Ep. 349 - Papale papale - "Invocazione"
Francesco,
Oggi, il brano del Vangelo comincia così: «In quel tempo gli apostoli dissero al Signore: “Accresci in noi la fede!”» (Lc 17,5-6). Mi pare che tutti noi possiamo fare nostra questa invocazione. Anche noi come gli Apostoli diciamo al Signore Gesù: “Accresci in noi la fede!”. Sì, Signore, la nostra fede è piccola, la nostra fede è debole, fragile, ma te la offriamo così com’è, perché Tu la faccia crescere. Vi sembra bene ripetere tutti insieme questo: “Signore, accresci in noi la fede!”? Lo facciamo? Tutti: Signore, accresci in noi la fede! Signore, accresci in noi la fede! Signore, accresci in noi la fede! Ce la faccia crescere!
Giovanni Paolo II,
L'invocazione “Liberaci dal male” o dal “maligno”, contenuta nel Padre Nostro, scandisce la nostra preghiera perché ci allontaniamo dal peccato e siamo liberi da ogni connivenza con il male. Essa ci richiama la lotta quotidiana, ma soprattutto ci ricorda il segreto per vincerla: la forza di Dio che si è manifestata e ci è offerta in Gesù (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 2853).
Il male morale provoca la sofferenza, la quale viene presentata, soprattutto nell’Antico Testamento, come castigo collegato a comportamenti in contrasto con la legge di Dio. D’altra parte, la Sacra Scrittura evidenzia che, dopo il peccato, si può chiedere a Dio la sua misericordia, cioè il perdono della colpa e la fine delle pene da essa provocate. Il ritorno sincero a Dio e la liberazione dal male sono due aspetti di un unico percorso. Così, ad esempio, Geremia esorta il popolo: ”Ritornate, figli traviati, io risanerò le vostre ribellioni” (Ger 3, 22). Nel Libro delle Lamentazioni si sottolinea la prospettiva del ritorno al Signore (cfr 5, 21) e l’esperienza della sua misericordia: “Le misericordie del Signore non sono finite, non è esaurita la sua compassione; esse sono rinnovate ogni mattina, grande è la sua fedeltà” (3, 22; cfr v.32).
Paolo VI,
Vedete tanti altri paesi. vicini e lontani tormentati da fermenti di nuove tensioni.
Il momento è febbrile. Noi conserviamo la nostra fiducia nelle istituzioni umane create per la pace, l’equilibrio e la concordia nella vita internazionale.
Ma qualche cosa di indomabile risveglia a quando a quando focolai di lotte che possono essere fatali per tanta gente pacifica e innocente. Osserviamo gli spiriti che soffiano oggi negli animi. Alcuni, pochi ma scatenati, bastano a produrre rovine e a generare spavento. Altri sono invasi da uno «spirito di vertigine», (Is. 19, 14) barcollano come ebbri fra ipotesi contrastanti. Dove sono gli spiriti umili e forti, che ascoltano la voce di Dio?
Occorre che Dio ci aiuti. Occorre meritare almeno con umile e sincera invocazione qualche provvido intervento dell’imponderabile e salvifico aiuto di Dio. Cioè occorre pregare. Oremus!
Ogni giorno pregate anche per tale scopo e non manchi mai l’invocazione e la devozione a Maria Santissima, la “Vergine fedele”, che si consacrò totalmente al mistero della Redenzione, nell’accettazione umile e ardente della volontà del Signore.
Pio XII,
Animati da questa speranza, Noi con paterno affetto a voi, diletti figli e figlie, soprattutto a coloro, che soffrono in maniera particolarmente dolorosa i disagi e le pene della guerra e hanno bisogno dei divini conforti, e non ultimi a tutti quelli i quali, rispondono alla Nostra invocazione, aprono il cuore all'amore operoso e misericordioso, o, reggendo i destini dei popoli, sono bramosi di tranquillarli con l'olivo di pace, impartiamo, come pegno di abbondanti favori celesti, la Nostra Apostolica Benedizione.