Ep. 1 - Papale papale - "Papa"
Francesco,
E’ vero il Papa è il successore di Pietro, ma questa mattina, uno mi ha fatto – un ragazzo trentenne più o meno – mi ha detto: “Ma è vero quello che ci diceva la nonna, che il Papa come successore di Pietro ha il numero di telefono di Pietro e lo chiama?”. E’ la prima volta che l’ho sentito! È divertente! No, non ho il telefonino di Pietro, ma cerco di fare quello che Gesù ha chiesto a Pietro, di “confermare”: confermare i fratelli nella fede, nella speranza, nella carità. E dirvi che, sì, c’è la vecchiaia, ci sono le malattie, ci sono tanti problemi, ma c’è Gesù. E Gesù non delude mai, mai! “Ma, Signore, io sto soffrendo…”. E Gesù cosa dice: “Anch’io so cos’è la sofferenza”. Tutte le lamentele che noi possiamo fare a Gesù, Lui le trasforma in preghiera e le presenta al Padre, perché Lui è passato per tutte queste cose prima di noi. Non dimenticare Gesù. Sì, evviva il Papa, evviva Pietro, ma Gesù, Gesù! Le altre cose senza Gesù non servono, non vanno avanti.
Giovanni XXIII,
Voi guardate quest'anno al Papa con espressione particolarmente festosa. Desiderate infatti accompagnarlo fin sulle soglie dell'imminente Concilio Ecumenico, che vuol essere — come è la Pasqua — un grande risveglio, una ripresa di più animoso cammino. Come fu per gli Apostoli dopo la Risurrezione del Signore, e dopo la Pentecoste, che mise il suggello a tutta la predicazione del Divino Maestro, così anche oggi un palpito di vita cristiana, sotto l'alitare ardente dello Spirito Santo, sta per sospingere le anime a nuove conquiste, a più generoso impegno nel servizio del Signore. L'avviarsi del Concilio sarà come un novello mattino di Pasqua, tutto irradiato dal volto santo, dalle parole dolcissime del Risorto: Pace a voi; sarà come una novella Pentecoste, da cui riprenderanno vigore le energie apostoliche e missionarie della Chiesa in tutta la estensione del suo mandato e del suo giovanile ardore.
Giovanni Paolo I,
La prima cosa che ha fatto, appena fatto Papa, fu di entrare nella Cappella privata della Casa Pontificia; lì in fondo Papa Paolo ha fatto fare due mosaici: San Pietro e San Paolo: San Pietro che muore, San Paolo che muore; ma sotto San Pietro ci sono le parole di Gesù: Pregherò per te, Pietro, perché non venga mai meno la tua fede. Sotto San Paolo, che riceve il colpo di spada: ho consumato la mia corsa, ho conservato la fede. Voi sapete che nell'ultimo discorso del 29 giugno, Paolo VI ha detto: dopo quindici anni di pontificato, posso ringraziare il Signore; ché ho difeso, ho conservato la fede.
Benedetto XVI,
Vorrei che ognuno sentisse la gioia di essere cristiano. In una bella preghiera da recitarsi quotidianamente al mattino si dice: «Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano…». Sì, siamo contenti per il dono della fede; è il bene più prezioso, che nessuno ci può togliere! Ringraziamo il Signore di questo ogni giorno, con la preghiera e con una vita cristiana coerente. Dio ci ama, ma attende che anche noi lo amiamo! Ma non è solamente Dio che voglio ringraziare in questo momento. Un Papa non è solo nella guida della barca di Pietro, anche se è la sua prima responsabilità. Io non mi sono mai sentito solo nel portare la gioia e il peso del ministero petrino; il Signore mi ha messo accanto tante persone che, con generosità e amore a Dio e alla Chiesa, mi hanno aiutato e mi sono state vicine.