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Card. Sandri: identità dei popoli non si mantiene costruendo muri

Il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, si è recato in visita in Serbia per le celebrazioni inaugurali dell'Eparchia di San Nicola di Ruski Krstur, creata da Papa Francesco elevando l'Esarcato per i fedeli bizantini in Serbia. Il porporato ha portato i saluti del Papa al patriarca serbo ortodosso, Irinej

Ieri mattina il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali si è recato  a nord di Novi Sad, nella cittadina di Ruski Krstur, sede della cattedrale della nuova Eparchia, dove si è svolta la divina liturgia di proclamazione della nuova circoscrizione e l’intronizzazione del primo vescovo. Durante la celebrazione il porporato ha affermato che “Riconoscerne la maturità ecclesiale con l’elevazione dell’Esarcato ad Eparchia, non va inteso come un premio o punto di arrivo, ma come una responsabilità di presenza cristiana accanto ai fratelli della Chiesa latina e in apertura disponibile e collaborativa con quelli della Chiesa ortodossa”. Il porporato ha citato l’esortazione apostolica “Christus vivit” di Papa Francesco, segnalando che “sono parole rivolte ai giovani, ma certamente valgono anche per una “giovane” eparchia come la vostra”.

L'invito ai Ruteni a vivere sempre la comunione nella reciproca diversità

“Nonostante i diversi confini territoriali degli stati, gli imperi o le repubbliche che si sono succeduti – ha sottolineato il cardinale -, il nucleo originario di fedeli Rusnask-Rusini-Ruteni ha potuto svilupparsi anche ecclesialmente, e al suo interno ha promosso gli studi storici, la grammatica della lingua rutena, ma anche le edizioni integrali dei Vangeli e del Nuovo Testamento”. Dal porporato poi l’auspicio che “la vocazione civile ed ecclesiale dei Ruteni sia sempre quella di essere artefici e testimoni della bellezza di vivere la comunione nella reciproca diversità”. “Il fatto che i ‘rusini’ non abbiano confini nazionali, li aiuti ad essere testimoni nell’oggi che per mantenere l’identità dei popoli non serve costruire muri e barriere – ha concluso -. Il loro riconoscersi a partire dal Vangelo ci faccia scoprire che esso non può essere brandito contro qualcuno o qualcosa”.

Il card. Sandri ha portato il salutod il Papa al patriarca serbo ortodosso, Irinej

Sabato scorso a Belgrado, il card. Sandri è stato ricevuto in udienza dal patriarca serbo ortodosso, Irinej, e da due metropoliti del Sinodo, che in quei giorni era radunato in Assemblea. Dopo aver portato il saluto del Papa, il porporato ha espresso gli auguri per gli ottocento anni dell’autocefalia della Chiesa Serba. “La conversazione – informa una nota – è proseguita spaziando su diverse tematiche, anche con gli interventi dei metropoliti ortodossi e del nunzio apostolico, condividendo il dolore per le situazioni in cui sorgono o persistono tensioni o scontri in diverse aree del mondo tra popoli cristiani: la strada necessaria è sempre quella di promuovere anche da parte dei leader religiosi una corretta educazione dei propri fedeli, e ove necessario aiutare tutti in uno sforzo di purificazione della memoria”. Terminata l’udienza, la delegazione vaticana è stata accompagnata nella visita alla cattedrale patriarcale, e di lì nel tempio di San Sava, santo patrono della Chiesa Ortodossa Serba. Nella parrocchia bizantina di Novi Sad, sono stati celebrati i Vespri, seguiti da intermezzi di musica e sintesi storiche sulla comunità rutena che ha dato origine all’Esarcato e ora alla nuova Eparchia. Il card. Sandri, prendendo la parola prima della conclusione, ha indicato nell’elevazione dell’Esarcato a Eparchia un “riconoscimento del vostro cammino, che vi abilita e vi responsabilizza nel vivere in pienezza il vostro essere Chiesa particolare”.

 

 

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20 maggio 2019, 11:13