Card. Gracias: serve Chiesa collegiale per vincere la piaga degli abusi
Giada Aquilino - Città del Vaticano
Una Chiesa ¡°collegiale che si assume la responsabilità per il futuro¡±. È l¡¯immagine che traccia il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay, già presidente della Conferenza episcopale indiana e membro del comitato organizzatore dell¡¯Incontro ¡°¡±, in corso in Vaticano fino a domenica. Nella relazione che dopo la preghiera iniziale apre la seconda giornata di lavori, dedicata al tema dell¡¯accountability (il dover rendere conto), il porporato pone l¡¯accento su una Chiesa collegiale e sinodale, che - dice - affronta una ¡°crisi sfaccettata¡±, causata dagli abusi sessuali di minori e adulti vulnerabili ¡°nella Chiesa cattolica¡± e dalla ¡°successiva incapacità di affrontarli in modo aperto, responsabile ed efficace¡±. Racconta di aver incontrato nei giorni scorsi un gruppo di vittime, 12 persone. Il cardinale riferisce le proprie sensazioni, il fatto di non riuscire a parlare di fronte alla loro rabbia, alla loro frustrazione, al loro dolore, all'impotenza e all'amarezza che provavano. Ma, informa, ci sono tante altre persone che non sono state ancora ascoltate. La sfida è dunque: ¡°Come aiutarle¡±.
Un¡¯ottica onesta
L'intera Chiesa, chiarisce subito, ¡°deve assumere un¡¯ottica onesta, intraprendere rigorosi discernimenti e agire in modo decisivo per impedire che si verifichino abusi in futuro, facendo tutto il possibile per favorire la guarigione delle vittime¡±. Il Papa, ricorda, invitando i presidenti delle Conferenze episcopali nazionali, ¡°sta evidenziando come la Chiesa debba affrontare¡± tale crisi con la via ¡°della collegialità e della sinodalitࡱ, che non devono e non possono quindi rimanere concetti teorici: con ¡°l¡¯aiuto di Dio¡±, sarà possibile ¡°modellare e definire¡± il modo in cui l¡¯intera Chiesa, a livello ¡°regionale, nazionale, diocesano locale e persino parrocchiale¡±, assumerà il ¡°compito¡± di affrontare gli abusi sessuali al proprio interno.
L¡¯intera Chiesa
La collegialità, ribadisce il cardinale Gracias, è un ¡°contesto essenziale¡± per affrontare le ferite di abuso inflitte ¡°alle vittime e alla Chiesa in generale¡±. Nessun vescovo - riflette - dovrebbe dire a se stesso: ¡°Affronto questi problemi e le sfide da solo¡±, perché egli appartiene ¡°al collegio dei vescovi, in unione con il Santo Padre¡±, condividendo ¡°accountability e responsabilitࡱ. E ancora: nessun vescovo può dire a se stesso: ¡°Questo problema di abuso nella Chiesa non mi riguarda, perché le cose sono diverse nella mia parte del mondo¡±.
Nei ruoli di leadership non si è fatto abbastanza
Non si tratta, dice, di un problema che riguarda soltanto gli Stati Uniti o l'Europa o l'Australia: ci sono casi - prosegue - in tutto il mondo, anche in Asia, anche in Africa. Richiama alla corresponsabilità nell¡¯affrontare il problema degli abusi sessuali su minori da parte di chierici di tutto il mondo, ammettendoli, riconoscendo l'inadeguatezza delle misure preventive, chiedendo perdono e impegnandosi risolutamente a prendere provvedimenti affinché ciò non accada mai più nella Chiesa, per avere una Chiesa libera dall'abuso sessuale dei minori. Quindi riconoscendo anche che nei ruoli di leadership non si è fatto abbastanza.
Diversità di persone e situazioni
¡°Ognuno di noi - spiega il cardinale arcivescovo di Bombay - è responsabile per l'intera Chiesa¡±, con una preoccupazione che vada ¡°oltre la Chiesa locale per abbracciare tutte le Chiese con le quali siamo in comunione¡±. Nell¡¯affrontare ¡°insieme il flagello dell'abuso sessuale, cioè collegialmente¡±, il cardinale Gracias auspica ¡°una visione singolare e unitaria¡±, ¡°con la flessibilità e l'adattabilità che deriva dalla diversità di persone e situazioni nella nostra cura universale¡±.
Conversazione aperta
¡°Non si può ignorare¡±, prosegue, che nella Chiesa ¡°abbiamo avuto difficoltà ad affrontare la questione dell'abuso nel modo giusto¡± e anche i vescovi hanno ¡°tale responsabilitࡱ. Per questo, si domanda se i presuli si impegnino ¡°davvero¡± in una ¡°conversazione aperta¡±, segnalando ¡°onestamente¡± i fratelli ¡°vescovi¡± o ¡°preti¡± di fronte a ¡°un comportamento problematico¡±. L¡¯esortazione è a ¡°coltivare la cultura della correctio fraterna¡± e al contempo considerare ¡°le critiche di un fratello come un'opportunità per eseguire meglio i nostri compiti¡±, ammettendo ¡°personalmente gli errori l'uno con l'altro¡± e chiedendo aiuto ¡°senza voler fingere di essere perfetti¡±: avendo ¡°davvero una relazione fraterna¡±, in tali casi - spiega - ¡°non dobbiamo preoccupare di danneggiarci¡±, pure se ¡°mostriamo debolezza¡±, ma avere l¡¯umiltà di farlo.
