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Studio radiofonico in Africa Studio radiofonico in Africa 

Mons. Viganò alle Radio africane: comunicazione a servizio della verità

Nella riforma della comunicazione della Santa Sede c’è una particolare attenzione per l'Africa. È quanto scrive mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione, nel suo messaggio all’11.ma Assemblea generale dell’Unione Africana di Radiodiffusione in corso a Kigali, in Rwanda

Tiziana Campisi - Città del Vaticano

Nella convergenza dei media, afferma mons. Viganò, la radio ha un ruolo centrale, sicché in Africa, sulle onde corte, si è puntato all’ottimizzazione delle trasmissioni per distribuire più efficacemente i contenuti secondo l’affinità linguistica; così “il Programma arabo viene diffuso solamente nell’Africa del nord e nel Medio-Oriente”, mentre “i programmi musicali sono stati ridotti a causa della cattiva qualità del servizio di trasmissione” e “i programmi liturgici sono stati privilegiati rispetto all’informazione sull’attualità”.

Un nuovo servizio satellitare in Africa

Dall’1 gennaio di quest’anno, poi, il continente africano è coperto da un nuovo servizio satellitare che include il segnale audio Stream, sul quale è disponibile il palinsesto Vatican Media Radio Feed Africa, una catena televisiva in qualità SD accanto all’audio internazionale e 4 segnali audio in francese, inglese, portoghese e spagnolo. Il flusso satellitare, inoltre, è anche fruibile via internet e nuovi progetti hanno incrementato l’offerta dell’informazione. È stato dato il via ad un sistema di diffusione ciclico, non più quindi orario, dunque è aumentata la disponibilità dei contenuti; sta per partire, poi, la distribuzione di 200 kit per la ricezione e la trasmissione attraverso satellite e per l’accesso a internet. Tutto ciò in collaborazione con SIGNIS e la società SatADSL, per consentire anche lo scambio di materiale audio. In pratica la Segreteria per la Comunicazione invierà programmi che possono essere riprodotti attraverso la frequenza FM delle radio locali, che a loro volta potranno inviare dei contributi alla Segreteria per la Comunicazione.

Le risposte del continente alle nuove sfide dell’informazione

Di fronte alle sfide che la comunicazione oggi pone, buona la risposta dell’Africa con nuove iniziative. Mons. Viganò plaude in particolare alla Rete delle Radio Cattoliche nel Burkina Faso, che utilizza la tecnologia della multidiffusione e Cloud per una produzione, in sinergia, di trasmissioni radiofoniche cattoliche, che guardano anche allo sviluppo e alla dignità della persona umana. “L’Africa, chiamata anche a confrontarsi con tutti gli sforzi e le sfide, sa avanzare nella giusta direzione preparandosi a diventare uno dei partner più importanti del Dicastero della Comunicazione – sostiene il prefetto della Segreteria per la Comunicazione –. Non è un percorso facile, poiché ciò esige un investimento tecnologico enorme e formazione del personale e soprattutto un senso ecclesiale di grande ampiezza”.

L’uomo al centro del processo informativo

Mons. Viganò precisa tuttavia che “la sola dimensione tecnologica è incompleta se non è accompagnata da quella antropologica”. Dunque è l’uomo che deve essere al centro di tutta la comunicazione. La comunicazione deve favorire la relazione con l’altro e in tal senso verso l’altro ci si deve sentire responsabili mettendosi al suo servizio. “E quando l’uomo diviene il centro della nostra comunicazione – aggiunge mons. Viganò – occorre vegliare perché i moderni mezzi di comunicazione non lo avviliscano con la menzogna, con le false notizie veicolate nei nostri giorni dalle reti sociali, e non solamente dai tradizionali mezzi di comunicazione. L’uomo al centro di tutta la comunicazione, suppone dunque una comunicazione vera, senza menzogna”. “Se mettiamo l’uomo al centro – conclude il prefetto della Segreteria per la Comunicazione – cercheremo dunque di fare una comunicazione della verità e una comunicazione per la pace. Poiché – come dice Papa Francesco nel Messaggio per la 52.ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali – il miglior antidoto contro le falsità, non sono le strategie, ma le persone: persone che, libere dall’avidità, sono pronte all’ascolto e attraverso lo sforzo di un dialogo sincero lasciano emergere la verità”.
 

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15 marzo 2018, 13:46