo. Un intervento, in particolare, suggerisce che la questione dei così detti viri probati e della ministerialità femminile vengano trattate in un’Assemblea sinodale ordinaria, poiché si tratta di temi di portata universale. Un altro intervento consiglia che, prima dei viri probati presbiteri, si penso a viri probati diaconi: il diaconato permanente, infatti, può rappresentare un vero e proprio laboratorio per avere uomini sposati nel sacramento dell’Ordine. In particolare per il tema femminile, tra gli interventi degli uditori si suggerisce che vengano istituiti ministeri non ordinati per le donne laiche, intendendo il ministero stesso come un servizio, così da garantire in tutto il territorio panamazzonico la dignità e l’uguaglianza femminile. Tali ministeri potrebbero essere, ad esempio, quello della celebrazione della Parola o delle attività socio-caritative.

Tutela dei minori e degli adulti vulnerabili

Spazio, poi, alla tutela dei minori e degli adulti vulnerabili in Amazzonia: la piaga terribile della pedofilia e degli abusi sessuali richiede, infatti, che la Chiesa sia sempre vigilante e coraggiosa. La sfida più grande, si sottolinea, è la trasparenza e la responsabilità di fonte a crimini simili, affinché possano essere prevenuti e combattuti. Il tema dello sfruttamento sessuale giovanile ritorna anche in altri interventi: le reti criminali – si dice in Aula – rubano l’infanzia dei bambini, rendendoli vittime ad esempio del traffico di organi. Le cifre sono drammatiche: basti dire che nel 2018 solo in Brasile si sono contati 62mila casi di stupro. E si tratta di una delle cifre più alte della regione amazzonica. Alla base di tutto questo, ci sono sia gravi disuguaglianze economiche, sia carenze di azioni governative locali e internazionali in grado di combattere tali delitti orrendi. Di qui, l’appello ad una maggiore opera di prevenzione nel settore, con l’aiuto delle Conferenze episcopali e delle Congregazioni religiose. L’attenzione ai minori e alle donne viene ribadita anche per esortare a lottare contro la tratta e il traffico di persone: le vittime di tale dramma sono tra le più disumanizzate nel mondo. Per questo, si chiede che, attraverso il Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, le grandi imprese rispettino le norme internazionali sulla tratta e che vengano istituite delle Commissioni pastorali speciali per affrontare il traffico delle persone.

Pastorale vocazionale e Pastorale giovanile

Da altri interventi emerge, poi, l’importanza della Pastorale vocazionale: si sottolinea come essa non possa mancare nell’opera di evangelizzazione e come vada accompagnata da una Pastorale giovanile che sia, al contempo, chiamata e proposta di un incontro personale con Cristo. I giovani che vogliono seguire Gesù, si dice in Aula, vanno supportati da una formazione adeguata, attraverso una testimonianza di vita santa ed impegnata. I sacerdoti, quindi, dovranno essere in grado di comprendere fino in fondo le esigenze dell’Amazzonia: la loro catechesi non sia eccessivamente accademica, ma proceda con spirito missionario e cuore di pastore.

La risorsa primaria dell’acqua

Viene sottolineata anche l’importanza della formazione catechetica all’ecologia integrale, in particolare per la tutela e la salvaguardia dell’acqua, risorsa primaria e fonte di vita. La cura delle risorse idriche – tema che ritorna anche negli interventi degli uditori e degli invitati speciali – è fondamentale: ogni giorno, infatti, mille bambini al mondo muoiono per malattie legate all’acqua milioni di persone patiscono problemi idrici. D’altronde, come evidenziato in diverse occasioni da Papa Francesco, la prossima guerra mondiale sarà legata all’acqua. Serve, dunque, un’urgente presa di coscienza globale per la protezione della casa comune e la riconciliazione con il Creato, segno della presenza di Dio. Più tardi è troppo tardi, si ricorda in Aula. L’esortazione ad una “conversione ecologica” guarda anche alla dimensione etica degli stili di vita attuali, spesso troppo improntati alla tecnocrazia e alla massimizzazione dell’utile come obiettivo assoluto, a svantaggio di una visione dell’uomo come essere umano integrale.

La sfida della comunicazione

Inoltre, in linea con quanto detto nella 9° Congregazione generale, l’Aula torna a riflettere sul tema della comunicazione: attraverso i mass media – si afferma - bisogna aprirsi ai comunicatori di ogni cultura e di ogni lingua, così da rafforzare i popoli amazzonici. I media della Chiesa, quindi, siano uno spazio per consolidare le conoscenze locali, anche attraverso la formazione di comunicatori indigeni e contadini. Tra gli altri spunti di riflessione dei Padri Sinodali, anche quello della difesa dei popoli indigeni, da portare avanti, ad esempio, attraverso l’educazione o piccoli progetti di sviluppo sociale. Spesso escluse della società, infatti, le popolazioni originarie non devono essere viste come se fossero “incapaci”, bensì vanno rese protagoniste ed ascoltate, comprese, accolte. Rilanciata, poi, l’esortazione a sostenere la vita consacrata femminile nei contesti periferici urbani dell’Amazzonia, là dove vivono gli “invisibili”, coloro che non hanno voce né diritti. Di qui, l’invito affinché le Commissioni di giustizia e pace e quelle per i diritti umani possano cooperare maggiormente tra loro, in nome della difesa della vita dell’uomo e del pianeta.

La riflessione del Papa

In chiusura di Congregazione, Papa Francesco ha preso la parola, tornando a riflettere su alcuni temi emersi durante i lavori ed evidenziando alcuni spunti che lo hanno colpito maggiormente.

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14 ottobre 2019, 20:14