Il dolore di Francesco per la tragedia di Novi Sad
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Viaggiatori, pendolari in attesa o in transito, seduti sulle banchine affollate, altri all’interno a comprare biglietti per il treno. E intorno a mezzogiorno, improvviso e terribile, il cedimento della tettoia in cemento sulla porta d’ingresso. È maturata così venerdì scorso la tragedia di Novi Sad, in Serbia che ha visto perire sotto il crollo 14 persone assieme al ferimento grave di altre tre.
Vicino alla nazione serba
Il Papa ha voluto farsi vicino al popolo serbo scrivendo al presidente Aleksandar Vučić un telegramma nel quale afferma di essere vicino alla nazione in “questo momento difficile” e di pregare “in particolare per i morti, per le loro famiglie in lutto e per i feriti”, assicurando la sua prossimità spirituale.
Proteste e arresti
La stazione era stata sottoposta di recente in alcune sue parti a ristrutturazioni per la linea ad alta velocità, ma la tettoia non era stata interessata dai lavori. Nei giorni successivi alla tragedia migliaia di persone hanno protestato a Novi Sad e anche nella serata di ieri ci sono stati manifestazioni e disordini nei pressi della stazione, che hanno provocato la reazione delle forze dell’ordine con gas lacrimogeni e arresti. Il crollo della tettoia aveva portato alle dimissioni del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Goran Vesic.
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