Briefing Incontro minori: il cammino prosegue, a breve le prime iniziative concrete
Barbara Castelli – Città del Vaticano
Un nuovo Motu Proprio di Papa Francesco “sulla protezione dei minori e delle persone vulnerabili”, che accompagnerà una nuova legge dello Stato della Città del Vaticano e le Linee guida per il Vicariato della Città del Vaticano; la pubblicazione da parte della Congregazione per la dottrina della fede di un vademecum che “aiuterà i vescovi del mondo a comprendere chiaramente i loro doveri e i loro compiti”; ed ancora, la creazione di “task forces” per “aiutare le conferenze episcopali e le diocesi” in difficoltà. Nel corso del quarto e ultimo dedicato all’Incontro “La protezione dei minori nella Chiesa”, padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI e moderatore dell’Incontro, chiede perdono per i crimini di abuso commessi e descrive i primi chiari segni che il cammino in difesa dei piccoli prosegue e resta una priorità nella Chiesa. Ai giornalisti presenti all’Augustinianum, il gesuita ribadisce che “responsabilità”, “rendere conto” e “trasparenza” sono le parole che sono risuonate maggiormente negli ultimi giorni nell’aula del Sinodo e che restano il bagaglio che i partecipanti portano con sé. Si tratta ora di compiere un concreto “follow-up”, che già domani vedrà protagonisti i membri del Comitato organizzativo e i responsabili dei dicasteri della Curia romana più coinvolti in questo orizzonte per dare seguito alle tante idee e proposte manifestate.
La verità non può essere tradita
Anche il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay, presidente della Conferenza episcopale indiana e membro del Comitato organizzativo, parla dei frutti dei giorni trascorsi in Vaticano, insieme con patriarchi, cardinali, arcivescovi, vescovi, superiori religiosi e responsabili provenienti da tutto il mondo. “Torno a casa”, rimarca “con la consapevolezza che la protezione dei minori” deve essere oggetto di “impegno continuo”, da parte di tutti noi: la Chiesa, "imparando dagli errori del passato, deve essere in prima linea, deve essere un modello”.
L’insabbiamento dei casi di abuso è un crimine
Mons. Charles J. Scicluna, arcivescovo di Malta, segretario aggiunto della Congregazione per la dottrina della fede e membro del Comitato organizzativo, metta ancora a fuoco il “cambiamento del cuore” e il senso di “pellegrinaggio” sperimentati. Un cambio di prospettiva che ha portato a riconoscere come “l’abuso commesso contro un minore” sia “un crimine oltraggioso”, come “il suo insabbiamento”. “Per decenni ci siamo concentrati sui crimini – insistite – ma ora abbiamo realizzato che l’insabbiamento è allo stesso modo oltraggioso. E penso che questo sia un punto davvero molto importante”.
Vitale la voce delle donne nella Chiesa
Il presule maltese ricorda, ancora una volta, l’importanza dell’ascolto delle vittime ed esprime apprezzamento per gli interventi delle donne, “una ventata di aria fresca” per proseguire “nella direzione giusta”. Un grazie rivolto anche a Valentina Alazraki, giornalista e scrittrice, corrispondente per l’emittente messicana Noticieros Televisa, e relatrice dell’Incontro. Quest’ultima, oltre a menzionare il tema della trasparenza, chiarisce le relazioni che dovrebbero intercorre tra i giornalisti e i membri della Chiesa, quasi un’alleanza. Si tratta di collaborare, aggiunge, senza “no comment” e “silenzi”, per arrivare a “un’informazione giusta e tempestiva in tempi rapidi”.
Basta deficit di comunicazione
L’importanza di “ascoltarsi con franchezza, con il linguaggio della verità e senza pregiudizi” è, infine, sottolineata da Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione. Purtroppo, non di rado, le cattive notizie hanno un seguito maggiore rispetto a quelle buone, ma non si dovrebbe perdere la capacità di “vedere e raccontare il bene, il bello, il buono”. “Nessuno è perfetto”, dichiara, riferendo alcuni contenuti delle domande e risposte dopo la relazione di Valentina Alazraki, ed è pericolosa “la pretesa di esserlo”. “La verità”, conclude, “è un punto di arrivo che richiede coraggio e non ammette né privilegi né pregiudizi, né scorciatoie né vicoli ciechi o insabbiamenti. Chiede coraggio nel dire e nell’ascoltarsi”.
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