Francesco e i cattolici belgi, mosaico di storie tra impegno e fraternit脿
Isabella Piro e Tiziana Campisi - Città del Vaticano
C鈥�è la gioia dei giovani e dei loro grandi sogni, ma anche l鈥檕rrore e il dolore delle vittime di abusi, insieme alle sfide della pastorale carceraria e della sinodalità tra le sei testimonianze pronunciate stamane, sabato 28 settembre, nella basilica del Sacro Cuore di Koekelberg, a Bruxelles. Durante l鈥檌ncontro di Papa Francesco con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati e le consacrate, i seminaristi e gli operatori pastorali si susseguono le voci di alcuni rappresentanti della comunità cattolica che raccontano le loro esperienze di vita e di fede e pongono al Pontefice domande.
La condivisione di gioie e dolori nel nome di Cristo
Come il parroco Helmut Schmitz, decano nella vicina Eupen-Kelmis da ventitré anni, il quale si sofferma sulle 鈥渟fide sempre più grandi鈥� che oggi sono chiamati ad affrontare non solo i presbiteri, ma anche i fedeli, 鈥渁 causa del cambiamento delle strutture parrocchiali鈥�. Ciononostante, afferma il sacerdote, non viene mai a mancare la 鈥済rande contentezza nel condividere gioie e dolori nel nome di Cristo, e nel celebrare la vicinanza di Dio misericordioso鈥�. Perché 鈥渋n tempi di grande incertezza鈥�, l鈥檈sempio di san Giovanni Bosco che raccomandava di 鈥渇are del bene, essere allegri e lasciare agli altri le chiacchiere鈥�, per il parroco può essere di grande ispirazione. L鈥檕biettivo di tutte le persone di buona volontà, conclude, è quello di dare un contributo per 鈥渦na società pacifica e giusta, ed essere così sempre meglio la Chiesa di Gesù Cristo鈥�.
I giovani e le loro diversità
Dei giovani e dei loro sogni grandi e diversi parla, invece, Yaninka De Weirdt, operatrice della pastorale giovanile fiamminga. Descrive le ambizioni, i desideri, il coraggio dei ragazzi, ma anche i loro indugi e le tante difficoltà incontrate nel mondo contemporaneo. C鈥�è chi vuole 鈥渃redere senza esitazioni e testimoniare la propria fede鈥�, racconta Yaninka, e chi auspica 鈥渦na Chiesa brillante, dove i giovani siano nella 鈥榗abina di comando鈥� e definiscano la 鈥榗ultura del futuro鈥欌��; ci sono quelli che puntano sull鈥檃ccoglienza e altri per i quali 鈥渋l rispetto della vita costituisce un valore essenziale per cui lottare鈥�. In tutti, sottolinea l鈥檕peratrice pastorale, si percepisce 鈥渓鈥檈ntusiasmo genuino e il fuoco contagioso鈥�, anche se spesso ci si trova in contrasto, 鈥渞esistendo al dialogo e restando al sicuro ciascuno nella sua 鈥榖olla鈥欌��. Dunque 鈥渢utti in cammino con Cristo, ma su strade molto diverse鈥�, da qui la domanda al Papa dell鈥檕peratrice pastorale: come possono i giovani e gli incaricati della pastorale giovanile 鈥渃ontribuire all鈥檜nità nella diversità e sognare insieme?鈥�.
I frutti del Sinodo sulla sinodalità
All鈥檌mminente Sinodo sulla sinodalità, in programma in Vaticano nel mese di ottobre, guarda, dal canto suo, il teologo Arnaud Join-Lambert. Sposato e padre di tre figli, professore di Teologia pratica e Liturgia all鈥橴niversità Cattolica di Lovanio, è membro della Commissione per la metodologia, organismo coordinato da suor Nathalie Becquart, sottosegretario del Sinodo dei vescovi. 鈥�È stata un鈥檈sperienza meravigliosa lavorare insieme con membri provenienti da tutti i continenti - riferisce il teologo - per trovare il modo migliore di coinvolgere cattolici di tutte le culture ed età鈥�. Un particolare accento Join-Lambert lo pone sul metodo della 鈥渃onversazione nello Spirito鈥�, applicato durante il Sinodo e che oggi, osserva, 鈥渟ta dando molti frutti鈥� anche in Belgio, anche se, nel contesto 鈥渄ell鈥橭ccidente secolarizzato, dove la tradizione sinodale è già ben consolidata鈥� succede che 鈥渓e comunità hanno difficoltà a rinnovarsi鈥�.
