Musei Vaticani: la pittura russa in pellegrinaggio in piazza san Pietro
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Davvero la bellezza “crea ponti, avvicina culture diverse e rende tutti fratelli” come scrive il direttore del Musei Vaticani Barbara Jatta nella sua introduzione al catalogo: “Pellegrinaggio della pittura russa, da Dionisij a Malevi?”. Così, a cinque anni dall’incontro tra Papa Francesco e il presidente russo Vladimir Putin in Vaticano, che pose le basi a questo scambio di prestiti d’arte, e a due anni dall’eccezionale successo di pubblico della mostra “Roma Aeterna. I capolavori della Pinacoteca Vaticana. Bellini, Raffaello, Caravaggio” nella Galleria Tretyakov di Mosca, la più grande collezione di belle arti russe al mondo, i Musei Vaticani e la Galleria hanno allestito, nella suggestiva cornice del Braccio di Carlo Magno, la mostra "Pilgrimage of Russian Art. From Dionysius to Malevich". Esposizione che vede coinvolto anche il Ministero della Cultura della Federazione Russa, e che rimarrà aperta gratuitamente al pubblico dal 20 novembre 2018 al 16 febbraio 2019.
La spiritualità dell'arte russa in Vaticano
Si tratta di 54 capolavori, molti dei quali mai usciti prima dalle sedi dove vengono custoditi abitualmente, provenienti dalla celebre Galleria e da altri musei russi. La mostra, curata da Arkadi Ippolitov, Tatyana Udenkova e Tatyana Samoilova, ha un obiettivo ambizioso: presentare il messaggio culturale e spirituale dell’arte russa nel cuore del mondo cristiano occidentale. I dipinti sono inseriti all’interno di un percorso espositivo semplice ed elegante, che segue la maestosa architettura del Bernini, all’interno del quale vengono affiancate icone antichissime e dipinti realisti del XIX secolo, che dialogano tra loro in base ad analogie inattese, ma evidenti. La mostra, infatti, non segue un principio cronologico, ma percorre trasversalmente l’arte figurativa russa dal XV al XIX secolo.
I codici culturali comuni a tutte le opere
Solo all’apparenza così lontane e diverse, le opere raccontano come la storia dell’arte russa, in tutte le sue epoche, sia stata sempre segnata dai medesimi codici culturali e spirituali. Così "L'apparizione di Cristo al popolo" di Alexander Ivanov si trova accanto alle icone "Battesimo" e "Trasfigurazione" entrando in relazione con la "Trinità" di Paisius, che è appesa di fronte. Il "Dolore inconsolabile" di Ivan Kramsky è opposto all'icona "Non mi singhiozzare, Madre" e il suo "Cristo nel deserto" si trova accanto a "Cristo nella segreta", una scultura in legno del XVIII secolo di Perm.
La mostra dice l'unità dell'anima russa
Il direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta, spiega a Pope che il messaggio della mostra è “L’unità dell’anima spirituale russa, che è la stessa, con declinazioni diverse, nel Quattrocento e agli inizi del Novecento con Malevic che appunto chiude la mostra con un’opera forte e provocatoria che è il 'Quadrato nero', che incredibilmente nella mostra è messa accanto ad un’icona del XV secolo del Giudizio Universale, quindi un’icona molto tradizionale”. I curatori, aggiunge Jatta, “hanno fatto una scelta molto particolare. Non c’è un iter cronologico e non c’è neanche un iter tematico e iconografico. Sono semplicemente degli accostamenti che devono condurre i visitatori in una sorta di ascensione, che permette di poter ragionare su determinate tematiche della spiritualità russa ma che posso dire anche universale”.
Quando visitare l'esposizione
La mostra e il catalogo che l’accompagna sono stati resi possibili grazie al generoso sostegno della fondazione Art, Science and Sport di Alisher Usmanov. Si potrà visitare il lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 9,30 alle 17,30, con ultimo ingresso alle 17. Il mercoledì dalle 13,30 alle 17,30 e il sabato dalle 10 alle 17.
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