Ep. 331 - Papale papale - "Crocifisso"
Giovanni XXIIII,
Diletti figli!
L'immagine del Crocefisso, che abbiamo consegnata a ciascuno di voi, come suggello e viatico della vostra missione, vi ricorderà la via da percorrere per assicurare piena fecondità al vostro lavoro. Il Cristo confitto sul legno, annientato dal doloroso supplizio, tende le mani come per abbracciare tutti gli uomini. Egli vi insegnerà a qual prezzo si ottiene la salvezza del mondo. Egli è il modello e l'esempio da seguire: « a Lui arriva solo chi cammina — sono ancora parole di S. Leone — per il sentiero della sua pazienza e della sua umiltà. In tale cammino non manca la pena affannosa della fatica, né la nube della tristezza, né la procella della paura. Voi troverete le insidie dei cattivi, le persecuzioni degli infedeli, le minacce dei potenti, le offese dei superbi: tutte cose che il Signore delle virtù ed il Re della gloria — Dominus virtutum et Rex gloriae — ha percorso nella figura della nostra infermità... proprio perchè, fra i pericoli della vita presente, non desideriamo di scansarli con la fuga, ma piuttosto di superarli con la pazienza »
Benedetto XVI,
Scrive sant’Antonio: “Cristo, che è la tua vita, sta appeso davanti a te, perché tu guardi nella croce come in uno specchio. Lì potrai conoscere quanto mortali furono le tue ferite, che nessuna medicina avrebbe potuto sanare, se non quella del sangue del Figlio di Dio. Se guarderai bene, potrai renderti conto di quanto grandi siano la tua dignità umana e il tuo valore... In nessun altro luogo l’uomo può meglio rendersi conto di quanto egli valga, che guardandosi nello specchio della croce” (Sermones Dominicales et Festivi III, pp. 213-214).
Meditando queste parole possiamo capire meglio l'importanza dell'immagine del Crocifisso per la nostra cultura, per il nostro umanesimo nato dalla fede cristiana. Proprio guardando il Crocifisso vediamo, come dice sant'Antonio, quanto grande è la dignità umana e il valore dell'uomo. In nessun altro punto si può capire quanto valga l'uomo, proprio perché Dio ci rende così importanti, ci vede così importanti, da essere, per Lui, degni della sua sofferenza; così tutta la dignità umana appare nello specchio del Crocifisso e lo sguardo verso di Lui è sempre fonte del riconoscimento della dignità umana.
Giovanni Paolo II,
Aver fede in Cristo crocifisso e risorto significa credere nel valore della vita e quindi della salute. È triste pensare come molti purtroppo oggi rovinano la loro salute e sprecano o rifiutano la vita! Se manca la luce del Risorto tutto diventa tragicamente possibile! Gesù risorto afferma che la vita viene da Dio ed è un dono prezioso che dobbiamo amministrare, di cui siamo responsabili e di cui dovremo rendere conto. “Pasqua” significa “vita” e amore alla vita.
Aver fede in Cristo crocifisso e risorto significa credere nella presenza continua ed amorevole della Provvidenza nelle nostre singole esistenze come nel corso tumultuoso della storia. Perciò in questa fede nel disegno provvidente di Dio, assumono valore e significato anche la malattia e la sofferenza.
Francesco,
Ci vuole un po’ di speranza per essere guariti dalla tristezza di cui siamo malati, per essere guariti dall’amarezza con cui inquiniamo la Chiesa e il mondo. Fratelli e sorelle, guardiamo il Crocifisso. E che cosa vediamo? Vediamo Gesù nudo, Gesù spogliato, Gesù ferito, Gesù tormentato. È la fine di tutto? Lì c’è la nostra speranza.
Cogliamo allora come in questi due aspetti la speranza, che sembra morire, rinasce. Anzitutto, vediamo Gesù spogliato: infatti, «dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte» (v. 35). Dio spogliato: Lui che ha tutto si lascia privare di tutto. Ma quella umiliazione è la via della redenzione.