Ep. 240 - Papale papale -"Solidarietà"
Paolo VI,
La solidarietà è il cemento che stringe le società moderne, siano esse particolari, che nazionali e internazionali. E ciò che stupisce favorevolmente è l’osservare che ancor prima su l’identità di natura la solidarietà si fonda ordinariamente sopra un male altrui considerato comune, in realtà o in potenza; si basa cioè sopra un bisogno comune, sopra una condizione comune di pericolo, o di interesse, o di sofferenza. Il dolore, più che il piacere, è diventato unitivo. Nessuno oggi si vergogna di nutrire sentimenti di compassione per chi è nel dolore, nella indigenza, nell’incapacità di sopperire a se stesso, di vivere e sopravvivere.
Giovanni XXIII,
Il Nato di Betlemme è umile e mite di cuore, povero e innocente; egli è il costruttore della pace, e per essa già si appresta al sacrificio supremo. Questa la strada segnata da Gesù Cristo; questa la indicazione per ogni uomo che accoglie il divino messaggio con prontezza di adesione, ad ogni costo di sforzo e di generosità personale. A Betlemme, diletti figli, è l'inizio del nuovo corso della storia, per una più grande irradiazione della civiltà di ciascun popolo : ma questo corso è affidato alla responsabilità di ciascuno di noi. Di fatto, per la legge naturale della solidarietà e per la dottrina cristiana del corpo mistico, la dignità umana, la libertà e la giustizia dipendono da tutti noi nell'insieme e come individui.
Giovanni Paolo II,
La solidarietà, infatti, prima ancora di essere un fatto culturale, di dar forma a un progetto politico o di orientare una determinata prassi sociale, è una spinta rispondente alla natura dell’uomo e, quando sia inquadrata in quella legge-comandamento di Cristo, che - badate - assume, non sopprime i valori naturali, si eleva alla sfera superiore del vero amore del prossimo. Essa allora ci porta più in alto fino a Dio che per primo, come nostro Padre, ci ama con carità infinita. A questo livello la solidarietà è l’annuncio stupendo che Dio è solidale con l’uomo fino alla morte del suo Figlio sulla croce. In questo e da questo Vangelo deve trovare vigore l’azione sociale dei cristiani, perché diano effettiva concretezza, nell’attualità e varietà delle situazioni, alla vera solidarietà in seno all’umana famiglia.
La crisi in atto, ad esempio, impone a noi cristiani di non abbandonare questa strada della solidarietà; occorre, anzi, scoprire e sperimentare nuove forme di essa, perché la società nel suo insieme progredisca, si sviluppi, diventi più umana.
Francesco,
Nel mezzo della crisi, una solidarietà guidata dalla fede ci permette di tradurre l’amore di Dio nella nostra cultura globalizzata, non costruendo torri o muri – e quanti muri si stanno costruendo oggi - che dividono, ma poi crollano, ma tessendo comunità e sostenendo processi di crescita veramente umana e solida. E per questo aiuta la solidarietà. Faccio una domanda: io penso ai bisogni degli altri? Ognuno si risponda nel suo cuore.
Nel mezzo di crisi e tempeste, il Signore ci interpella e ci invita a risvegliare e attivare questa solidarietà capace di dare solidità, sostegno e un senso a queste ore in cui tutto sembra naufragare. Possa la creatività dello Spirito Santo incoraggiarci a generare nuove forme di familiare ospitalità, di feconda fraternità e di universale solidarietà.