Un nuovo obiettivo per raccontare la strada e gli ultimi
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Questa sera, all’ombra della Colonna Antonina del Foro di Traiano, i 150 senzatetto e poveri di Roma che ricevono cibo, vestiti, vicinanza e affetto dai settanta volontari della , assisteranno ad un evento unico. Francesco Sforza, primo fotografo del Papa, donerà la sua Nikon D700 compresa di obiettivo, scheda di memoria e carica batterie a Daniele Ciarlantini, un ex senzatetto oggi fotografo dell’associazione, che con la macchina che ha fotografato Papa Francesco documenterà la vita di strada e le attività della Ronda.
Daniele e la mostra “Autobiografia di strada”
Le prime due macchine, tascabili e automatiche, Daniele le ha avute dall’associazione, che lo ha inserito in un progetto e gli ha chiesto di scattare foto di Roma durante i suoi quotidiani spostamenti alla ricerca di un pasto caldo, di una bevanda, di un luogo dove ripararsi dalla pioggia e dal freddo, di un amico con il quale scambiare due parole. Oggi Daniele ha di nuovo un tetto, dopo essere finito sulla strada per aver perso il lavoro, e le sue foto migliori sono state protagoniste, nel 2016, della mostra “Autobiografia di strada” ospitata dall’Idi.
“Ora ho un obiettivo: raccontare le storie che vivo”
“La fotografia mi realizza – racconta Daniele Ciarlantini - quando ho la macchina fotografica la sento parte di me, del mio stile di vita, e quindi mi completa. Ho iniziato a fotografare quasi per gioco, e da lì è nata una passione. La mia è fotografia da strada, per raccontare ciò che vivo per strada. Prima ero una persona che non aveva un obiettivo, uno scopo, adesso il mio obiettivo sono le fotografie che faccio vivendo la strada, comunicando ciò che è realmente la strada. E quindi mi fa sentire quasi un raccontastorie”.
Giglioli: hanno bisogno di esprimersi, di esistere
“Roma trovare cibo non è così difficile – ci dice Marzia Giglioli, presidente della Ronda della Solidarietà - anche se la situazione è molto grave. Per fortuna c’è molta solidarietà, quello che manca è la vicinanza con queste persone, il loro esistere. Girarsi dall’altra parte è la nostra colpa. Quelli che vivono sulla strada hanno bisogno di diventare reali, perché sono invisibili. Realizzare alcune attività, alcuni sogni, era la chiave di tutto. Per Daniele ad esempio era riuscire ad esprimersi, ad esistere, attraverso la fotografia, e adesso questo dono, realizza proprio questo percorso”.
Sforza: con uno scatto, da’ luce a realtà che non vediamo
La Divisione produzione fotografica di Vatican Media, coordinata da Marco Tassi, vuole dare un contributo alle attività della Ronda della Solidarietà, “nello spirito di misericordia di Papa Francesco, donando la macchina fotografica che ha fissato momenti significativi dei pontificati di Papa Francesco e di Benedetto XVI”. “Il fotografo è un artigiano che mette le mani, mette gli occhi, ma soprattutto mette il cuore” spiega Francesco Sforza, responsabile dei fotografi di Vatican Media . “Quindi per Daniele, usare la mia vecchia macchina sarà un’opportunità in più. Perché chi vive la strada come la vive lui, e sa cosa significa, con un solo scatto ci può far conoscere realtà che a volte non vediamo o non vogliamo vedere. Sono convinto che farà delle ottime cose”.
La Ronda della Solidarietà, accanto agli invisibili di Roma
La Ronda della Solidarietà è sulla strada da otto anni, e collabora con la Comunità di Sant'Egidio, Romaltruista, e altre onlus romane. Ora è in contatto anche con l'Elemosineria Apostolica. Opera nel “quadrilatero d’oro” della città Eterna, tra piazza Venezia, il Pantheon, Piazza di Spagna, Fontana di Trevi e il Quirinale, tra gli invisibili, i senza fissa dimora, i clochard. Le cuoche della Ronda cucinano in casa dei primi caldi, e poi corrono con i pentoloni alla Colonna Antonina del Foro Traiano, dove dalle 20 di ogni lunedì e giovedì 70 volontari fissi, e poi altri che si aggiungono di volta in volta, distribuiscono dai 100 a i 150 pasti a sera e una quarantina di capi d’abbigliamento, su ordinazione. Ma soprattutto donano affetto e vicinanza, a chi è stato ferito dalla vita e fatica a rialzarsi.
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