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L'aiuto concreto della Chiesa agli indigeni dell'America Latina

La Fondazione Populorum Progressio finanzia decine di iniziative: dal miglioramento degli standard sanitari ed educativi al sostegno delle micro-imprese. Mons. Muñoz, sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale: occhi puntati sulla regione Panamazzonica in vista del prossimo Sinodo dei vescovi

Federico Piana - Città del Vaticano

138 progetti di sviluppo in 17 Paesi dell’America Latina e dei Caraibi. Ha queste grandi dimensioni, il nuovo impegno di sostegno messo in campo dalla Fondazione Populorum Progressio nell’ultima riunione annuale del suo consiglio d’amministrazione svoltasi nell’arcidiocesi di Bogotà, in Colombia, dal 24 al 26 giugno scorsi. L ’istituzione, voluta da Giovani Paolo II nel 1992 e che si richiama alla famosa enciclica sociale sul progresso dei popoli di San Paolo VI pubblicata nel 1967, ha deciso di finanziare aiuti concreti alle comunità meticce, indigene, afroamericane e contadine. Nei suoi 27 anni di attività, la fondazione ha sovvenzionato 638 progetti nella regione Panamazzonica, territorio al centro dell’assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi del prossimo ottobre.

Attenzione costante della Sede Apostolica

“E’ una goccia nell’oceano. Però vuol dire che c’è un’attenzione costante del Santo Padre per quest’aerea e per tutto il Sud America†afferma mons. Segundo Tejado Muñoz, sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, organismo al quale oggi è affidata la fondazione Populorum Progressio. I nuovi programmi in favore delle popolazioni più disagiate, prevedono azioni per l’incremento della produzione agropastorale, artigianale e commerciale; il rilancio delle micro-imprese; la creazione di infrastrutture come quelle per l’acqua, le reti fognarie, e l’energia; il miglioramento degli standard sanitari ed educativi. “La nostra è una fondazione molto aperta a numerose iniziative, non abbiamo preclusioni†specifica mons. Muñoz.

Uno sguardo al prossimo sinodo per la regione Panamazzonica

Anche nella riunione di Bogotà, il consiglio d’amministrazione della fondazione non ha dimenticato il prossimo Sinodo dei Vescovi per la regione Panamazzonica. “E’ vero - dice mons. Tejado entrando nel merito -. Ma anche nella precedente sessione è stato così . Soprattutto da parte del nostro membro, mons. Murilo Sebastião Ramos Krieger, arcivescovo di San Salvador di Bahia. Abbiamo fatto il punto su ciò che la fondazione ha realizzato finora e su ciò che potrà fare in futuro†.

Progetti di ‘portata ecclesiale’

Mons. Tejado Muñoz puntualizza che l’azione di sostegno allo sviluppo della fondazione appartiene a tutta la Chiesa universale, non è di un singolo organismo: “Per questo, nel consiglio d’amministrazione, siedono sei vescovi, rappresentanti delle varie realtà dell’America Latina e del cono sud. Non si tratta, quindi, solo di meri finanziamenti, ma di gettare lo sguardo alle problematiche dell’America Latina per tentare di risolverleâ€.

Ascolta l'intervista a mons. Tejado Munoz

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03 luglio 2019, 13:11