In dono al Papa una medaglia di pace dall'Ucraina e un libro sul dramma di Rigopiano
Rosario Capomasi - Città del Vaticano
Una medaglia che raffigura la colomba della pace su uno sfondo in cui campeggiano i colori giallo e blu della bandiera ucraina. L’artista che l’ha realizzata ha appena 8 anni, si chiama Tetyana e l’ha fatta arrivare a Papa Francesco come suo personale ringraziamento per la costante vicinanza con la preghiera al suo popolo, anche oggi ricordato insieme a tutti gli altri Paesi in guerra.
Speranza in risposta all'inutilità della guerra
Una problema di salute che la affligge, le ha impedito di essere presente stamane all’udienza generale del mercoledì in Aula Paolo VI, ma non di affidare il suo “prezioso” dono a Mario Tronca, presidente dell’Associazione culturale cristiana italo-ucraina, nata durante l’Anno santo del 2000 per volere di san Giovanni Paolo ii, con gli obiettivi di diffondere la cultura della solidarietà e di favorire l’integrazione tra i due popoli. Un legame rafforzatosi durante il conflitto iniziato quasi tre anni fa nel martoriato Paese dell’Est Europa. "La piccola sconta ancora oggi sul suo fisico i danni della guerra - spiega Tronca -, ma la cosa che mi ha colpito di più è che non ha mai perso il sorriso nonostante il trauma subito. Anche questo è un altro “regalo”, forse ancora più bello, fatto a Papa Francesco, che ha più volte sottolineato nei suoi discorsi quanto sia doloroso vedere il volto sempre triste dei bambini vittime della guerra, i cui occhi invocano aiuto".
Il messaggio di speranza che Tetyana manda al Pontefice e a tutti attraverso il suo sorriso, prosegue il presidente dell’associazione, "è la risposta più eloquente all’inutilità di ogni guerra, in cui perdono tutti. Magari c’è chi perde di meno e chi perde di più, ma non c’è nessun vincitore".
Giampaolo e la tragedia di Rigopiano
Sessantadue ore intrappolato nell’hotel Rigopiano, in Abruzzo, trasformato in un inferno di neve e macerie da una valanga che il 18 gennaio 2017 ha causato 39 vittime, tra cui sua moglie. Giampaolo Matrone, 33 anni, romano, ultimo a essere estratto dalla slavina, ha voluto incontrare stamane il Papa per fargli dono del libro da lui scritto sulla tragedia, ma soprattutto per testimoniare come la speranza radicata nella fede in Dio non faccia mai cadere nella rassegnazione. "La prima cosa che ti abbandona in quei momenti dove le mura ti crollano addosso è la luce - spiega - e sparisce tutto, ma non quella 'luce' nel cuore". Dopo più di due mesi in ospedale e cinque interventi chirurgici per le ferite riportate, ha ripreso in mano la sua vita, pur con il dolore sempre intenso per la perdita della moglie, ripartendo dalla figlia Gaia, ora tredicenne, e da un nuovo lavoro in una pasticceria a Monterotondo, alle porte di Roma. "Vorrei che in questo Giubileo incentrato sulla parola “speranza” ogni pellegrino che giunge nella Città Eterna mediti attentamente sulla forza che può dare il credere che le cose possono cambiare in meglio, anche quando tutto sembra perduto. La vita deve essere vissuta fino in fondo, nonostante dolori e difficoltà".
La solidarietà di papà Julio
Quelle che ha affrontato Enzo Cardassi, tredicenne di Rio De Janeiro, nato con una malformazione cardiaca che ha reso necessaria all’età di un anno una delicata operazione con alti rischi. Ora è praticamente guarito e gioca a calcio a 5 nel “Torneo Dente de Leite” a Tijuca, quartiere carioca, che è caratterizzato dalla partecipazione dei genitori degli atleti come volontari. "Sono entrato a far parte di questa realtà come ringraziamento a Dio per il bene fatto a mio figlio e ora mi occupo di donare generi di prima necessità a famiglie indigenti e insegnare ai piccoli la solidarietà con il prossimo", confida il papà Julio.
Un gruppo di seminaristi anglicani in Aula
Nel pieno svolgimento della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, era presente all’udienza un gruppo ecumenico di seminaristi anglicani provenienti dagli Stati Uniti d’America, in visita di studio a Roma in questi giorni. Tra i presuli in Aula, il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, Andrea Migliavacca, che ha accompagnato l’Associazione Carnevale di Foiano della Chiana, insieme al sindaco della cittadina toscana. Insieme hanno regalato al Pontefice una statuina di terracotta che lo rappresenta.
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