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2025.02.13  Simone Cristicchi, ospite di Radio Vaticana nel marzo 2020

Ep. 2 - Il Giubileo degli artisti e del mondo della cultura

"C’è bisogno di gettare la luce della speranza nelle tenebre dell’umano, dell’individualismo e dell’indifferenza. Aiutateci a intravedere la luce, la bellezza che salva". Simone Cristicchi, cantautore, scrittore, attore e regista, era nella Cappella Sistina nel giugno 2023 quando Papa Francesco rivolse questo appello ai rappresentanti del mondo dell'arte. Quasi due anni dopo, mentre a Roma si celebra il "Giubileo degli artisti e della cultura", si trova a Sanremo per partecipare alla 75ma edizione del Festival della canzone italiana con un brano -  "Quando sarai piccola"  - che descrive in poesia come si trasforma il rapporto di amore tra una madre e suo figlio quando l'età e la malattia avanzano.  "Nel momento in cui si sgretola davanti ai nostri occhi un punto di riferimento, come può essere una madre o un padre - riflette il cantante -  c'è anche una buona dose di sofferenza che dobbiamo trasformare in bellezza".

"Io credo che non sia la bellezza che salverà il mondo, ma siamo noi in prima persona che dobbiamo salvare la bellezza", spiega Cristicchi nel secondo episodio del podcast "Specchi", raccontando come la speranza giubilare si rifletta nelle sue canzoni e nei suoi spettacoli. "La scopo dell'arte in generale dovrebbe essere quello di riconnetterci alla frequenza madre, alla parte più autentica in noi. Io sento molto la forza spirituale della musica. Poi ci può essere anche la musica di intrattenimento che oggi va per la maggiore, ma non dobbiamo dimenticare che la musica nasce per uno scopo molto più alto".

L'artista romano, che dopo cinque anni di silenzio ha pubblicato nel giugno 2024 l'album "Dalle tenebre alla luce", racconta anche il suo pellegrinaggio spirituale cominciato con un rapporto difficile con la Chiesa cattolica e maturato poi in positivo attraverso la frequentazione dei conventi di clausura e degli eremi francescani in Umbria, luoghi di meditazione e silenzio. "Credo che ci sia una grande domanda di silenzio, di riflessione, di contemplazione che si contrappone al frastuono del nulla che avanza", spiega.  "Secondo me dovremmo ritagliarci dei momenti di pace ogni giorno anche all'interno delle metropoli, dei nostri eremi metropolitani. Cioè trovare uno spazio all'interno delle nostre giornate dove poter ricontattare quella parte più intima che è in noi e che ha bisogno di nutrimento, così come il nostro corpo". 

Se c’è un filo rosso nella produzione artistica di Cristicchi, oltre a quello della ricerca interiore, è poi sicuramente l’attenzione per gli ultimi, i diseredati, quelli che Papa Francesco chiama gli scartati. "Dovremmo superare questo senso di superiorità - afferma nel podcast - perché il fragile, l'emarginato, lo scartato ha una potenza in sé enorme. Perché è uno specchio, è lo specchio di chi siamo, è una parte di noi che viene riflessa. E quindi se crediamo che davvero nell'altro c'è una parte di noi e che noi stessi siamo gli altri, non possiamo che aiutarci a vicenda e riscoprire questo senso di solidarietà per gli ultimi".

14 febbraio 2025