Francobollo vaticano celebra il centenario dell’Eparchia di Lungro
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Un foglietto quadrato di 9,5 centimetri per lato, con un francobollo circolare all’interno di 3,8 centimetri, che riproduce il mosaico del Cristo Pantocratore della Cattedrale di San Nicola di Mira a Lungro, cuore della comunità cattolica italo-albanese di rito orientale. Con questa emissione, l’Ufficio filatelico e numismatico della Città del Vaticano celebra il centenario dell’istituzione dell’Eparchia di Lungro, decretata da Papa Benedetto XV con la Costituzione apostolica “Catholici fideles”.
La presentazione in Sala Marconi a Palazzo Pio
Il foglietto ha un valore facciale di 2,40 euro e verrà stampato in 60mila unità. Nel giorno dell’emissione, presentano il francobollo, che rievoca quell’atto pontificio del 13 febbraio 1919, nella Sala Marconi di Palazzo Pio, il quarto vescovo dell’Eparchia di Lungro, monsignor Donato Oliverio, il direttore Ufficio filatelico vaticano Mauro Olivieri e il vice direttore delle Poste Vaticane don Francesco Mazzitelli. In sala, accanto a numerose autorità diplomatiche albanesi, anche la figlia di Guglielmo Marconi, Elettra.
Il Cristo Pantocratore della Cattedrale di Lungro
“Abbiamo chiesto di raffigurare nel francobollo il Cristo Pantocratore – spiega il vescovo Oliverio - che domina dalla cupola della Cattedrale di Lungro, volto della misericordia del padre, l’unico ed esterno mediatore”. Il direttore dell’Ufficio filatelico Olivieri ricorda di aver “adattato la dentellatura del francobollo all’immagine di Cristo, perché abbiamo voluto quindi che bollo vero e proprio, che si potrebbe tagliare per usare per un’affrancatura, fosse solo l’immagine del Cristo Pantocratore”.
Dal Papa il 25 maggio, la visita di Bartolomeo I il 12 settembre
Nel corso della presentazione monsignor Oliverio sottolinea che San Paolo VI, nell’ aprile 1968, definì popolo arberesh e la Chiesa di Lungro anticipatori del moderno ecumenismo, ricorda l’udienza con Papa Francesco del 25 maggio e annuncia che dal 12 al 15 settembre, il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, visiterà la piccola diocesi cattolica bizantina presente soprattutto in Calabria, ma anche in Basilicata, Puglia e Abruzzo.
La Chiesa di Calabria è bella perché respira con due polmoni
Una comunità, spiega a Pope, “che si è integrata ma non omologata, perché ha mantenuto e mantiene vivo il ricco patrimonio liturgico, canonico, teologico, iconografico bizantino”. Cento anni fa, sottolinea l’Eparca di Lungro, la Chiesa italo-albanese “ha avuto un’autonomia ecclesiastica, con un vescovo ordinario e non più ordinante”. “La Chiesa in Calabria è bella – conclude - perché respira con due polmoni, occidente e oriente, e tutto questo è motivo di arricchimento vicendevole”.
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