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2023.09.28 Papaple_Papale_INQUIETUDINE

Ep. 47 - Papale papale -"Inquietudine"

Pio XII,

L’odierno sviluppo tecnico, quasi conscio d’essere avvolto da tenebre, manifesta inquietudine ed angoscia, avvertite specialmente da coloro che si adoperano nella febbrile ricerca di sistemi sempre più complessi, sempre più rischiosi. Un mondo così guidato non può dirsi illuminato da quella luce, né animato da quella vita, che il Verbo, splendore della gloria di Dio [], facendosi uomo, è venuto a comunicare agli uomini.

Giovanni XXIII,

Ma al Pastore del gregge universale di Cristo è motivo di intensa pena — cui l'abituale serenità dell'animo riesce a velare, ma non a lenire — la condizione di sofferenza, di disagio, di inquietudine, in cui tanti suoi figli si trovano. E come non potrebbe addolorarsi nell'intimo, al pensiero delle loro angustie, se a tutti indistintamente vanno le sue paterne sollecitudini? Gesù Benedetto è il Redentore di tutto il genere umano; Egli è oggi salutato lumen ad revelationem gentium: Salvatore di tutte le genti, e quindi a Lui non solo appartengono quanti sono figli della Cattolica Chiesa, ma quanti sono battezzati nel nome santo di Lui, e quanti sono egualmente suoi per diritto di creazione e per la virtù redentiva del suo Sangue Preziosissimo, versato a salute di tutto il genere umano. Sangue della Croce! O Signore.

Paolo VI,

Vi è nell’atteggiamento di tanta gioventù un senso di disagio e di rifiuto di ciò che il progresso esibisce a buon mercato, e vi è una ricerca di espressioni umane e primitive, più semplici, più sincere e più libere. Voi conoscete meglio di chiunque altro questo vasto e complesso fenomeno della inquietudine giovanile; e noi non ve lo stiamo ora a descrivere. Solo a noi sembra di poter scorgere qualche cosa di profondamente interessante in codesta inquietudine, la sincerità cioè dei vostri animi, che non temono di denunciare il vuoto che la vita moderna non solo lascia, ma scava dentro di voi.

Giovanni Paolo I,

Io sono Vescovo da vent'anni: parecchie volte ho sofferto per non poter premiare qualcuno, che veramente meritava; ma, o mancava il posto premio o non sapevo come sostituire la persona o sopravvenivano circostanze avverse. D'altra parte, ha scritto S. Francesco di Sales: « Non c'è nessuna vocazione che non abbia le sue noie, le sue amarezze, i suoi disgusti. A parte quelli che sono pienamente rassegnati alla volontà di Dio, ognuno vorrebbe cambiare la propria condizione con quella degli altri. Quelli che sono Vescovi non vorrebbero esserlo; quelli che sono sposati vorrebbero non esserlo e quelli che non lo sono vorrebbero esserlo. Da dove viene questa generale inquietudine degli spiriti, se non da una certa allergia che noi abbiamo alla costrizione e da uno spirito non buono, il quale ci fa supporre che gli altri stiano meglio di noi?

Benedetto XVI,

Il pellegrinaggio interiore della fede verso Dio si svolge soprattutto nella preghiera. Sant’Agostino ha detto una volta che la preghiera, in ultima analisi, non sarebbe altro che l’attualizzazione e la radicalizzazione del nostro desiderio di Dio. Al posto della parola “desiderio” potremmo mettere anche la parola “inquietudine” e dire che la preghiera vuole strapparci alla nostra falsa comodità, al nostro essere chiusi nelle realtà materiali, visibili e trasmetterci l’inquietudine verso Dio, rendendoci proprio così anche aperti e inquieti gli uni per gli altri.

Francesco, 

Dall’esperienza dei Magi, comprendiamo che il primo “luogo” in cui Egli ama essere cercato è l’inquietudine delle domande. L’affascinante avventura di questi sapienti d’Oriente ci insegna che la fede non nasce dai nostri meriti o da ragionamenti teorici, ma è dono di Dio. La sua grazia ci aiuta a destarci dall’apatia e a fare spazio alle domande importanti della vita, domande che ci fanno uscire dalla presunzione di essere a posto e ci aprono a ciò che ci supera. Nei Magi all’inizio c’è questo: l’inquietudine di chi si interroga.

28 novembre 2023