Ep. 226 - Papale papale -"Armi"
Giovanni XXIII,
Ci sta innanzi il ricordo dei Papi antecessori più vicini a Noi, la cui testimonianza di sollecitudine e di ansioso richiamo è consegnata alla storia.
Dalle Esortazioni di Pio X nella imminenza della prima conflagrazione Europea, a pochi giorni dalla sua santa morte, alla Enciclica di Benedetto XV «Pacem, Dei munus pulcherrimum » []; dal monito di Pio XI, che auspicava la vera pace « non tam tabulis inscriptam, quam in animis consignatam », all'appello commosso ed estremo di Pio XII il 24 agosto 1939 : « È con la forza della ragione, non con quella delle armi che la giustizia si fa strada », abbiamo tutta una successione di inviti, talora accorati e veementi, ma sempre paterni, al mondo intero perchè si guardi da ogni pericolo finché c'è tempo, ed assicurando che mai nulla sarà perduto con la pace. Le vie della pace sono le vie di Dio e delle vere conquiste.
Paolo VI,
Risorge nel Nostro animo il commosso ricordo della sera del 24 agosto 1939, quando, per ragione del Nostro servizio alle dipendenze del Papa Pio XII, di venerata memoria, Noi avemmo la ventura di assistere all’atto della radiodiffusione di quel suo messaggio, vibrante di forza e di angoscia, nel quale la voce sua fu grave e solenne, come quella di Profeta di Dio e di Padre del mondo. Risuonano ancora dentro di Noi le lampeggianti parole: “Oggi che . . . la tensione degli spiriti sembra giunta a tal segno da far giudicare imminente lo scatenarsi del tremendo turbine della guerra, rivolgiamo con animo paterno un nuovo e più caldo appello ai Governanti e ai Popoli . . . È con la forza della ragione, non con quella delle armi, che la Giustizia si fa strada”...
Pio XII,
È con la forza della ragione, non con quella delle armi, che la Giustizia si fa strada. E gl’imperi non fondati sulla Giustizia non sono benedetti da Dio. La politica emancipata dalla morale tradisce quelli stessi che così la vogliono.
Imminente è il pericolo, ma è ancora tempo.
Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra. Ritornino gli uomini a comprendersi. Riprendano a trattare. Trattando con buona volontà e con rispetto dei reciproci diritti si accorgeranno che ai sinceri e fattivi negoziati non è mai precluso un onorevole successo.
Francesco,
Sempre la guerra è il mostro che, col mutare delle epoche, si trasforma e continua a divorare l’umanità. Ma la risposta alla guerra non è un’altra guerra, la risposta alle armi non sono altre armi. E io mi sono domandato: chi vendeva le armi ai terroristi? Chi vende oggi le armi ai terroristi...? È una domanda a cui io vorrei che qualcuno rispondesse. La risposta non è la guerra ma la risposta è la fraternità. Questa (...) è la sfida per tante regioni di conflitto e, in definitiva, è la sfida per il mondo intero: la fraternità. Saremo capaci noi di fare fraternità fra noi, di fare una cultura di fratelli? O continueremo con la logica iniziata da Caino, la guerra? Fratellanza, fraternità.
Giovanni Paolo II,
(...) Accogli, Padre,
l’implorazione che sale a te
da tutta la Chiesa,
orante con Maria, Regina della pace:
effondi sui governanti
di tutte le nazioni
lo Spirito dell’unità e della concordia,
dell’amore e della pace,
perché giunga presto
a tutti i confini
l’atteso annuncio:
è finita la guerra!
E, ridotto al silenzio il fragore delle armi,
risuonino in tutta la terra
canti di fraternità e di pace.