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Giochi dei Piccoli Stati d'Europa: in Montenegro il Vaticano è osservatore

Quattro podisti di Athletica Vaticana, due donne e due uomini, sono in Montenegro con il direttore tecnico Vittorio di Saverio e il presidente mons. Sanchez de Toca. Che ci dice: “Qui per condividere la passione per lo sport, come Chiesa in uscita, ma il sogno di partecipare alle Olimpiadi è oggi un po’ più vicino”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Il 29 maggio avrebbe potuto essere il giorno dell’esordio dei podisti di Athletica Vaticana in una manifestazione internazionale ufficiale, i Giochi dei piccoli Stati d’Europa in corso in Montenegro. Ma i quattro atleti che rappresentano la squadra della Città del Vaticano, ufficialmente presente come osservatore, non parteciperanno, pur rimanendo fuori classifica, alla prova dei 5mila metri. Gli organizzatori, i comitati olimpici dei nove Stati europei con meno di un milione di abitanti, hanno accolto la delegazione vaticana nel villaggio degli atleti e vogliono che il Vaticano faccia parte della "famiglia dei piccoli Stati" in futuro, ma non hanno autorizzato la partecipazione alla corsa. Così Thierry Roch, alabardiere della Guardia Svizzera, Sara Carnicelli, figlia di un dipendente vaticano, Camille Chenaux, studentessa dell’Università Lateranense e don Vincenzo Puccio, parroco siciliano, si limiteranno, per ora, ad allenarsi e a tifare per gli atleti conosciuti nel villaggio di Budva. La delegazione presente in Montenegro è guidata dal presidente di Athletica Vaticana, monsignor Melchor Sanchez de Toca, sotto-segretario del Pontificio Consiglio della Cultura, e comprende anche Vittorio di Saverio, commissario tecnico della Nazionale Italiana di Atletica di mezzo fondo e della squadra vaticana.

Le domande degli altri atleti nel villaggio di Budva

In attesa di un possibile esordio in gara, la delegazione vaticana si è fatta conoscere da quelle dei nove stati partecipanti ai giochi, da Andorra a San Marino, incontrate nel villaggio degli atleti a Budva, a 30 chilometro da Bar, antica città della costa adriatica che per 350 anni ha fatto parte della Repubblica di Venezia. Monsignor Melchor lo racconta a Pope. “Nella colorita e variopinta umanità del villaggio – ci dice - i nostri atleti suscitano curiosità e ammirazione. ‘Voi siete vaticani?’ ‘Ma siete preti e suore?’, ‘ma voi gareggiate sul serio?’. In effetti, non è facile capire cosa facciano qui i nostri atleti. In realtà è un modo di realizzare il programma di Papa Francesco: una Chiesa in uscita, che esce dai suoi ambiente naturali e va ad abitare in mezzo agli uomini e donne del nostro mondo, in questo caso, il mondo dello sport”.

Il Vaticano partecipa ai Giochi come osservatore

“Non siamo qui per dimostrare alcuna superiorità né tantomeno per conquistare medaglie  -  prosegue il presidente di Athletica Vaticana - ma per condividere la passione per lo sport, un linguaggio universale che unisce tutti. È semplicemente essere lievito nella massa, sale della terra in questo mondo”. Nel pomeriggio del 27 maggio, la delegazione vaticana ha partecipato alla cerimonia di apertura dei Giochi, nella piazza della città vecchia di Budva, la Budua veneziana, con il Leone di San Marco che saluta sul portale d’ingresso alla cittadella. I Giochi dei Piccoli Stati d’Europa, GSSE, secondo l’acronimo inglese, si disputano ogni due anni, e sono nati nel 1985, con la prima edizione a San Marino. Ne fanno parte gli Stati europei con meno di un milione di abitanti, ossia, in ordine alfabetico, Andorra, Cipro, Islanda, Liechtenstein, Lussemburgo, Malta, Monaco, Montenegro e San Marino. E quest’anno, nella 18esima edizione, per la prima volta, come osservatore, si aggiunge la piccola delegazione del più piccolo stato del mondo: la Città del Vaticano.

Thierry Roch: un giorno alla sfilata ci saremo anche noi

Una delegazione che ha assistito alla sfilata delle 9 ufficiali, alla presenza dei capi di Stato e di governo dei 9 paesi, tormentata da un vento impetuoso. “Abbiamo visto tutta la gioia degli atleti quando stavano salendo sul palco – racconta l’alabardiere Thierry Roch, che finirà il suo servizio nella Guardia Svizzera a conclusione dei Giochi - con tanti sorrisi, con la loro bandiera, con la gioia di fare sport. Abbiamo sentito un po’ di gelosia, perché noi eravamo tra il pubblico, ma soprattutto il desiderio di poter un giorno salire anche noi su quel palco”.

Mons. Sanchez:oggi i Giochi olimpici sono un po' più vicini

“La domanda che ci siamo posti tutti è: ci sarà mai la bandiera del Vaticano tra le delegazioni che sfilano per l’apertura dei Giochi olimpici? – si chiede mons. Sanchez – Dal 27 maggio dobbiamo dire che forse questo sogno è un po’ più vicino di quanto non sembrasse all’inizio. Anche l' essere qui solo come osservatori rende più vicina una partecipazione completa nelle prossime edizioni".

La Messa con la piccola comunità cattolica di Budva

Il presidente di Athletica Vaticana racconta ancora che “la piccola comunità cattolica di Budva ha visto con gioia la nostra visita, e ha potuto sperimentare il senso della cattolicità, che significa universalità e apertura”. Nella Messa di domenica 26 maggio nella chiesa di San Giovanni Battista, nel cuore della città vecchia, che custodisce l’antichissima immagine di Santa Maria in Punta, “sono risuonate voci in italiano, inglese, spagnolo e francese”.

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Athletica Vaticana ai Giochi dei Piccoli Stati d'Europa
29 maggio 2019, 12:32