Decentralizzare il lavoro
Ogni vescovo, evidenzia il cardinale Gracias, obbedisce ¡°direttamente al Santo Padre¡±. In tale prospettiva il porporato sollecita a chiedersi ¡°onestamente¡± se ¡°talvolta¡± non si pensi che la relazione con gli altri vescovi ¡°non sia così importante, specialmente se i fratelli hanno un'opinione diversa e o sentono il bisogno di correggerci¡±. La via è quella di ¡°un confronto tra la Curia Romana e le nostre Conferenze episcopali¡±. Il cardinale arcivescovo di Bombay lancia l¡¯idea di decentralizzare, condurre la maggior parte del lavoro a livello episcopale nazionale riguardo allo studio e alle indagini sui casi.
La sfida
Gli abusi rivelano ¡°una complessa rete di fattori interconnessi¡±, tra cui ¡°psicopatologia, decisioni morali peccaminose, ambienti sociali che consentono l'abuso¡± stesso, ¡°risposte istituzionali e pastorali spesso inadeguate o chiaramente dannose o mancanza di risposta¡±. L'abuso perpetrato dai ¡°chierici¡±, vescovi, sacerdoti, diaconi e da ¡°altri che servono nella Chiesa¡±, ad esempio insegnanti, catechisti, allenatori, si traduce - rileva il cardinale Gracias - in danni ¡°incalcolabili¡± sia ¡°diretti¡± sia ¡°indiretti¡±. ¡°Soprattutto¡± l'abuso infligge danni ai sopravvissuti: un danno ¡°fisico¡± e ¡°inevitabilmente psicologico¡±, con tutte le conseguenze a ¡°lungo termine¡± di ogni ¡°grave trauma emotivo legato a un profondo tradimento della fiducia¡±. Molto spesso, nota, è una forma di ¡°danno spirituale diretto che scuote la fede e interrompe drasticamente il cammino spirituale di coloro che subiscono abusi, facendoli sprofondare a volte nella disperazione¡±.
Risposta inadeguata
C¡¯è inoltre il danno indiretto dell¡¯abuso, che deriva ¡°spesso da una risposta istituzionale fallita o inadeguata¡±. Le cause potrebbero essere: il ¡°mancato ascolto delle vittime¡±, non prendendo ¡°sul serio¡± le loro affermazioni; la mancanza ¡°di assistenza e sostegno alle vittime e alle loro famiglie¡±, dando invece ¡°priorità alle questioni istituzionali piuttosto che alla cura delle vittime¡±; non ¡°rimuovere¡± i molestatori da situazioni che potrebbero consentir loro ¡°di abusare di altre vittime¡± e non offrire programmi ¡°di formazione e screening per coloro che lavorano con bambini e adulti vulnerabili¡±.
L¡¯incontro con le vittime: mai minimizzare
Richiama il proprio recente incontro con un gruppo di vittime. C¡¯è stato chi gli ha confessato di aver perso la fede in Dio e nella Chiesa. Ma anche esperienze di alcuni anni fa: racconta di aver incontrato una persona con una posizione di responsabilità molto alta nel mondo secolare, che non riusciva a perdonare. Ammette di aver discusso la questione con l¡¯interlocutore in modo razionale, ma di non aver fatto progressi. Il cardinale riferisce di essersi reso conto nel tempo del danno duraturo, a volte permanente, che l¡¯abuso comporta nella persona e nella sua psiche. Mai minimizzare tale danno, sottolinea. Riferisce pure di aver incontrato alcuni giovani, la cui personalità era stata cambiata dagli abusi: non riuscivano nemmeno a studiare, ad avere normali relazioni, erano distrutti. Esorta ancora una volta ad avere l¡¯umiltà di ammettere di aver commesso errori e da ciò si deve imparare per il futuro.
Sfida senza precedenti
In questa sfida ¡°senza precedenti¡±, rimarca, vanno tenute presenti le comunicazioni odierne e le connessioni globali: perciò la collegialità diventa ancora più decisiva nella situazione attuale. Per guardare e affrontare la crisi, anche se ciò non significa una soluzione rapida o definitiva. Ma si tratta di una strada da percorrere insieme, migliorando continuamente, con un aiuto vicendevole, imparando dagli errori.
