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Ep. 227 - Papale papale -"Nucleare"

Paolo VI,

Oggi teniamo presente, in questo minuto spirituale, il fatto positivo della settimana, quello della presentazione del testo del Trattato di non proliferazione nucleare.

Ci sembra positivo, perché dimostra un’avvertenza in sede responsabile del formidabile e incalcolabile pericolo delle armi nucleari, e segna un primo passo, non certo risolutivo, ma iniziale, per scongiurare tale pericolo che incombe sull’intera umanità.

Ci sembra positivo anche perché instaura un episodio di concordia e di collaborazione internazionali, senza le quali è impossibile sperare sicurezza e pace nel mondo.

Giovanni Paolo II,

Ripeto oggi, con la stessa accorata preoccupazione, le parole che ho detto a Hiroshima: “La guerra è distruzione della vita umana. La guerra è morte... Hiroshima e Nagasaki si distinguono da tutti gli altri luoghi e monumenti come le prime vittime della guerra nucleare. Chino il capo al ricordo di migliaia di uomini, donne e bambini che persero la vita in un momento terribile e di chi per lunghi anni ha riportato nel corpo e nella mente quei germi di morte... Ricordare il passato è impegnarci per il futuro... Da questa Città e dall’evento che il suo nome ricorda, si è andata originando una nuova consapevolezza mondiale contro la guerra ed una rinnovata determinazione ad operare in favore della pace... Ricordare Hiroshima è aborrire la guerra nucleare. Ricordare Hiroshima è impegnarsi per la pace”.

Benedetto XVI,

I cambiamenti epocali avvenuti negli ultimi 50 anni evidenziano come, nel difficile crocevia in cui l'umanità si trova, sia sempre più attuale e urgente l'impegno di incoraggiare la non proliferazione di armi nucleari, promuovere un progressivo e concordato disarmo nucleare e favorire l'uso pacifico e sicuro della tecnologia nucleare per un autentico sviluppo, rispettoso dell'ambiente e sempre attento alle popolazioni più svantaggiate. Auspico pertanto che vadano a buon fine gli sforzi di coloro che lavorano per perseguire con determinazione questi tre obiettivi, nell'intento di far sì che "le risorse in tal modo risparmiate possano essere impiegate in progetti di sviluppo a vantaggio di tutti gli abitanti e, in primo luogo, dei più poveri".

Francesco,

Non possiamo poi non provare un vivo senso di inquietudine se consideriamo le catastrofiche conseguenze umanitarie e ambientali che derivano da qualsiasi utilizzo degli ordigni nucleari. Pertanto, anche considerando il rischio di una detonazione accidentale di tali armi per un errore di qualsiasi genere, è da condannare con fermezza la minaccia del loro uso, nonché il loro stesso possesso, proprio perché la loro esistenza è funzionale a una logica di paura che non riguarda solo le parti in conflitto, ma l’intero genere umano. Le relazioni internazionali non possono essere dominate dalla forza militare, dalle intimidazioni reciproche, dall’ostentazione degli arsenali bellici. Le armi di distruzione di massa, in particolare quelle atomiche, altro non generano che un ingannevole senso di sicurezza e non possono costituire la base della pacifica convivenza fra i membri della famiglia umana, che deve invece ispirarsi ad un’etica di solidarietà.

 

06 agosto 2024