Ep. 127 - Papale papale -"Protettore"
Paolo VI,
La festa di oggi ci invita alla meditazione su S. Giuseppe, il padre legale e putativo di Gesù, nostro Signore, e dichiarato, per tale funzione ch’egli esercitò verso Cristo, durante l’infanzia e la giovinezza, protettore della Chiesa, che di Cristo continua nel tempo e riflette nella storia l’immagine e la missione.
(...) Questa umile figura, tanto vicina a Gesù ed a Maria, la Vergine Madre di Cristo, figura così inserita nella loro vita, così collegata con Ia genealogia messianica da rappresentare la discendenza fatidica e terminale della progenie di David (Matth. 1, 20), se osservata con attenzione, si rileva così ricca di aspetti e di significati, quali la Chiesa nel culto tributato a S. Giuseppe, e quali la devozione dei fedeli a lui riconoscono
.... protettore dell’infanzia, protettore degli sposi, protettore della famiglia, protettore dei lavoratori, protettore delle vergini, protettore dei profughi, protettore dei morenti.
Pio XII,
Ancora una volta questa immensa piazza ha aperto le sue braccia e accoglie, nel fausto giorno sacro al glorioso Patriarca San Giuseppe, Sposo della Beatissima Vergine, una moltitudine di anime in festa. Pochi minuti fa, Noi sentivamo salire sino a Noi, sino alla stanza del Nostro quotidiano lavoro, l'onda del vostro grido: grido di fede cosciente, grido di amore, grido di assoluta fedeltà a Cristo, al Suo Vicario in terra, a tutta la Chiesa.
E se in questo momento, mentre la Nostra voce giunge a voi e penetra nelle vostre anime, un perfetto e quasi religioso silenzio avvolge la piazza, rendendo più impressionante la vostra salda, immobile unione, Noi sentiamo ugualmente i palpiti del vostro cuore, i moti della vostra anima.
Giovanni Paolo II,
La III domenica di Avvento è la domenica della vicinanza di Dio. Tutta la liturgia è permeata da questa verità. Ne rendono testimonianza le letture liturgiche sia dell’Antico, sia del Nuovo Testamento. Sono testimonianze convergenti e in consonanza. Desidero che esse risuonino, come una viva eco, nella parrocchia di San Giuseppe, che oggi ho la gioia di visitare.
(...) Sappiate, come lui, custodire e raccogliere con amore, con fede cristiana, con premurosa attenzione la presenza santificante di Cristo. Desidero che San Giuseppe sia ricordato non solo come patrono della Chiesa, ma come protettore di ogni famiglia in questa parrocchia, e che sul suo esempio si apprezzi il valore del servizio alla volontà di Dio, il senso della fede, la premura per il rispetto e la protezione della vita...
Francesco,
«San Giuseppe non può non essere il Custode della Chiesa, perché la Chiesa è il prolungamento del Corpo di Cristo nella storia, e nello stesso tempo nella maternità della Chiesa è adombrata la maternità di Maria. Giuseppe, continuando a proteggere la Chiesa, continua a proteggere il Bambino e sua madre, e anche noi amando la Chiesa continuiamo ad amare il Bambino e sua madre».
Questo Bambino è Colui che dirà: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Pertanto ogni persona che ha fame e sete, ogni straniero, ogni migrante, ogni persona senza vestiti, ogni malato, ogni carcerato è il “Bambino” che Giuseppe custodisce. E noi siamo invitati a custodire questa gente, questi nostri fratelli e sorelle, come l’ha fatto Giuseppe. Per questo, egli è invocato come protettore di tutti i bisognosi, degli esuli, degli afflitti, e anche dei moribondi... E anche noi dobbiamo imparare da Giuseppe a “custodire” questi beni: amare il Bambino e sua madre; amare i Sacramenti e il popolo di Dio; amare i poveri e la nostra parrocchia. Ognuna di queste realtà è sempre il Bambino e sua madre. Noi dobbiamo custodire, perché con questo custodiamo Gesù, come ha fatto Giuseppe.