ҽ

Lancio di un missile Lancio di un missile 

Santa Sede: no alla corsa agli armamenti nello spazio

Il nunzio Bernardito Auza è intervenuto ieri a New York sul tema della “Prevenzione della corsa agli armamenti nello spazio extra-atmosferico”. La chiave – ha detto - sta in un approccio multilaterale fondato su efficaci meccanismi di trasparenza

Lisa Zengarini – Città del Vaticano

“La corsa agli armamenti può essere contrastata, prima di tutto se le attività nello spazio extra-atmosferico si svolgono su basi multilaterali”. Lo ha sottolineato mons. Bernardito Auza, Osservatore Permanente della Santa Sede all’Onu intervenendo ieri al Palazzo di Vetro a un dibattito su questo tema. “Il coinvolgimento multilaterale – ha affermato il presule - punta alla trasparenza, costruendo la fiducia che le attività dei degli Stati nello spazio non siano finalizzate a militarizzarlo”.

Sì alle Misure per la trasparenza e la costruzione della fiducia nello spazio (Tcbm)

Nel suo intervento il rappresentante pontificio ha evidenziato l’importanza di fare in modo che le attività nello spazio, siano esse finalizzate alla sicurezza, alla ricerca o allo sviluppo di nuove tecnologie, non inducano gli Stati a mettersi in competizione tra loro, alimentando la corsa agli armamenti. Per questo occorre fiducia reciproca che può essere garantita solo se tali operazioni avvengono alla luce del sole. In questo senso, ha detto, “la Santa Sede saluta con favore l’inizio quest’anno dei lavori della Commissione per il Disarmo delle Nazioni Unite (Undc) sulle Misure per la trasparenza e la costruzione della fiducia nello spazio (Tcbm)”. Esse “non sostituiscono le altre iniziative giuridicamente vincolanti che disciplinano le attività nello spazio per rafforzare la stabilità e la pace nel mondo, ma possono dare un significativo sostegno a questo obiettivo”.

Istituire un sistema internazionale di monitoraggio reciproco

La trasparenza si potrebbe implementare attraverso un sistema di monitoraggio reciproco, affidato a un organismo internazionale indipendente. A questo proposito mons. Auza ha rilanciato la proposta discussa negli anni ’70 dalle Nazioni Unite di istituire un Ente Internazionale per il controllo dei satelliti (Isma) con il compito di raccogliere e diffondere informazioni sulle attività legate al lancio di oggetti nello spazio o all’invio di energia a satelliti e ad altri apparecchi spaziali. Gli Stati potrebbero inoltre accettare di rendere noti i loro siti di lancio. Questo implicherebbe anche la presenza in questi luoghi di osservatori di altre nazioni.

Stipulare un accordo per limitare i test dei sistemi balistici

L’osservatore vaticano ha poi richiamato l’attenzione sull’esigenza di regolamentare anche le attività nel campo dei missili balistici e della difesa anti-balistica. Un accordo che impegni gli Stati a non testare tali sistemi contro satelliti e altri oggetti nello spazio, ha detto, “sarebbe un'altra misura importante per favorire la fiducia”.

Un efficace controllo internazionale garanzia di pace nello spazio

Infine, l’auspicio che le Misure di trasparenza e costruzione della fiducia nello spazio promosse dall’Onu possano essere trasformate a tempo debito accordi vincolanti “L’ambiente spaziale potrebbe così rimanere un’area in cui l’obiettivo di un disarmo generale e completo sotto un rigido ed efficace controllo internazionale è quasi interamente raggiunto”, ha concluso mons. Auza.

 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

25 ottobre 2018, 15:20