La giustizia
Tre i temi su cui il cardinale Gracias indirizza la riflessione: giustizia, guarigione e pellegrinaggio. Sebbene l'abuso sessuale ¡°sia molte cose, tra cui violazione e tradimento della fiducia¡±, alla radice è ¡°un atto di grave ingiustizia¡±. Le vittime sopravvissute parlano del loro sentimento di essere ingiustamente violate. ¡°Un compito fondamentale¡±, spiega, è quello di ¡°ridare¡± loro giustizia. L'abuso sessuale di minori e persone vulnerabili ¡°non solo infrange la legge divina ed ecclesiastica¡± ma è anche ¡°un comportamento criminale pubblico¡±. La Chiesa ¡°vive nel mondo e con il mondo¡±, ¡°riconosce l'autorità legittima della legge civile e dello stato¡± e ¡°collabora con le autorità civili in tali contesti per rendere giustizia ai sopravvissuti e all'ordine civile¡±: ¡°coloro che si sono resi colpevoli di un comportamento criminale - ribadisce - sono giustamente responsabili nei confronti dell'autorità civile per quello che hanno fatto¡±.
Rete di forti relazioni
Il cardinale ricorda anche le complicazioni che derivano ¡°quando vi sono relazioni antagoniste tra la Chiesa e lo Stato¡± o quando lo stato ¡°perseguita o è pronto a perseguitare la Chiesa¡±. Il cardinale membro del comitato organizzatore sottolinea come ¡°solo in una rete di forti relazioni tra i vescovi e le Chiese locali che lavorano insieme la Chiesa può navigare nelle acque turbolente del conflitto con lo Stato e, allo stesso tempo, affrontare in modo appropriato il crimine degli abusi sessuali¡±.
La guarigione
¡°Oltre a difendere la giustizia - va avanti il porporato - una Chiesa collegiale rappresenta la guarigione¡±, raggiungendo le vittime degli abusi e le comunità la cui fiducia è stata ¡°tradita o severamente messa alla prova¡±. Deve esserci quindi una ¡°comunicazione chiara, trasparente e coerente¡± alle vittime, ai membri della Chiesa e alla società in generale. Diversi saranno i messaggi. Quello rivolto in particolare alle vittime, con ¡°una solidarietà rispettosa e il riconoscimento onesto del loro dolore e della loro sofferenza¡±. Quello contenente una proposta per guarire, ¡°dalla consulenza professionale al supporto di gruppi di coetanei, e altri mezzi¡±, sviluppando tali percorsi di guarigione ¡°per indicarli anche a coloro che stanno facendo del male¡±. Quello per ¡°identificare e attuare misure per proteggere i giovani e le persone vulnerabili dagli abusi futuri¡±: ¡°ancora una volta - afferma il cardinale - ci vuole una saggezza collettiva e un pensiero condiviso per sviluppare il modo di proteggere i giovani ed evitare la tragedia degli abusi¡±. Quello diretto alla società in generale, sviluppando ¡°risorse di grande utilità per un mondo più vasto¡±: ¡°la grazia di questo momento - aggiunge - può effettivamente essere la nostra capacità di prestare servizio a una grande urgenza nel mondo, dal punto di vista della nostra esperienza nella Chiesa¡±.
Il pellegrinaggio
Proprio l¡¯affrontare ¡°la tragedia degli abusi sessuali nella Chiesa¡±, incontrando ¡°la sofferenza delle vittime¡±, rende consapevoli - nota il cardinale - dell¡¯essere ¡°popolo pellegrino di Dio¡±, di non essere ¡°ancora arrivati¡± a destinazione: siamo ¡°una comunità chiamata al continuo pentimento e al continuo discernimento¡±. ¡°Dobbiamo pentirci e farlo insieme collegialmente, perché - chiarisce - lungo il cammino abbiamo fallito¡±, cercando il perdono, in un processo di discernimento ¡°continuo¡±. Insieme o collegialmente, sottolinea, ¡°dobbiamo guardare, aspettare, osservare e scoprire¡± la direzione indicata da Dio: ¡°c'è molto davanti a noi¡±.
L¡¯esempio del Congo
In conclusione, il cardinale Gracias richiama l¡¯esempio dei vescovi del Congo che ¡°con grande coraggio e determinazione¡± hanno affrontato le sfide ¡°sociali e politiche¡± del loro Paese: lo hanno fatto ¡°insieme¡±, ¡°collegialmente¡±. Quindi esorta a ¡°rivendicare, o meglio reclamare¡± con ¡°umiltà e franchezza¡± la nostra identità nel collegio apostolico unito ¡°al successore di Pietro¡±; a invocare ¡°coraggio e audacia¡±, perché il percorso ¡°non è tracciato con grande precisione ed esattezza¡±; ad abbracciare la via del discernimento ¡°pratico¡±, secondo le volontà di Dio nelle circostanze concrete della nostra vita; ad essere disposti a pagare il ¡°prezzo¡± di seguire la volontà del Signore in circostanze ¡°incerte e dolorose¡±. Invocando lo Spirito Santo, chiede anche ai fedeli laici di pregare per quella Chiesa che deve avere l¡¯umiltà di ammettere di non essere perfetta e deve provare di essere ¡°il Sacramento di Cristo¡±.
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