Il Papa si unisce al sogno dei giovani: “I grandi della Terra passino sotto la Porta Santa"
Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
Il “sogno” lo esprimono i ragazzi e Francesco lo condivide: i “grandi della Terra” – capi di Stato, governati, premier e ministri – che “mano nella mano” attraversano la Porta Santa del Giubileo, così da lanciare un messaggio universale di pace e far “stare zitte le armi”. È un ragazzino dell’Azione Cattolica, tra le centinaia di partecipanti alla tradizionale “Carovana della Pace”, a leggere a nome di tutti i suoi coetanei in Italia questo appello che loro, piccoli, rivolgono ai grandi. Grandi non solo per età ma per la responsabilità sulle sorti del mondo.
Il saluto ai partecipanti alla "Carovana della Pace"
Francesco fa salire il giovane insieme ad un'altra bambina al davanzale della finestra del Palazzo Apostolico e gli passa il microfono. Prima saluta tutti quelli che con un coro ‘rumoroso’ di musica, canti e applausi ha attraversato in “Carovana”, appunto, Via della Conciliazione fino a Piazza San Pietro. Riuniti da questa mattina, “avete riflettuto – dice il Papa - sulla presenza di Gesù nella vostra vita, testimoniando ai vostri coetanei la bellezza dell’accoglienza e della fraternità. E adesso ascoltiamo questi bravi che vogliono dirci qualche cosa”.
Il messaggio dei giovani
“Caro Papa Francesco, grazie mille per questo Anno Santo, il primo per molti di noi”, esordisce il ragazzo, sottolineando che “la Porta Santa ci fa sentire l’amore di Dio”: “Stiamo imparando nelle nostre comunità che non si può passare da soli la Porta, bisogna farlo almeno in due, mano nella mano, con amici fratelli e sorelle”.
Il "sogno" giubilare
“Possiamo dirti un sogno?”, domanda l’ospite del Papa: “Stamattina, insieme, noi dell’Azione Cattolica dei Ragazzi, abbiamo gridato forte il nostro desiderio di pace. Quanto sarebbe bello se anche i grandi della terra passassero la Porta Santa mano nella mano. È un sogno sì, ma ci crediamo tanto. Sarebbe un regalo se passassero la Porta Santa, ripensando a tutti i bambini vittime della violenza, soli o malati, segnati dalla guerra, e pensando alle lacrime di tante mamme, papà, nonni e nonne”.
Il Papa ascolta concentrato, poi butta l’occhio sul foglio e si dice colpito da “una parola molto bella…”: “Così riuscirebbero a far star zitte le armi”, legge il ragazzo. “Far star zitte le armi”, ripete il Papa, facendo suo questo auspicio.
La mattinata dei ragazzi
Prima di recarsi all’Angelus, i giovani di ACR di Roma, con educatori, genitori e compagni di scuole e parrocchie della città, hanno partecipato al corteo che ha attraversato le strade del centro della Capitale, accompagnato dallo slogan “La Pace in azione!”. In mattinata si sono dati appuntamento a Santa Maria in Vallicella, la cosiddetta “Chiesa Nuova”, dove li ha attesi per un saluto il cardinale vicario Baldo Reina e hanno presenziato alla Messa di don Alfredo Tedesco, assistente diocesano ACR e direttore della Pastorale giovanile di Roma. Al termine della celebrazione, giochi e scenografie, poi il cammino verso la Basilica, l’Angelus col Papa, una preghiera e il passaggio per la Porta Santa. Sempre in due, mai soli, come “amici e fratelli”.
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