Ep. 197- Papale papale -"Viaggiare"
Paolo VI,
Finalmente vengono le vacanze, e l’uomo fugge; e i mezzi di trasporto oggi disponibili lo invitano e lo tentano a fuggire, correndo, e lontano. Ed ecco allora la seconda osservazione circa le vacanze d’oggi: esse si trasformano in una ricerca di nuove esperienze. Viaggiare, vedere luoghi e costumi diversi ed esotici, è la formula delle vacanze del tempo presente. E sta bene. Viaggiare è una scuola di esperienza umana incomparabile ma, a pensarci bene, è scuola che suscita nello spirito altri problemi, i quali restano pesanti in fondo all’animo, se non sono inquadrati e risolti in una visione verticale, globale e sapiente della vita religiosa.
Giovanni Paolo I,
Amare significa viaggiare, correre con il cuore verso l'oggetto amato. Dice l'imitazione di Cristo: chi ama « currit, volat, laetatur », corre, vola e gode. Amare Dio è dunque un viaggiare col cuore verso Dio. Viaggio bellissimo. Ragazzo, mi estasiavo nei viaggi descritti da Giulio Verne (« Ventimila leghe sotto i mari », « Dalla terra alla luna », « Il giro del mondo in ottanta giorni », ecc.). Ma i viaggi dell'amore a Dio sono molto più interessanti. Li si legge nella vita dei Santi. S. Vincenzo de' Paoli, di cui celebriamo oggi la festa, per esempio, è un gigante della carità. (...) S. Pietro Claver, consacrandosi tutto a Dio, firmava: Pietro, schiavo dei negri per sempre. Il viaggio porta anche dei sacrifici, ma questi non devono fermarci.
Francesco,
Il 4 gennaio 1964 San Paolo VI saliva a bordo del DC8 dell’Alitalia – quei DC8 che sono “in pensione” adesso – primo Pontefice della storia a prendere l’aereo per un pellegrinaggio apostolico. Papa Montini aveva tanto voluto il viaggio in Terra Santa, breve ma intensissimo. Lo aveva annunciato con entusiasmo e commozione ai Padri conciliari, al termine della seconda sessione del Vaticano II. Quel volo, con partenza da Roma-Fiumicino e arrivo ad Amman, inaugurò i viaggi papali nel mondo: una modalità nuova di svolgere il ministero pastorale del Papa, che ha permesso al Vescovo di Roma di raggiungere tantissime persone che mai avrebbero potuto compiere un pellegrinaggio a Roma. (...) Poi, con San Giovanni Paolo II, che nei suoi 27 anni di pontificato ha compiuto 104 viaggi internazionali, questa forma di missione è diventata parte integrante del pontificato. Così, ha viaggiato il suo successore Benedetto XVI; e così ho continuato a viaggiare anch’io.
Giovanni Paolo II,
Il continuo viaggiare non è forse immagine di un altro viaggio, che tutti ci accomuna? Non è forse la vita di ogni uomo sulla terra una linea, un percorso, una traiettoria, compresa tra un punto di partenza e un punto di arrivo? Sì, ciascuno di noi è un viaggiatore secondo una nota immagine; e la cosa importante – come anche rammenta il nome della principale Stazione di Roma – è pervenire felicemente al “termine” della nostra corsa, conservando, secondo le parole di San Paolo, la fede per essa, pronti a ricevere la ricompensa dal Signore (cf. 2Tm 4,7-8).
Questa immagine del cammino costituisce la vita stessa della Chiesa, che s’impegna a servire quaggiù l’uomo in maniera integrale, per condurlo attraverso il mondo fino a Cristo, a Dio, alla vita eterna. Nel nostro viaggiare è motivo di vero conforto tener presente ciò che il Salmo Responsoriale della Messa odierna ci fa recitare: “Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore?” (Sal 27,1).