Rabbia e dolore trasformati in assistenza alle vittime di abusi
Prende poi la parola Mia De Schamphelaere, rappresentante dei Centri di accoglienza per le vittime di abusi nelle Fiandre. Con la sua testimonianza, dà conto dei sentimenti provati dai credenti di fronte a tale crimine: parla di 鈥渙rrore, tristezza e impotenza鈥�, descrive lo shock e la vergogna provati dai fedeli. Tuttavia sottolinea che, con il tempo, la rabbia e il dolore hanno avuto l鈥檕pportunità di trasformarsi in 鈥渁ssistenza concreta鈥� alle vittime, per offrire loro non solo un luogo sicuro per parlare delle sofferenze patite, ma anche un ascolto pronto e 鈥渦n cuore aperto鈥� che le guidi verso la guarigione. Un鈥檈sperienza nella quale Mia racconta di avere 鈥渋ncontrato il Signore鈥� proprio nei 鈥渟offerenti del corpo e nell鈥檃nima鈥�. Ma nella consapevolezza che 鈥渓e vittime di abusi in giovane età portano con sé una sofferenza che dura tutta la vita鈥�, chiede a Francesco 鈥渃ome può la Chiesa vedere, riconoscere e imparare dalle ferite dei sopravvissuti鈥�, e in che modo 鈥渃ostruire una cultura ecclesiale鈥� nella quale tutti 鈥渟i sentano al sicuro, protetti e tutelati鈥�, e 鈥渃ome può ogni autorità rimanere equilibrata鈥� e 鈥渢utte le politiche diventare trasparenti鈥�?
La fraternità luogo in cui sperimentare Dio
Offre la sua testimonianza anche suor Agnés, della Fraternità di Tiberiade, comunità religiosa cattolica di ispirazione francescana nata nel 1979 e con sede in Belgio, particolarmente dedita all鈥檈vangelizzazione dei giovani e delle famiglie e il cui obiettivo è quello di 鈥渁iutare le persone a scoprire la bellezza di Cristo e del suo corpo la Chiesa鈥�. 鈥淟a fraternità è un luogo in cui possiamo sperimentare Dio e il mistero pasquale, soprattutto nella misericordia fraterna鈥�, aggiunge suor Agnés, che riconosce quanto sia difficile oggi e 鈥渜uanto sia messo in discussione il valore della fedeltà鈥� e perciò interpella il Papa su come 鈥渧iverla e mostrare come essa, provata dalla croce, sia un cammino verso la felicità鈥�.
Dove non basta la sola misericordia
Per ultimo, si accosta al microfono Pieter De Witte, cappellano del Carcere ausiliario di Lovanio e padre di tre figli. Nel suo intervento, ricorda che 鈥渋l carcere è un luogo di isolamento, frustrazione e insicurezza鈥�, all鈥檌nterno del quale 鈥渓a chiamata a essere misericordiosi鈥� spinge non solo a visitare i prigionieri, ma anche a 鈥渞ivolgere una critica profetica contro un sistema carcerario distruttivo e contro la tendenza della società a privare della libertà gruppi sempre più ampi di persone: autori di crimini, persone senza diritto di residenza, o che presentano problemi psichiatrici鈥�. Da questo contesto, prosegue De Witte, emerge un interrogativo: come si debbano porre i cristiani nei confronti del sistema penale del Belgio? La questione, conclude il cappellano, è cruciale, considerato che oggi 鈥渓a misericordia non sembra essere sufficiente. Il desiderio di una pena giusta e di una società sicura è un desiderio autentico e legittimo, e gli stessi detenuti spesso non vogliono misericordia, ma soprattutto giustizia鈥�.
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