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Card. Sandri in Egitto: al bando ogni forma di violenza e fondamentalismo religioso

Prosegue in Egitto la visita del prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, il cardinale Leonardo Sandri, inviato speciale del Papa alle celebrazioni per gli 800 anni dell’incontro di san Francesco con il sultano Al-Kamil Al-Malek

Occorre avere dinanzi agli occhi sempre “l’orizzonte della convivenza umana”, certi che “l’ideologia fondamentalista” non potrà oscurare “il lavoro nascosto dell’incontro, del dialogo e del reciproco apprezzamento”, che ha condotto alla “firma del documento sulla Fratellanza ad Abu Dhabi”. Lo ha sottolineato ieri il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, rivolgendosi al clero e ai religiosi dell’Eparchia di Sohag. Prosegue, infatti, la visita del porporato in Egitto, in occasione delle celebrazioni per gli 800 anni dell’incontro di san Francesco con il sultano Al-Kamil Al-Malek. L’appuntamento è stato preceduto con l’incontro con il personale dell’Ufficio per lo sviluppo umano integrale dell’Eparchia, che con il suo lavoro abbraccia 23 villaggi, raggiungendo diverse categorie di persone. Un impegno per il quale il cardinale Leonardo Sandri ha espresso vivo apprezzamento, esaltando anche la collaborazione con le istituzioni musulmane.

Una nuova cattedrale a Luxor

Sempre ieri il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali ha raggiunto Luxor, accolto, tra gli altri, dal Patriarca di Alessandria dei Copti, Sua Beatitudine Ibrahim Sedrak. Dopo una breve preghiera nella cappella dell’Episcopio, si è svolta la cerimonia per la posa della prima pietra della cattedrale di Luxor, dopo che la precedente è andata distrutta da un incendio nel 2016. “Il gesto di cui siamo testimoni e protagonisti questa sera è il segno non solo locale, ma anche con una eco nel Paese – ha detto il porporato nel discorso – che tutti insieme vogliamo voltare pagina, che non vogliamo lasciare spazio a quelle tenebre che accecano i cuori e le menti e conducono a voler distruggere l’altro, il suo credo e la sua libertà. Poniamo la prima pietra come segno di un tempo nuovo, nella speranza e nella fraternità”.

La visita al villaggio di Hagaza, in un contesto rurale molto semplice, con una presenza cristiana di circa 2000 persone; così come il “pellegrinaggio” ai resti carbonizzati dalla cattedrale distrutta dall’incendio sono stati, invece, due passaggi chiave dell’odierna giornata.
 

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28 febbraio 2019, 19:22