Ep. 19 - Le chiavi di Pietro - speciale 10 anni di Francesco - "Orfanezza" e "Tenerezza"
Sono le ultime due parole delle dieci scelte per raccontare i dieci anni di pontificato di Francesco. “Orfanezza” e “tenerezza” si legano tra loro perché complementari, chi soffre per la mancanza del padre trova consolazione proprio nella cura dell’altro attraverso gesti che nascono dal coraggio perché la tenerezza è consegnarsi e abbandonarsi a chi abbiamo davanti.
“Orfanezza” è privazione di una guida ma anche di “una strada sicura da percorrere, di un maestro di cui fidarsi, di ideali – afferma il Papa - che riscaldino il cuore, di speranze che sostengano la fatica del vivere quotidiano”. Per il teologo don Armando Matteo, Francesco usa il termine orfanezza sia parlando dei giovani che spesso si nutrono delle briciole che i genitori lasciano cadere, ma anche degli adulti che si interessano solo di loro stessi. “Serve – spiega don Matteo - una società diversa, una Chiesa diversa, capaci di farsi carico dei diritti fondamentali dei giovani: il diritto di assumere la guida del mondo per rinnovarlo e per renderlo più vivo; il diritto di succedere a noi; il diritto di abitare un pianeta che non rischi, costantemente, di implodere su sé stesso per eccesso di sfruttamento economico e industriale”. “Oggi sperimentiamo un urgente bisogno di recuperare una postura paterna fatta di presenza concreta – spiega la psicoterapeuta Rossella Barzotti – ma la paternità porta con sé un nuovo modo di percepirsi nel proprio abitare la vita, in uno spazio dove il prendersi cura dell'altro esige un passo indietro del proprio ego”.
Per spiegare la parola “tenerezza”, Francesco indica come emblema la figura di san Giuseppe, “uomo forte, coraggioso, lavoratore” con un animo segnato da una “grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo”. Su questo si sofferma Madre Elena Francesca Beccaria, abbadessa del monastero di Santa Chiara a Roma, che sottolinea come la tenerezza non sia una qualità solo femminile perché “ci espone, ci consegna all'altro e dunque chiede coraggio; chiede forza, chiede determinazione. Bisogna sceglierla la via della tenerezza”. Per l’abbadessa la strada da percorrere è quella della preghiera che “ti mette di fronte alla bontà e alla tenerezza del Padre, è sempre la preghiera che aiuta a riconoscere la sua mano provvidente, paterna e buona”. Il teologo don Armando Matteo afferma che oggi si vive sempre più soli, isolati, meno capaci di gesti umani. “Serve una rivoluzione prima che sia troppo tardi. Serve – spiega - un modo diverso per andare incontro all'altro, per accorgersi dell'altro, per riscoprire quanto sia proprio quell'altro, che faccio fatica pure a vedere, a contribuire alla mia completa umanizzazione: senza gli altri l’io si deprime, svanisce. Apriamo il nostro cuore, allora, a quella rivoluzione della tenerezza a cui da 10 anni ci invita a Papa Francesco. Salviamo la tenerezza e la tenerezza ci salverà”.
Ringraziamo per la collaborazione i fotografi dell'Osservatore Romano: Simone Risoluti, Francesco Sforza e Mario Tomasetti.
Sono citati in questo episodio:
Papa Francesco
Con la collaborazione dell'Archivio Editoriale Multimediale - Radio Vaticana