Ep. 23 - Papale papale - "Mondo"
Pio XII,
L’uomo moderno ha costruito un mondo, in cui le meraviglie si confondono con le miserie, ricolmo d’incoerenze, come una via senza sbocco, o come una casa fornita di tutto, ma che per la mancanza del tetto è incapace di dare la desiderata sicurezza ai suoi abitanti. In alcune Nazioni, infatti, nonostante l’enorme sviluppo del progresso esteriore, e benché a tutte le classi del popolo sia assicurato il materiale mantenimento, serpeggia e si estende un senso d’indefinibile malessere, un’attesa ansiosa di qualche cosa che debba accadere. Ritorna qui alla mente l’aspettazione dei semplici pastori delle campagne di Betlemme, i quali però con la loro sensibilità e prontezza possono insegnare ai superbi uomini del secolo ventesimo, dove occorre cercare ciò che manca: « Su, andiamo fino Betlemme — essi dicono — e vediamo questo avvenimento, che il Signore ci ha fatto conoscere ». L’avvenimento già da due millenni acquisito alla storia, ma la cui verità e il cui influsso debbono tornare a prendere il loro posto nelle coscienze, è la venuta di Dio nella sua casa e nella sua proprietà.
Giovanni XIII,
Fra le due parole : guerra o pace, si intrecciano le angosce e le speranze del mondo, gli affanni o la letizia della vita individuale e sociale. Chi non dimentica la storia del passato più o meno lontano, un passato raccolto nei vecchi libri di epoche disgraziate, e porta ancora negli occhi il color sanguigno delle impressioni, del mezzo secolo che decorse dal 1914 ad ora, e rammenta lo strazio delle nostre genti e delle nostre terre — pur con i vari interstizi che corsero fra una tribolazione e l'altra — trema di sgomento per ciò che può avvenire di ciascuno di noi e del mondo intero.
Paolo VI
Noi vorremmo confortare quanti attingono l’ispirazione del pensiero e della vita dalla sapienza cristiana a crescere, non a diminuire la loro energia operativa nel campo del bene. Bisogna trarre stimolo a ben fare dalle stesse difficoltà del momento presente.
Noi pensiamo ai poveri, ai disoccupati, ai dissestati, che vengono a soffrire di più e per primi dalle condizioni del disagio comune. Noi pensiamo alle zone meno favorite dalla natura e dal progresso, nelle quali maggiormente si avverte l’arresto dell’iniziata evoluzione verso il benessere. Noi pensiamo a quel «Terzo mondo», svegliato alla legittima prospettiva d’una migliore ripartizione della prosperità moderna: le nostre missioni ce ne fanno sentire i pietosi lamenti.
Per provvidenziale fortuna, il grande ideale della giustizia nel mondo non si spegne; e molti, anche a livello degli operatori responsabili dei rapporti fra i Popoli, ne tengono viva l’ispirazione ed efficace l’impegno: meritano plauso e incoraggiamento.
Giovanni Paolo I
Quando io dico: Signore io credo; non mi vergogno di sentirmi come un bambino davanti alla mamma; si crede alla mamma; io credo al Signore, a quello che Egli mi ha rivelato. I comandamenti sono un po' più difficili, qualche volta tanto difficili da osservare; ma Dio ce li ha dati non per capriccio, non per suo interesse, bensì unicamente per interesse nostro. Uno, una volta, è andato a comperare un'automobile dal concessionario. Questi gli ha fatto un discorso: guardi che la macchina ha buone prestazioni, la tratti bene, sa? Benzina super nel serbatoio, e, per i giunti, olio, di quello fino. L'altro invece: Oh, no, per sua norma, io neanche l'odore della benzina posso sopportare, e neanche l'olio; nel serbatoio metterò spumante, che mi piace tanto e i giunti li ungerò con la marmellata. Faccia come crede; però non venga a lamentarsi, se finirà in un fosso, con la sua macchina! Il Signore ha fatto qualcosa di simile con noi: ci ha dato questo corpo, animato da un'anima intelligente, una buona volontà. Ha detto: questa macchina vale, ma trattala bene. Ecco i comandamenti. Onora il Padre e la Madre, non uccidere, non arrabbiarti, sii delicato, non dire bugie, non rubare... Se fossimo capaci di osservare i comandamenti, andremmo meglio noi e andrebbe meglio anche il mondo.