Ep. 304 - Papale papale - "Dialogo"
Paolo VI,
È bello il mondo? ringraziamo Iddio. È feconda la natura? ringraziamo Iddio. Non è il lavoro, ci si può chiedere, non è la scienza, non è l’arte e la tecnica, che dominano le cose, meritevoli della nostra riconoscenza? Non è allora l’uomo il nostro benefattore? Sì, ma l’uomo, dobbiamo rispondere, non fa che scoprire leggi, forze e ricchezze della natura; egli non crea, studia ed impiega cose ed energie, che non sono state create da lui; l’opera sua, anche la più materiale, come la più intelligente, è, in fondo, una mediazione, un dialogo con Dio creatore...
Giovanni Paolo I,
Mi è toccato, una volta, di vedere alla stazione di Milano un facchino, che, appoggiata la testa ad un sacco di carbone addossato a un pilastro, dormiva beatamente... I treni partivano fischiando e arrivavano cigolando con le ruote; gli altoparlanti davano continui avvisi frastornanti; la gente andava e veniva con brusio e rumore, ma lui - continuando a dormire - pareva dicesse: « Fate quel che vi pare, ma io ho bisogno di star quieto ». Qualcosa di simile dovremmo fare noi sacerdoti: attorno a noi c'è continuo movimento e parlare di persone, di giornali, di radio e televisione. Con misura e disciplina sacerdotale dobbiamo dire: « Oltre certi limiti, per me, che sono sacerdote del Signore, voi non esistete; io devo prendermi un po' di silenzio per la mia anima; mi stacco da voi per unirmi al mio Dio ».
E sentire il loro sacerdote abitualmente unito a Dio è, oggi, il desiderio di molti buoni fedeli. Essi ragionano come l'avvocato di Lione, reduce da una visita al Curato d'Ars. « Cosa avete visto ad Ars? » gli fu chiesto. Risposta: « Ho visto Dio in un uomo ». Analoghi i ragionamenti di S. Gregorio Magno. Egli auspica che il pastore d'anime dialoghi con Dio senza dimenticare gli uomini e dialoghi con gli uomini senza dimenticare Dio.
Benedetto XVI,
Ciò che, comunque, va innanzitutto promosso, è l’ecumenismo dell’amore, che discende direttamente dal comandamento nuovo lasciato da Gesù ai suoi discepoli. L’amore accompagnato da gesti coerenti crea fiducia, fa aprire i cuori e gli occhi. Il dialogo della carità per sua natura promuove e illumina il dialogo della verità: è infatti nella piena verità che si avrà l’incontro definitivo a cui conduce lo Spirito di Cristo.
Francesco,
Tante catene ci sono nella nostra vita. E Gesù è venuto a liberarci da tutte queste catene. E oggi, alla sfida del diavolo che gli grida: «Che vuoi […]? Sei venuto a rovinarci?» (v. 24), risponde: «Taci! Esci da lui!» (v. 25). Gesù ha il potere di cacciare via il diavolo. Gesù libera dal potere del male, e stiamo attenti: caccia via il diavolo ma non dialoga con lui! Mai Gesù ha dialogato con il diavolo; e quando è stato tentato nel deserto, le sue risposte erano parole della Bibbia, mai un dialogo. Fratelli e sorelle, con il diavolo non si dialoga! State attenti: con il diavolo non si dialoga, perché se tu ti metti a dialogare con lui, vince lui, sempre.
Giovanni Paolo II,
Voglio concludere questo mio discorso, questo mio messaggio, dicendovi che ho aspettato tanto di potervi incontrare, vedere, prima nella notte e poi nel giorno. Vi ringrazio per questo dialogo, scandito con grida ed applausi. Grazie per questo dialogo. In virtù della vostra iniziativa, della vostra intelligenza, non è stato un monologo, è stato un vero dialogo.