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Convegno alla Filmoteca Vaticana sull'Enciclica Miranda Prorsus Convegno alla Filmoteca Vaticana sull'Enciclica Miranda Prorsus 

Viganò: accordo tra SpC e Normale di Pisa su audiovisivi Pio XII

Il Prefetto della Segreteria per la Comunicazione è intervenuto alla tavola rotonda alla Filmoteca Vaticana, in occasione del 60° anniversario della Lettera Enciclica Miranda Prorsus di Papa Eugenio Pacelli

Giada Aquilino - Città del Vaticano

Ricuperare e valorizzare il patrimonio audiovisivo su Pio XII. Questo l’obiettivo della collaborazione scientifica avviata tra la Segreteria per la Comunicazione (SpC) e la Scuola Normale Superiore di Pisa e annunciata nel corso la tavola rotonda dal titolo ‘La Santa Sede nell’età della comunicazione di massa’. L’evento si è svolto nel pomeriggio alla Filmoteca Vaticana, in occasione del 60° anniversario della Lettera Enciclica Miranda Prorsus di Papa Eugenio Pacelli, promulgata l’8 settembre 1957 e dedicata alle “meravigliose invenzioni” tecniche dei mezzi di comunicazione di massa.

Ad illustrare l’iniziativa mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione, che ha sottolineato come i sessant’anni del documento pontificio ci portino a riflettere su come Pio XII intervenga “non più su un singolo medium, ma su un insieme di media all’epoca conosciuti, che sono poi quelli che la Santa Sede ha adottato, cioè il cinema - in parte - la radio e la televisione”. Il prefetto della Segreteria per la Comunicazione ha quindi ricordato la “visione d’insieme che era il modo con cui la Chiesa interagiva con la società contemporanea”.

Oggi, con i frutti concreti della riforma dei media vaticani, si comprende - ha aggiunto - che “non c’è qualcosa che è stato sbagliato precedentemente, ma proprio perché interviene una cultura nuova, una cultura digitale, una convergenza digitale, siamo in un’occasione in cui questa grande storia, molto importante, di grandi figure e professionisti, deve in qualche modo ripensarsi”. Così come allora “ci fu un grande investimento sulla tecnologia ultima per annunciare il Vangelo e il messaggio del Santo Padre” così oggi, ha proseguito mons. Viganò, è necessario acquisire una “modalità di produzione, multimediale in questo caso, perché il messaggio del Pontefice, della Chiesa e del Vangelo possa raggiungere ogni uomo e ogni donna”.

In un tempo in cui l’approccio di molti studiosi va verso la multimedialità piuttosto che verso un profilo identitario proprio di ogni mezzo, torna l’attualità dell’Enciclica Miranda Prorsus di Pio XII, particolarmente attento alla promozione di valori autentici per contribuire alla crescita delle persone e allo sviluppo della dignità umana. Anche oggi - ha osservato mons. Viganò - è importante la “responsabilità del comunicatore”, soprattutto in epoca di fake news: “la fake news non è una notizia evidentemente falsa ma verosimile al vero”. Il che crea potenti strategie che necessitano “un richiamo forte alla responsabilità che, prim’ancora che professionale, è umana”.

Dopo gli interventi di Vincenzo Barone, direttore della Scuola Normale Superiore, Daniele Menozzi e Gianluca della Maggiore, della medesima istituzione, e Federico Ruozzi, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, a richiamare al magistero di Pio XII è stato anche Giovanni Vian, docente di Storia del cristianesimo all’Università Ca’ Foscari di Venezia, che ha messo in luce come in Papa Pacelli ci fosse certamente la preoccupazione per “orientamenti ideologici dei media”, ma soprattutto la “profonda convinzione” che proprio i media fossero “strumenti di apostolato a livello mondiale”: mezzi che, “unici in quel momento”, gli consentirono “da un lato un annuncio evangelico su scala planetaria, dall’altro anche la possibilità di favorire un’integrazione tra i popoli in un contesto difficilissimo come quello della Guerra Fredda e quindi un servizio in prospettiva alla pace”.

In tale contesto si colloca il ruolo della Radio Vaticana che, come ha spiegatoRaffaella Perin, docente di Storia del cristianesimo all’Università Cattolica - sede di Brescia, proprio a metà del secolo scorso si è presentata come un mezzo che, “oltre a trasmettere un messaggio religioso”, oggi può essere letto anche come una “’contropropaganda’ rispetto alle ideologie totalitarie” di quel periodo.

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14 dicembre 2017, 19:45