Ep. 187- Papale papale -"Speranza"
Giovanni Paolo I,
Vi parlo oggi di questa virtù, che è obbligatoria per ogni cristiano. Dante nel suo Paradiso ha immaginato di presentarsi a un esame di cristianesimo. Funzionava una commissione coi fiocchi. « Hai la fede? » gli chiede prima San Pietro. « Hai la speranza? » continua S. Giacomo. « Hai la carità? » finisce S. Giovanni. « Sì - risponde Dante - ho la fede, ho la speranza, ho la carità », lo dimostra e viene promosso a pieni voti. Ho detto che è obbligatoria: non per questo la speranza è brutta o dura: anzi, chi la vive viaggia in un clima di fiducia e di abbandono, dicendo con il salmista: « Signore, tu sei la mia roccia, il mio scudo, la mia fortezza, il mio rifugio, la mia lampada, il mio pastore, la mia salvezza.
Giovanni Paolo II,
Il mondo è assetato di speranza. Si sente oppresso da molti mali, afflitto da numerose prove. Dappertutto si constatano i drammi della miseria e le tragedie provocate dalle passioni umane. Ai desideri di pace fanno ostacolo le rivalità, le guerre, i conflitti di ogni specie. Le richieste di una giusta ripartizione delle ricchezze si scontrano con le resistenze della prepotenza e dell’egoismo.
(...) L’ottimismo della speranza non è ingenuo; non ignora le avversità che colpiscono gli uomini e le difficoltà che essi incontrano nell’edificare una società migliore. Ma si fonda sul potere sovrano di Cristo, superiore a tutti i mali e a tutte le difficoltà.
Pio XII,
Egli è risorto e vive in mezzo a noi! Quale più sicura verità, quale più consolante realtà, nel presente esilio terreno, che questo duplice fatto, su cui si fondano la certezza della fede e la speranza di ogni salvezza!
Cristo è risorto! Sfavilla senza ombra di dubbio questa storica verità, e il suo splendore permane avvalorato dalla testimonianza viva della Chiesa, che non avrebbe retto al peso dei secoli, se Cristo non fosse risorto.
Cristo è in mezzo a noi! Rifulge d'irresistibile luce la realtà della vita operosa di Gesù nella Chiesa.
Benedetto XVI,
In che cosa consiste questa speranza, così grande e così "affidabile" da farci dire che in essa noi abbiamo la "salvezza"? Consiste in sostanza nella conoscenza di Dio, nella scoperta del suo cuore di Padre buono e misericordioso. Gesù, con la sua morte in croce e la sua risurrezione, ci ha rivelato il suo volto, il volto di un Dio talmente grande nell’amore da comunicarci una speranza incrollabile, che nemmeno la morte può incrinare, perché la vita di chi si affida a questo Padre si apre sulla prospettiva dell’eterna beatitudine.
Francesco,
Gesù ha portato nel mondo una speranza nuova e lo ha fatto alla maniera del seme: si è fatto piccolo piccolo, come un chicco di grano; ha lasciato la sua gloria celeste per venire tra noi: è “caduto in terra”. Ma non bastava ancora. Per portare frutto Gesù ha vissuto l’amore fino in fondo, lasciandosi spezzare dalla morte come un seme si lascia spezzare sotto terra. Proprio lì, nel punto estremo del suo abbassamento – che è anche il punto più alto dell’amore – è germogliata la speranza. Se qualcuno di voi domanda: “Come nasce la speranza”? “Dalla croce. Guarda la croce, guarda il Cristo Crocifisso e da lì ti arriverà la speranza che non sparisce più, quella che dura fino alla vita eterna”.