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Discorso all'incontro con il re e le autorità in Bahrein

Adriana Masotti - Città del Vaticano

C’è un simbolo che caratterizza il Bahrein, è l’"albero della vita", una maestosa acacia che riesce a vivere nel deserto. Il Papa lo ricorda più volte nel suo discorso all’incontro con il re del Bahrein, le autorità e i rappresentanti della società civile del Paese, per dire l’importanza delle radici che, prendendo l’acqua in profondità, danno vita alla chioma. Così in un mondo dove crescono “indifferenza, sospetto reciproco”, e imperialismi che mettono a repentaglio la sicurezza di tutti”, Francesco esorta a distribuire l’acqua della fraternità”. "Non lasciamo evaporare la possibilità dell’incontro tra civiltà, religioni e culture, non permettiamo che secchino le radici dell’umano!", afferma.  


La varietà etnica e culturale costituisce la più grande ricchezza del regno. Il Papa ribadisce la necessità che a tutti venga riconosciuta pari dignità e libertà a partire da quella religiosa. Parla del lavoro che deve mettere al centro la persona, dell’ambiente che va tutelato e del dovere di far prosperare la vita. "Penso, in particolare, alla realtà mostruosa e insensata della guerra, che ovunque semina distruzione e sradica speranza", dice Francesco. "Tacciano le armi", ripete più volte e conclude: "Sono qui da credente, da cristiano, da uomo e pellegrino di pace, perché oggi come mai siamo chiamati, dappertutto, a impegnarci seriamente per la pace".

03 novembre 2022